mercoledì 24 febbraio 2010

Cristiani uccisi a Mosul, Mons. Casmoussa: il Papa è informato (Sir)


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Su segnalazione di Alberto leggiamo:

IRAQ: CRISTIANI UCCISI A MOSUL, MONS. CASMOUSSA "INFORMATO IL PAPA"

Una marcia pacifica e niente messe nelle chiese della città.
E’ quanto sta organizzando la comunità cristiana di Mosul per domenica prossima, per rispondere all’uccisione a sangue freddo, ieri, di tre cristiani nella propria casa nel quartiere di Hay Al Saha, a Mosul. Le vittime, tra l’altro, erano il padre e i due fratelli, di un sacerdote siro cattolico, padre Mazen Ishoa che, a sua volta, nell'ottobre 2007 era stato sequestrato e poi rilasciato.
Ad annunciarlo al Sir è il vescovo siro-cattolico della città, mons. Georges Casmoussa. “La comunità si ritroverà per una marcia pacifica in quattro località dell’area di Mosul per una protesta pacifica. Non ci saranno messe nelle chiese della città. Questo per fare pressione sulle istituzioni affinché si occupino della sicurezza dei cittadini. So che il nunzio apostolico in Iraq è in stretto contatto con la Santa Sede e che il Pontefice è informato direttamente degli sviluppi di questa situazione. Situazione che rischia di peggiorare – conclude mons. Casmoussa – in vista del 7 marzo. La nostra speranza è che il dopo elezioni sia più calmo e che la violenza diminuisca. Ma al momento è poco probabile”.

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Il grave errore dei vertici della Chiesa Cattolica è di credere cecamente alla buona fede degli islamici sunniti o sciti, siano essi irakeni, come nella fattispecie, o di altri paesi islamici. on c'è un Islam moderato (è una balla utoconsolatoria), al più esiste un certo, limitato numero di islamici che accetta le regole del vivere civile delloccidente. Gli altri, la maggior parte, sono sempre pronti ad infiammarsi per la guerra santa, lo Jihad. La testa è quella, frutto di una cultura ancestrale, con tratti violenti.

Anonimo ha detto...

Io, per paradosso ma neppure troppo, a fare i religiosi cristiani in Irak ed altrove nei paesi islamici, ci manderei quelli della Sant'Egidio con il loro capo, premio Carlo Magno, dato che essi amano così tanto gli islamici (secondo loro veri agnellini magari un po' fuori dal gregge) da far loro ponti d'oro in Italia, ben guardandosi naturalmente di provare a convivere per un po' di tempo con i seguaci di Maometto direttamente nei paesi islamici.
Dopo tali esperienze probabilmente si agitereebbero un po' di meno ede utilizzero un po' di più il cervello.