giovedì 22 luglio 2010

Se il Papa «santo» non sa governare (Roberto Beretta)


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ROBE DI RO.BE.

Se il Papa «santo» non sa governare

di Roberto Beretta

Riflessione a margine della frenata che - in seguito agli scandali della Curia - sembra aver colpito la causa di beatificazione di Giovanni Paolo II

Dispiace per il «santo subito», ma recenti scandali che hanno coinvolto ecclesiastici del più stretto entourage di Papa Wojtyla stanno mettendo del chiaroscuro nel processo di beatificazione di Giovanni Paolo II (prima e più ancora di alcune perplessità sul miracolo a lui attribuito, come Andrea Tornielli ha di recente rivelato sul suo giornale).
Sembra confermarsi il vecchio adagio per cui un Papa «santo» in genere non è un buon governatore, e chi pensa all’annuncio del Vangelo dispone poi forzatamente di poco tempo residuo per occuparsi di faccende burocratiche. Per cui delega, si fida; e spesso non càpita affatto bene nelle scelte delle persone.
Ma queste resterebbero tutto sommato considerazioni di buon senso un poco qualunquista se non ci sforzassimo di andare oltre le preoccupazioni di chi teme che certi passati intrallazzi di Curia possano nuocere alla fama del Pontefice ­- e soprattutto alla «santificazione» di certe sue scelte politiche.
C’è una domanda forse più drastica e preoccupante da farsi, piuttosto: se il Papa è «santo» e di fatto non governa, chi governa allora la Chiesa? E’ vero - come sunteggia un autorevole vaticanista - che la Curia romana venne retta da «quattro persone: Agostino Casaroli, Angelo Sodano, Stanislaw Dziwisz e Wanda Poltawska» (di cui le ultime due non erano nemmeno vescovi)?
Se davvero l’esperienza dimostra che i Papi «santi» non sanno governare (e, guarda caso, quasi tutti quelli del Novecento sono reputati «santi» o in via di diventarlo...) e posto che tutti preferiscono un Pontefice esemplare piuttosto che buon politico, allora acquista un sapore teologico completamente diverso la richiesta che da anni sale da varie frange ecclesiastiche - l’ha espressa anche qui Aldo Maria Valli – per una radicale riforma della Curia e per un governo collegiale della Chiesa. Altrimenti, quando sentiremo acclamare «santo subito!», dovremo cominciare a temere per i pasticci che avranno certamente combinato intorno a lui.

http://www.vinonuovo.it/index.php?l=it&art=91

E' giusto che i Papi si occupino piu' di teologia e della sfera spirituale che del governo della curia (a questo dovrebbe pensare la Segreteria di Stato).
Giovanni Paolo II aveva in mente questioni molto piu' importanti della curia romana e sappiamo che Benedetto XVI aveva intenzione di dare alla Chiesa una nuova evangelizzazione. Voleva tornare all'ABC della fede ed a occuparsi di tematiche fondamentali.
Purtroppo, pero', tutti i nodi sono venuti al pettine proprio sotto il suo Pontificato ed ora spetta a Benedetto XVI occuparsene.
Il caso dei preti pedofili e' emblematico. Gli abusi sono accaduti decenni fa ma e' Benedetto XVI a doversene fare carico.
Probabilmente e' giusto cosi' ed e' questo uno dei compiti che il Signore ha riservato a Papa Benedetto.
Vorrei pero' che i commentatori rispondessero ad una domanda: perche' tutto questo fango e' uscito solo ora?
Questa e' la chiave di volta.
Si tratta di una domanda scomoda nella misura in cui potrebbe richiamare la copertura interessata e, quindi, la complicita' sostanziale dei mass media
.
R.

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Non nutro la minima simpatia per Roberto Beretta. Il suo pezzo si dimostra, come al solito, strumentale, irritante e anche un tantino irridente,
Alessia

Fabio ha detto...

I preti pedofili ci saranno sempre perché la pedofilia è una malattia psicologica che investe tutte le categorie sociali. Ciò che Benedetto XVI ha dovuto affrontare è stata la violenta campagna mediatica contro la Chiesa Cattolica. Il suo comportamento e il suo equilibrio hanno dimostrato la sua elevatura morale e culturale su una società ormai divorata dal nichilismo...
Le accuse di pedofilia al clero cattolico hanno fatto si che il Papa potesse procedere ad un rapido movimento di purificazione. Purificazione che presto non tarderà a dare i suoi frutti, anche nell’Occidente secolarizzato.
Il mondo laicista è in crisi. La massoneria, che ha il suo appoggio nel mondo della grande finanza, è travolta dalla crisi economica. Anche una certa forma di ecumenismo che doveva servire come mezzo per introdurre un po’ alla volta nel seno della Chiesa Cattolica idee e costumi secolari (divorzio, eutanasia, matrimonio omosessuale…) è stata neutralizzata dal motu proprio Anglicanorum coetibus. La lotta quindi proseguirà ancora con una certa veemenza, ma la vittoria è già alle porte.
Si avvera così la profezia di Giovanni Paolo II quando disse “Io ho visto la morte del comunismo, voi vedrete la morte del capitalismo”. Preghiamo la Vergine Maria che affretti la vittoria!

Antonio Caterinato ha detto...

Che l'articolo di Beretta sia strumentale è un giudizio non motivato, che sia irridente non mi sembra. A quanto scrive Fabio aggiungerei che la delusione per lo sfascio secolarizzatore nel mondo protestante (perlomeno nelle denominazioni storiche) non ci deve far dimenticare le prospettive di maggiore fraternità e vicinanza con il mondo ortodosso. Antonio

Anonimo ha detto...

Ricordo al lesto Roberto Beretta che il governo della Santa Sede è demandato al Segreteria di Stato (cfr qui di seguito).
"Il Capo di Stato della Città del Vaticano è il Papa che esercita il potere legislativo, esecutivo e giudiziario, non solo sulla Città del Vaticano, ma anche sulla Santa Sede. Il Papa delega l'amministrazione della Città del Vaticano alla Commissione Pontificia per lo stato della Città del Vaticano. Il Capo del Governo è il Segretario di Stato e Governatore della Città del Vaticano (a volte indicato come il Presidente della Città del Vaticano). Il governo della Santa Sede è separato e fa capo alla Curia Romana che a sua volta è formata da membri del Collegio dei Cardinali. I Capi di Governo, quindi, agiscono per conto della Curia Romana. La Curia Romana è formata dal Segretariato di Stato, nove Congregazioni, tre Tribunali, 11 Consigli Pontifici ed un insieme di uffici che amministrano gli affari della Chiesa".

Anonimo ha detto...

Roberto Beretta nel suo articolo, che peraltro considero mal confezionato, scrive: "ma recenti scandali che hanno coinvolto ecclesiastici del più stretto entourage di Papa Wojtyla stanno mettendo del chiaroscuro nel processo di beatificazione di Giovanni Paolo II" questo lo dice Beretta e non so neppure perché lo sostiene.

Vatykanista ha detto...

Per gli ultimi sette anni del pontificato wojtyliano, Dziwisz è stato Vescovo, per gli ultimi due, addirittura Arcivescovo :

http://www.catholic-hierarchy.org/bishop/bdziwisz.html

http://it.wikipedia.org/wiki/Stanis%C5%82aw_Dziwisz

laura ha detto...

non son affatto d'accordo con quest'articolo provocatorio

Caterina63 ha detto...

Non sparate sulla tastierista ma l'articolo mi trova abbastanza d'accordo ^__^

Però ci sono punti errati per visualizzare il problema:

1) il Papa non è chiamato a governare la Curia, ma con la Curia deve governare LA CHIESA INTERA...la quale si governa con la corretta teologia è errato volere il Papa perchè si occupi "solo" di questioni teologia lasciando il governo della Chiesa alla Curia, non ha senso, è errata l'impostazione della riflessione
;-)

2) il malgoverno c'è stato, inutile negarlo o ammorbidirlo...ma anche questo, non c'entra nulla con il "santo subito", un santo non lo è perchè NON abbia mai sbagliato, al contrario, egli si distingue proprio in mezzo alla tempesta...
Il processo canonico prevede per altro perfino il miracolo e si dimentica il fatto che l'iter prevede prima la Beatificazione la quale non impegna assolutamente il concetto di infallibilità, poi se davvero la Chiesa ha visto giusto, è la Provvidenza stessa, con un ulteriore miracolo, a snellire l'iter e a far ad arrivare la persona alla canonizzazione...

3) Giovanni Paolo II ha fatto delle scelte, come fanno tutti i Papi, per il suo pontificato...personalmente lo registro nel cuore in qualità di MAGNO ;-) egli prese a cuore il futuro dei giovani e grazie alle GMG ha strappato moltissimi giovani dalle piazze politiche e delle ideologie riuscendo a riunire milioni di giovani, di diverse lungue e culture, facendo loro parlare una lingua comune, quella della FRATERNITA'...
Ma per tutto quanto il resto ha commesso molti errori che tuttavia NON sta a me o a noi giudicare...certo è che il suo successore da cinque anni sta correggendo molti di questi errori, a partire dal modo di celebrare la Messa...

4) il continuo DELEGARE di Giovanni Paolo II ha prodotto i tanti problemi che oggi il suo successore Benedetto XVI sta tentando di rimediare...
Non dimentichiamo i suoi anni legati alla malattia, anni in cui ognuno, in Curia, agiva per conto proprio calpestando spesso la Communionis Notio, documento già contestato a suo tempo dai Vescovi e che invece contiene le fondamenta del buon governo...

Ridurre i problemi della Chiesa alla sola questione della pedofilia, infine, è fuorviante ed ingiusto... l'esplosione di tale schifezza non è stato altro che l'apice di un malgoverno generale e di anni di errata concezione della collegialità, scambiata spesso per il fare "come ritengo io" e mai come avrebbe ritenuto il Papa di dover fare...

Infine Raffaella giustamente chiede:
Vorrei pero' che i commentatori rispondessero ad una domanda: perche' tutto questo fango e' uscito solo ora?

************************
semplice! perchè i nemici veri della Chiesa credono nella Chiesa e nel ruolo di Pietro molto più di quanto non credono quanti si dicono cattolici e fedeli al Papa... ;-)
questi nemici hanno capito che ora il Papa GOVERNA la Chiesa (e Cristo la guida) e sanno perfettamente che compito loro è di infangare la Chiesa con ogni mezzo per dissuadere la gente dall'AMARLA PER COME E' e non per come la vogliamo...
^__^

Caterina63 ha detto...

Dziwisz è stato Vescovo, per gli ultimi due, addirittura Arcivescovo....e aggiungo cardinale con Benedetto XVI....

Non conosco personalmente questa persona, ma i fatti dimostrano chiaramente come abbia curato i propri interessi personali e politici della Polonia anzichè aiutare il Papa a prendersi cura di TUTTA la Chiesa...
Risponderà a Dio delle sue manchevolezze, ma i dati leggibili accanto ad un pontificato di oltre 25 anni, dimostrano palesemente questo atteggiamento...
In certe operazioni ha agito anche senza consultare il Pontefice ma agendo di sua iniziativa...naturalmente a "nome del Papa"....
Non è un segreto che per certi appuntamenti e certe udienze dal Papa si faceva pagare le visite...
Come non è un mistero i soldi versati da Kiko per ottenere i favori della Curia e di certo mons. Filoni...
Come non è un segreto che Dziwisz fece addirittura allestire una cameretta a Kiko e a Carmen in Vaticano per le loro trasferte romane...privilegio venuto meno con Benedetto XVI che sembra abbia detto che "il Vaticano NON E' UN ALBERGO"!
tutti lo sapevano e tutti tacevano, non si sa se il Papa ne fosse al corrente e preferisco pensare di no...perchè se fosse un si, altro che santo subito!

E non aggiungo altro!!!
^__^

Anonimo ha detto...

Cara Caterina, le tue esternazioni sono a dir poco sconvolgenti.
Al riguardo,penso che Giovanni Paolo II, proprio perché dava ampio spazio ai collaboratori, ignorasse del tutto questa circostanza, così come Benedetto XVI, e di questo ho certezza, è tenuto all'oscuro di alcune situazioni e/o aspetti.
Comunque, Caterina, non sarebbe male se aggiungesssi dell'altro.

Anonimo ha detto...

Inviterei i postisti ed i redattori del blog a non cadere "nella sindrome
dell'accerchiamento", nella psicosia emotiva per cui le vicende negative della Chiesa (pedofilia inclusa) stigmatizzate da molti, e da molti media in questo tempo, sono soltanto il frutto di beceri ed ingiusti attacchi alla Chiesa di atei ed anticlericali viscerali.
Siamo onesti con la nostra coscienza: a prescindere dalle responsabilità individuali (che possono essere di diversa o nulla entità) delle massime gerarchie del governo della Chiesa nell'ultimo mezzo secolo, è indubitabile che nella Chiesa Cattolica, purtroppo per noi credenti, furono commessi non pochi errori e tragiche omissioni o sottovalutazioni. Quindi, come cattolici, io dico che prima di "prendercela" con "i nemici della fede" dobbiamo avere il coraggio di riconoscere "gli abbondanti sbagli" che la Chiesa (e quindi, nel nostro piccolo, noi stessi, che non abbiamo vigilato e protestato come avremmo dovuto) ha compiuto. Le distinzioni e le differenziazioni tra le colpe di un papa o dell'altro, di un vescovo o dell'altro, sono inutili esercizi di retorica. La linea complessiva della Chiesa (nel caso dei pedofili, e non solo in quella devianza) fu sostanzialmente di tutta la Chiesa Cattolica.Per cui cercare i "capri espiatori" o individuare "i vergini, innocenti ed all'oscuro di tutto" è fare cattivo uso del cervello. Le cose, putroppo, sono andate così (cioè male). La Chiesa ora farà uno sforzo per depurarsi delle passate tossine; ma i nostri postisti non si facciano delle illusioni sbagliate: "i giovani di queste ultime generazioni, all'apprendimento dei fattacci, ne sono usciti sconvolti e delusi della Chiesa. Già titubavano, ora tendono ad allontanarsi del tutto. E pure gli adulti sono rimasti sconcertati e profondamente delusi.
Questa "malattia morale", purtroppo per noi, richiederà, per una guarigione completa, almeno due generazioni: almeno 50 anni, quando il male passato sarà stato rimosso dalle cronache quotidiane e quando i preti ritorneranno a fare i "preti all'antica", curando le "pecorelle o i pecoroni" nelle parrocchie, nella scuola, nella vita.

Raffaella ha detto...

E chi ha mai detto il contrario?
R.

Fabio ha detto...

La Chiesa è santa ma fatta di peccatori. Infatti Cristo è morto per i peccatori.
Tuttavia se non ci fosse stata la Chiesa, il mondo sarebbe finito da un pezzo perché si saremmo tutti sbranati a vicenda. C'è qualcuno che dubita di questo?

gemma ha detto...

alla fine si vuole arrivare sempre là, alla maggiore collegialità. Ma se le responsabilità maggiori per l'inadeguata risposta al problema pedofilia sono arrivate proprio dalle diocesi locali..!
Riguardo alla santificazione, dal mio punto di vista terrei separata la santità dell'uomo Karol, il suo rapporto con Dio, la sua condotta personale di vita, su cui nessuno credo possa avere nulla da eccepire, dalle vicende del pontificato che, è evidente, non lo hanno visto protagonista da solo.