venerdì 26 febbraio 2010

Pedofilia, la chiesa tedesca corre ai ripari. Negli anni aperte le porte dei seminari anche a a candidati psicologicamente problematici (Apcom)


Vedi anche:

La strenua lotta del Papa contro la pedofilia nel clero: il "caso Germania"

Il Papa all'ostello di Via Marsala a Roma (Giuseppe Rusconi)

Hercule Poirot svela il mistero anticristiano in Gran Bretagna (Gianfranco Amato)

Il commento di Beppe Del Colle alle parole del Papa al clero romano

I Vescovi irlandesi riferiscono del loro incontro con il Papa. Sottolineano la partecipazione attiva di Benedetto XVI (Zenit)

Omelia del Cardinale Bertone nella Messa con i Vescovi irlandesi

Mons. Adoukonou racconta il giovane professor Ratzinger, che disse: "Chi non ha la semplicità di ricevere non ha neppure il diritto di dare" (Biccini)

Documento Cei “Per un Paese solidale. Chiesa italiana e Mezzogiorno”: raccolta di articoli e commenti (2)

Il presidente dei vescovi tedeschi discuterà con il Papa dei casi di preti pedofili emersi di recente in Germania (Apcom)

Pedofilia in Germania: si è dimesso l'abate benedettino di Ettal. La diocesi di Monaco e Frisinga (in linea con il Papa): tolleranza zero (Apcom)

La Santa Sede annuncia uno scambio stabile tra laici e cattolici; l’intellettuale non credente domanda nuove iniziative di dialogo (Fazzini)

Sos Cristianofobia (René Guitton)

I PROSSIMI "APPUNTAMENTI TELEVISIVI E RADIOFONICI" DEL SANTO PADRE

Offensiva papale sui preti pedofili (Marco Politi). Alcune riflessioni del blog

I vescovi tedeschi contro Angela Merkel (Galeazzi)

Cristiani assassinati, il Papa chiede all'Iraq "rispetto" e "tutela" per la comunità (Gasparroni)

La Cei: basta collusione, serve una nuova leva di politici (Izzo)

Leggenda nera e anima candida del Grande Inquisitore.Un bavarese un pò orso e (quasi) progressista. Ritratto del card. Ratzinger a cura di L. Brunelli

CHIESA E MEZZOGIORNO - Per un Paese solidale. Documento dei vescovi a 20 anni da "Sviluppo nella solidarietà"

Con le parole della sua lingua, Papa Ratzinger ha infranto vecchi tabù richiamando la schiettezza evangelica (Accattoli)

Pedofilia/ Chiesa tedesca corre ai ripari. Zollitsch vedrà Papa

Primi inquisiti. Lo scandalo tocca anche Monaco: Tolleranza zero

Roma, 25 feb. (Apcom)

I vescovi cattolici tedeschi ammettono per la prima volta di aver "sottovalutato" la diffusione degli abusi sessuali sui bambini da parte dei preti in Germania. Uno scandalo che si allarga col passare delle settimane, arrivando a coinvolgere molti ordini e diverse diocesi. E mentre a Monaco, la città di Papa Ratzinger, la procura ha aperto le prime inchieste, il presidente della conferenza episcopale, che prossimamente discuterà del caso pedofilia con il Papa in Vaticano, annuncia un giro di vite.
Quello tedesco non è come il caso della Chiesa irlandese. Nella cattolicissima Irlanda solo nei mesi scorsi due rapporti governativi hanno scoperchiato la pentola di decenni di maltrattamenti negli istituti cattolici e abusi sessuali. Una situazione "endemica" e protetta da un'omertà ambientale che ha indotto il Papa a convocare i vescovi irlandesi in Vaticano per un vertice chiarificatore. Fautore di una linea da 'tolleranza zero', Benedetto XVI invierà nel mese di marzo una lettera ai cattolici irlandesi per affrontare di petto lo scandalo.
Intanto i primi vescovi hanno rassegnato le dimissioni e le associazioni delle vittime chiedono a gran voce una profonda ristrutturazione della Chiesa dell'isola. Ben diverso il caso tedesco. Dove il cattolicesimo non è maggioritario e si confronta da secoli con il protestantesimo. Dove i casi di abusi sono più sporadici. E dove già nel 2002 i vescovi approvarono delle linee-guida rigorose per stroncare la piaga della pedofilia. Chiudendo la loro assemblea generale a Friburgo, però, i vescovi hanno comunque ammesso un parziale fallimento.
"Non iniziamo ora a confrontarci con questi problemi, anche se sinora ne abbiamo sottovalutata la dimensione", scrive la Conferenza episcopale tedesca. "Con senso di vergogna e di shock chiediamo scusa e perdono per il fatto che alle vittime di questi orrendi atti", afferma, promettendo "chiarezza vera". L'episcopato tedesco si impegna a rafforzare l'applicazione delle linee-guida del 2002, a partire da una verifica di quel documento che terminerà in estate e verrà condotta con l'ausilio di consulenti esterni extra-ecclesiastici. Verranno rafforzati gli uffici diocesani anti-abusi. "Il futuro richiede altri passi per una prevenzione maggiore", scrivono poi i vescovi, che sottolineano l'importanza di un "tempestivo coinvolgimento delle procure". La Chiesa tedesca istituisce inoltre un ufficio nazionale per le denunce degli abusi sessuali, che sarà guidato dal vescovo di Treviri Stephan Ackermann. Ancora, verrà rafforzato l'esame dei seminaristi. L'episcopato aprirà anche un numero verde per denunciare gli abusi sessuali dei preti.
Monsignor Zollitsch ha invece rifiutato la creazione di un fondo nazionale per gli indennizzi, sottolineando che è un problema dei singoli ordini e delle singole diocesi. Inoltre, nessuna dimissione episcopale in vista.
Lo scandalo dei preti pedofili in Germania è scoppiato in seguito alle rivelazioni che il settimanale 'Spiegel' ha pubblicato sugli abusi compiuti negli anni Settatanta e Ottanta nel prestigioso collegio gesuita Canisius a Berlino. Nel corso delle scorse settimane sono poi emersi numerosi altri che coinvolgono altri ordini religiosi (salesiani, pallottini, francescani minori) e altre regioni (Francoforte, Augusta, Hildesheim, Essen, Bonn, Foresta nera). Il rettore di un collegio gesuitico vicino a Bonn si è dimesso due settimane fa e sono di ieri le dimissioni di un abate benedettino della Baviera. La procura di Monaco ha aperto un'inchiesta e altrettanto avrebbe fatto, a quanto riferito dalla stampa tedesca, quella di Bonn. L'arcidiocesi di Monaco ha subito preso posizione, chiedendo "completa trasparenza" e assicurando "tolleranza zero" per i colpevoli.
Il caso pedofilia ha anche fatto litigare - e non per la prima volta - la Chiesa cattolica e il governo Merkel. Una ministra del bicolore democristiano-liberale, la guardasigilli Sabine Leutheusser-Schnarrenberger (Fdp), ha accusato i vescovi di poca chiarezza. Piccata la risposta del presidente della conferenza episcopale, mons. Robert Zollitsch, tanto che è dovuta intervenire la cancelliera in persona con una telefonata riappacificatrice.
Il vescovo Zollitsch, intanto, si prepara ad affrontare il nodo pedofilia direttamente con il Papa nelle prossime settimane. Come ogni anno, a conclusione dell'assemblea invernale il presidente dei vescovi tedeschi si reca in Vaticano per riferire al Papa tedesco. Questa volta - come ha annunciato e ribadito lo stesso Zollitsch - affronterà il tema degli abusi sessuali. Non solo. Nel corso dell'assemblea i vescovi hanno approfondito il problema dell'invecchiamento della Chiesa tedesca. Tema che preoccupa molto il Papa, anche perché si intreccia con il calo delle vocazioni che attraversa tutto l'Europa. E che ha spinto alcuni vescovi tedeschi, nel corso degli anni, ad aprire le porte dei seminari anche a candidati psicologicamente problematici che, poi, si sono rivelati pedofili. La prospettiva è inevitabile: una Chiesa sempre più vecchia, con sacerdoti meglio selezionati ma meno numerosi, significa una Chiesa sempre più piccola. Un bel grattacapo, per il Papa tedesco.

© Copyright Apcom

Pochi sacerdoti, ma buoni e capaci di essere testimoni gioiosi...ecco che cosa attira ed attirera' tanti giovani. Il problema sta proprio nel reclutamento dei preti: non si puo' privilegiare la quantita' per poi trovarsi di fronte a scandali inauditi. E' ovvio che la soluzione non e' e non sara' l'abolizione del celibato.
R.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

hanno sottovalutato la "diffusione" della pedofilia tra il clero?
Quindi sapevano che anche uno, un solo prete era pedofilo, e non hanno fatto nulla?????
Se non han fatto nulla per i preti che cervano bambini non avran fatto nulla per i preti che cercavano uomini o per quelli che cercavano donne per peccare!

Nessuna attenzione per questi preti qui!
E nessuna attenzione per i seminaristi che davan segni di instabilità!
C'è da giurare che se un seminarista dava segni di tradizionalismo lo avran spiato fin sotto le coperte, così come se un prete dava segni di interesse per il rito antico lo avran come minimo esiliato, isolato, bastonato in ogni modo e maniera!
Bene, allora se la son propio voluta.
Credo che una cosa sola sia necessaria, in Germania come altrove: che scompaia questa generazione di preti, vescovi e fedeli laici che nascondono il peccato e che han portato la Chiesa alla rovina. Via i neomodernisti dalla Chiesa.
Hanno fallito, in tutti i sensi.

Vogliono sposarsi?
Che vengano ridotti tutti allo stato laicale e gli venga tolto l'obbligo della castità e che si sposino pure e lascino il governo della Chiesa ai preti tradizionali (che non vogliono sposarsi); i quali di fronte al peccato (anche un prete tradizionale pecca, non è certo immune) non devono e non dovranno far altro che punire chi se ne rende colpevole, punire, punire, nella consapevolezza che la punizione, soprattutto se pubblica, è la più alta forma di carità, perché volta al pentimento e alla penitenza, e alla redenzione di chi sbaglia.

Antonello

Anonimo ha detto...

Un macrospcopico errore di base, avvenuto per anni nella selezione dei futuri preti, ha determinato lo sfascio morale ora emerso. Anche in passato, non raramente, le faccende morali dei preti erano sempre "limpide e tutt'altro che immacolate"; solo che allora restavano più nascoste e meno divulgate. Basti ricordare cosa fossero molti conventi maschili e femminili prima e dopo il Concilio di Trento. Il caso della monaca di Monza è emblematico: preti e suore facevano sesso e figli dentro e fuori i conventi, talvolta con una tacita acquiescenza anche di alcuni vescovi, non estranei a certe devianze.
L'errore grave è di sospingere giovinetti di buona moralità, all'età di 11-14 anni, a prendere in considerazione la scelta religiosa consacrata. Salvo alcune rare eccezioni, che non fanno che confermare la regola, q quell'età i giovinetti sono totalmente incapaci di metabolizzare razionalmente le pulsioni sessuali, che pesso sono ancora distanti dalla loro vita. Così, in buona fede, ritengono di essere idonei alla vita consacrata e compiono il normale tragitto di seminario. Consacrati sacerdoti, non raramente, si accorgono che nel mondo, nelle loro stesse parrocchie, ci sono pure le donne giovani e carine, talvolta terribilmente seducenti e maliziose, alle quali, dopo una timida resistenza, finiscono per cedere, dimentichi dei voti di castità e dei sacrilegi morali.
Altri religiosi, pure con problemi psicologici rilevanti nella gestione della loro sfera sessuale, finiscono per diventare pedofili o assumere insani atteggiamenti verso altri uomini.
La Chiesa dovrebbe decidersi a rivedere la funzione dei seminari. Dipendesse da me, che sono un laico e non un prete, non accetterei nessuna "vocazione religiosa" prima che il soggetto in questione abbia compiuto almeno 25 anni e disponga di un titolo di studio universitario o di qualche cosa equivalente.

Miserere ha detto...

Che dire... Hai ragione, Antonello! Purtroppo i seminaristi che "peccano" di tradizionalismo molte volte sono perseguitati e anche derisi. Qualche caso lo troviamo raccontato sul blog di Messainlatino. Io mi domando, cosa è meglio: un gregge senza pastore oppure un gregge con un pastore travestito da lupo?

don Alessandro ha detto...

Mi permetto, con estrema delicatezza e rispetto, di dire ad Antonello che la sua posizione è assolutamente plausibile e condivisibile, però la castità non è un obbligo dispensabile, ma è un comandamento per tutti!Pure chi si sposa deve vivere la castità nel matrimonio, che non sarà certamente vissuta nella continenza come invece la devono vivere i Sacerdoti
don Alessandro

euge ha detto...

Fare il sacerdote, almeno io la penso così è una missione e non solo! Sottvalutare oppure prendere con faciloneria gli aspetti problematici psicologici di pontenziali sacerdoti è stata una leggerezza che come abbiamo visto, porta risultati devastanti.
Il discorso che i preti vogliono predere moglie per coprire o per giustificare simili comportamenti vergognosi, è semplicemente allucinante; non dimentichiamoci che, molti che hanno una regolare famiglia con figli, si scoprono pedofili; quindi, non cerchiamo di buttare sul celibato dei preti, la colpa della pedofilia.
Condivido il pensiero di Antonello.
Chi dovesse scoprire il bisogno irrefrenabile di una famiglia, abbia il coraggio di lasciare la Chiesa a coloro che sanno e con coscenza si sentono di dedicare la loro vita interamente a Cristo.
Non si può sentire gente che come Sguotti in una trasmissione disse: " In seminario non ci hanno spiegato che cos'è la castità" ..........
Per favore!!!!!!!!!! Ma chi ci crede!

Maria R. ha detto...

In riferimento all'ultima battuta di Euge: a Sguotti bisognerebbe chiedere se, almeno al catechismo, gli abbiano spiegato la "regoletta" generale sul mettere al mondo figli da non sposati (e la castità, ha fatto bene a ricordarcelo Don Alessandro, non è solo un impegno per i preti)
Evidentemente era duro d'orecchi già da piccolo. Per tutto il resto, non posso che dar ragione ad Antonello.

Anonimo ha detto...

Antonello sa bene che la castità conveniente allo stato di ciascuno è dovere di ogni battezzato; propio per questo io sarei favorevole alle dismissioni in massa dallo stato clericale e anche alla dispensa dall'impegno (liberamente assunto) di castità per poter contrarre matrimonio religioso e vivere cristianamente.

Peccato che questi miei desiderii resteranno tali. E la Chiesa ne avrà ancora danno. Vedrete quanti casi ancora di pedofilia verranno fuori, come verrò fuori la copertura data a quei preti dai loro vescovi o superiori. E quando finirà l'ondata di pedofilia vedrete cosa uscirà fuori dalla pentola: omosessualità coperte e tollerate da vescovi e superiori; concubinaggi coperti e tollerati da vescovi e superiori.

mi occupo anche di storia; e negli archivi della mia diocesi ho trovato decine di notizie di processi canonici fatti nei secoli scorsi verso preti accusati di mille colpe, la maggior parte delle quali di natura sessuale; dai casi studiati il 60% dei processi è finito con l'assoluzione dell'imputato.

Però i processi si fecero.

Dove sono oggi questi processi canonici?
Forse che oggi i preti son tutti santi, puri e casti?
No, semplicemente questi processi oggi non si fanno!!!!

In Italia ci sono decine e decine di preti sotto processo civile o già condannati da un tribunale civile per pedofilia, violenza etc. Per tutti questi preti colpiti dalla giustizia civile e da essa riconosciuti colpevoli, nemmeno uno è stato sottoposto a processo canonico!!!

Possibile che l'Autorità ecclesiastica in nessuno di tutti questi casi non sapesse nulla delle nefandezze di certi preti?
Possibile?
Si, è possibile; e allora i vescovi dedichino meno tempo a correr di quà e di là, a presenziare a questa o quella manifestazione e facciano come faceva Siri che, cascasse il mondo, un giorno alla settimana lo trascorreva in seminario; e Siri conosceva ogni suo seminarista più di quanto non li conoscesse il rettore che in seminario ci viveva sette giorni su sette. Stesso discorso Siri faceva per i sacerdoti, e tutti quindi conosceva molto approfonditamente. Oggi ci son vescovi che magari si son messi in gramaglie per il motu propio del 2007 ma non sanno a momenti neppure quanti siano i pochi seminaristi diocesani; in una piccola diocesi limitrofa ci sono appena una settantina di preti; il vescovo avrebbe potuto inontrarli singolarmente almeno un paio di volte al mese. E invece un prete mi ha detto che è da sei mesi che vorrebbe parlare col suo vescovo e non ci riesce perché è troppo impegnato: deve correre alle riunioni dei vari organismi della Cei, e poi deve occuparsi della conferenza episcopale regionale; deve occuparsi della miriade di organismi diocesani, poi deve organizzare questo o quel convegno; deve correre a Lourdes per guidare il pellegrinaggio diocesano, deve andare di quà, deve correre di là...... e questo prete attende da sei mesi di parlargli!

E mi fermo qui.

Antonello