mercoledì 24 febbraio 2010

La rivoluzione pontificia. Per la successione del cardinale Poletto favorito il candidato di Benedetto XVI (Calitri)


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La rivoluzione pontificia

PRIMO PIANO
Di Antonio Calitri

Per la successione del cardinale Poletto favorito il candidato di Benedetto XVI

È iniziato il dopo Boffo. Con il caso Torino

Nella corsa alla successione del cardinale di Torino, Severino Poletto, spunta a sorpresa il vescovo di Chieti, Bruno Forte, candidato direttamente dal Papa e capace di sbaragliare tutti i giochi del segretario di stato vaticano Tarcisio Bertone. Dopo la scoperta della guerra intestina all'interno della Chiesa italiana e vaticana all'ombra del caso Boffo e alle spalle del pontefice, sembra che Benedetto XVI abbia deciso di non lasciare spazio ai giochi di potere dei suoi collaboratori e, in attesa di provvedimenti più incisivi in preparazione oltre Tevere, lancia un suo uomo per Torino.
Il capoluogo piemontese per la Chiesa è importante perché è una sede cardinalizia. E per la scelta del vescovo c'è bisogno della nomina papale.
Ma se fino ad ora questa è stata soltanto la ratificazione delle scelte fatte in seno alla Cei e alla segreteria vaticana, trattandosi del primo intervento di Papa Ratzinger dopo la scoperta delle trame che si svolgevano alle sue spalle, ha deciso di lanciare un segnale forte. Da mesi in città, i vescovi piemontesi avevano scelto come da prassi, la terna da sottoporre a Bertone. E sarebbe stato lui a dover scegliere tra i tre. Ma l'indebolimento dovuto alle vicende romane mette a rischio la sua regia. Anche perché tutti e tre i nomi che circolano, e che sono stati scelti dai vescovi della regione, sono direttamente legati al segretario di stato.
Si tratta infatti dei vescovi di Alessandria e Ivrea, Giuseppe Versaldi e Arrigo Miglio e del nunzio apostolico in Italia, Giuseppe Bertello. Versaldi in particolare è stato a lungo il più stretto collaboratore di Bertone ed è stato il primo a difenderlo quando si sono diffusi i retroscena delle dimissioni del direttore di Avvenire, Dino Boffo. Ma anche gli altri due sono legati al segretario di stato, tanto che qualche settimana fa a Torino, pur di strappare la nomina dalle mani di Bertone, «il chicco di senape» un'associazione cattolica molto potente in città, ha proposto addirittura le primarie per la scelta del successore dell'attuale vescovo. Adesso il segnale forte arriva direttamente dal Papa. Sembra infatti che Joseph Ratzinger abbia intenzioni di scegliere un nome diverso dai tre e che ridimensionerebbe di molto la posizione del suo segretario. Quasi un preludio alla sostituzione.
Per la Chiesa, infatti, si tratterebbe di una rivoluzione nella procedura, ma anche un potente segnale per il rinnovamento dell'ambiente, visto che si tratta del vescovo di Chieti, Bruno Forte. Un teologo come lo stesso vescovo di Roma, giovane per questa carica visti i suoi 61 anni e adatto alla piazza torinese che vanta la Sacra Sindone, per la gestione nella sua diocesi, del volto santo di Manopello, l'immagine del volto di Cristo, che si ritiene compatibile proprio con la reliquia torinese.
Intanto i tempi per la scelta del successore di Poletto stringono e dopo una proroga di due anni, in attesa che si calmino le acque, si sta valutando anche la richiesta di una seconda proroga all'attuale vescovo.

© Copyright Italia Oggi, 24 febbraio 2010 consultabile online anche qui.

Mah...
R.

12 commenti:

Maria R. ha detto...

"E per la scelta del vescovo c'è bisogno della nomina papale"

...per le altre no?????
Siamo alle solite: un Papa fantoccio che si è scocciato di farsi manovrare dagli altri.
Che visione limitata che si ha della Chiesa!

Buona giornata a tutti

Anonimo ha detto...

don Domenico
Ma siamo impazziti? Un napoletano a Torino?
Il narcisista Bruno Forte ha letteralmente distrutto la bella Diocesi di Chieti-Vasto e ora questo modernista e autocelebrativo("io ... io ... io ...") andrebbe a dare il colpo di grazia a Torino? Quod Deus avertat!

Anonimo ha detto...

Questo articolo è un riassuntino di quello di Griseri su Repubblica, già confutato ampiamente il 22 febbraio sul più autorevole sito a livello mondiale che tratta di Papa Ratzinger
http://paparatzinger3-blograffaella.blogspot.com/2010/02/secondo-griseri-ci-sarebbe-un-candidato.html
Alberto

Angelo ha detto...

Perchè mah?

Anonimo ha detto...

Il fronte antibertoniano è sempre più delineato. A questo punto lorsignori potrebbero stilare una lista di collaboratori a loro graditi da sottoporre al Papa che probabilmente si farebbe una gran risata. A partire dal nuovo direttore della sala stampa e dal nuovo direttore dell'Osservatore :-)))
Immagini cosa ci salterebbe fuori?
Alessia

Raffaella ha detto...

Perche' tutti i vescovi sono nominati dal Papa.
R.

Anonimo ha detto...

Non ci posoo credere.
Sia fatta la volontà di Dio!

quirinus ha detto...

Mah, leggendo quello che scrive e dice Mons. Forte, non capisco come possa essere il "candidato del Papa". Bendetto XVI e Forte sono su 2 pianeti teologici differenti, e non abbiamo bisogno di altri cardinali a fare fronda! Speriamo siano solo chiacchere di pennivendoli. Certo poi bisogna vedere quali alternative sono disponibili. E' facile fare le formazioni di calcio da casa e senza responsabilità reali..

Anonimo ha detto...

Veramente era una bella diocesi quella di Chieti-Vasto, soprattutto perché ha avuto sempre vescovi pastori, Mons. Menichelli andava nelle campagne, si sedva sui banchi delle chiese e parlava con le "vecchiette",non faceva "seminari", era uomo tra gli uomini, seppur con una missione diversa, attento nella liturgia,ricordava verità scomode, sempre di buon umore. Quando arriva Forte, arriva la star...Dire che é come Martini é esagerato, però di certo è più vicino alle sue corde che a quelle di Ratzinger.
Mi piacerebbe che ogni diocesi avesse un vescovo della propria diocesi, al massimo della regione, ci saebbero tre benefici:

Il Pastore conosce meglio e veramente le sue pecore, non vive la sua missione come trampolino di lancio per una diocesi più importante,mira veramente al bene della sua terra.Che c'azzecca un napoletano a Torino? o un brianzolo a Genova? Pensate a come avrebbe fatto bene il milanese, anzi, l'ambrosiano Biffi a Milano, al posto del torinese Martini...
Pensate a quale svolta pastorale, quale vigore ha impresso a Napoli, il cardinal Sepe, che conosce i problemi della sua terra, rispetto al lucano Giordano, quasi invisibile.

Ci sarebbe una distribuzione più equa delle porpore:esempio eclatante ne è il paesino di 2000 abitanti dell'Emilia in cui ci sono 3 cardinali o tutti i vescovi e cardinali originari della brianza. La cosa paradossale è che le terre che danno più vescovi e cardinali,sono quelle con i seminari più vuoti e la popolazione più secolrizzata e meno praticante: Mistero!

Mistero una cippa, tali concentrazioni sono dovute ai soliti giochini di poteri, a preti interessati più alla carriera, alla rete di conoscenze, che alla pastorale, da qui lo stato disastroso delle loro diocesi,se si riuscisse a tagliare questo circolo vizioso,che bene sarebbe per la chiesa...

Max

Anonimus ha detto...

Il problema non è che Mons. Forte, sussurrato come candidato alla diocesi di Torino, sia napoletano. A Torino i napoletani sono più numerosi dei piemontesi! La Lega lì non ha mai attaccato più di tanto.... e comunque ce l'ha più con i non italiani che non con i meridionali. Il problema è che a Torino nessuno gradirebbe la nomina di un malato di protagonismo qual è Bruno Forte. Dio ci scampi e liberi!

Anonimo ha detto...

certo che queste presunte nomine non tengono presente tante situazioni. Certo Bertone farebbe meglio non nominare sempre i salesiani che fanno poi disastri.
Nella nomina dei Vescovi conta poi il merito o i calci? Questo è il problema

luigic ha detto...

Mi parrebbe una scelta molto infelice.
AMDG
Luigi C