venerdì 26 febbraio 2010

Il Papa all'ostello di Via Marsala a Roma (Giuseppe Rusconi)


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Riceviamo e con grande piacere pubblichiamo:

UNA VISITA SIGNIFICATIVA TRA I DISEREDATI DI ROMA

Il Papa all'ostello di Via Marsala

Giuseppe Rusconi

Domenica mattina 14 febbraio papa Benedetto XVI ha voluto visitare i servizi offerti dalla Caritas diocesana di Roma presso la Stazione Termini: il poliambulatorio, l’ostello “Don Luigi Di Liegro”, la mensa sociale. E’ stato un incontro breve, durato circa un’ora e mezza, ma molto intenso. Forti le parole di benvenuto del cardinale Agostino Vallini, commovente il saluto di Giovanna Contaldo (ex-professoressa, che fruisce dei servizi della Caritas), sentito e chiaro il discorso del Papa.
Il vescovo di Roma ha voluto dunque incontrare una rappresentanza dei tanti suoi diseredati, incoraggiando anche i molti volontari che ad essi offrono aiuto. E’ stata una visita in cui si è evidenziato come la solidarietà sociale sia un elemento cardine del cristianesimo, espressione di una carità che – come ha sottolineato Benedetto XVI – è “la forza propulsiva per un autentico sviluppo e per la realizzazione di una società piùgiusta e più fraterna”, espressione dunque di un diritto integrale alla vita che comprende in sé anche la difesa e il sostegno del concepito, del malato, dell’anziano e il promovimento del valore sociale della famiglia come unione tra uomo e donna in una prospettiva di procreazione. Il Papa ha dato speranza, mai troppa per nessuno, ma soprattutto per chi conosce molti giorni di pioggia e pochi di sole; certo l’iniezione di speranza non basta da sola, deve essere sostenuta dalle opere. La Chiesa qui non si è mai risparmiata e a buon diritto può fare appello (come è stato il caso del cardinale Vallini) alle istituzioni “perché lo Stato sociale non subisca ingiusti ridimensionamenti e le fasce più deboli della popolazione non siano mortificate”.
Nel suo discorso papa Ratzinger ha ricordato la meritoria e contrastata iniziativa di don Luigi Di Liegro che nel 1987 riuscì a far aprire nei locali della Stazione Termini (Ferrovie dello Stato), con il contributo del Comune di Roma, un ostello con 188 letti per i senza dimora. L’anno dopo venne il Servizio di pronto intervento sociale, cinque anni dopo la Mensa sociale, aperta ogni sera (500 i pasti quotidiani). “La testimonianza della carità – ha evidenziato il Santo Padre – appartiene alla missione della Chiesa, insieme con l’annuncio della verità del Vangelo”. Perché “l’uomo non ha soltanto bisogno di essere nutrito materialmente o aiutato a superare i momenti di difficoltà, ma ha anche la necessità di sapere chi egli sia e di conoscere la verità su se stesso, sulla sua dignità”. E’ vero allora che “senza verità, la carità scivola nel sentimentalismo” e “l’amore diventa un guscio vuoto, da riempire arbitrariamente” (vedi l’enciclica Caritas in veritate).
In un mondo, ha continuato il Pontefice, “nel quale sembra prevalere la logica del profitto e della ricerca del proprio interesse”, è “sempre più urgente” che “le dimensioni del dono e della gratuità siano riscoperte come elementi costitutivi del vivere quotidiano e delle relazioni interpersonali”. Come accade a via Marsala: “L’esperienza di volontariato che qui molti vivono è, specie per i giovani, un’autentica scuola in cui si impara ad essere costruttori della civiltà dell’amore, capaci di accogliere l’altro nella sua unicità e differenza”, collaborando così anche “per la promozione del bene comune”.
Durante la visita papa Ratzinger è stato accompagnato e guidato dall’attuale direttore della Caritas diocesana monsignor Enrico Feroci (già parroco a Sant’Ippolito a piazza Bologna e successore di monsignor Guerino Di Tora, oggi vescovo ausiliare).
E in dono, da Giovanna Contaldo a nome di tutti i diseredati, ha avuto il Crocifisso - con gambe e braccia spezzate – di Onna, il comune simbolo dell’Abruzzo terremotato: “Su questa Croce, spezzata dal terremoto – ha detto la donatrice – c’è il dolore di noi che abitiamo l’ostello, della gente d’Abruzzo, dei piccoli di Haiti, lo straziante martirio dei padri e delle madri che nella morte dei loro figli rinnovano ogni volta il dolore di Maria”. Che “è un dolore inspiegabile, lancinante, ma non disperato”. E la Croce restaurata “non è quindi l’immagine della sofferenza, ma l’attesa dell’alba e del riscatto”. Commosso il Papa, presi tutti dalle parole della diseredata. Domani è un altro giorno, forse per qualcuno con qualche riflessione in più.

© Copyright Il Consulente RE, febbraio 2010

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