lunedì 28 dicembre 2009

Per il Papa il contatto ravvicinato con la gente è troppo importante e quindi irrinunciabile (Conte)


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Il contatto ravvicinato con la gente troppo importante e quindi irrinunciabile

Domitilla Conte

Roma

Ha voluto in prima fila i bambini, salutarli uno per uno davanti alla mensa dei poveri della Comunità di Sant'Egidio, sorridente e per nulla preoccupato per il possibile ripetersi di episodi come quello che ha turbato la notte di Natale a San Pietro. Benedetto XVI, il Papa che quella sera, caduto a terra per la spinta dell'italo-svizzera Susanna Maiolo, 25enne con problemi psichici che voleva «avvicinarlo», si è rialzato senza fare una piega ed è andato a dire messa, ha affrontato con serenità la sua prima uscita pubblica dopo quell'episodio, in programma da tempo e svolta senza cambiamenti dell'ultim'ora al protocollo. Certo, era percepibile un occhio più attento da parte delle forze dell'ordine, alcune centinaia a vigilare sulla buona riuscita della visita, molti dei quali in borghese. Polizia in motocicletta ed elicotteri completavano l'apparato e anche le automobili di scorta sono sembrate più accostate e premurose del solito. Tuttavia, la Comunità di Sant'Egidio, tramite il suo portavoce, Mario Marazziti, ha fatto sapere che «non è stata adottata alcuna misura straordinaria», e fonti della sicurezza vaticana hanno confermato che «è stata seguita la solita procedura, appena rafforzata da una soglia più alta di attenzione».
Il tutto, pare, per espresso desiderio del Pontefice, che non voleva alcun "muro" a separarlo dai fedeli. Troppo importante il contatto con la gente. Il popolare quartiere di Trastevere era stato posto sotto il controllo delle forze dell'ordine fin dal primo mattino, chiuse alcune strade, cassonetti delle immondizie e auto in sosta sottoposti a controlli serrati. Quattro linee di autobus sono state deviate per alcune ore. Un elicottero ha controllato costantemente la zona, prima, durante e dopo la visita. Misure però – sottolineano i responsabili della sicurezza – pressoché identiche a quelle normalmente disposte in queste occasioni, perché – ha insistito ieri il Vaticano – il protocollo funziona, compatibilmente con l'impossibilità di tenere il Papa lontano dalle folle. E, quasi a voler dimostrare di non voler dare più di tanta importanza all'accaduto, Benedetto XVI si è fermato diversi minuti sulla soglia della mensa di Sant'Egidio, all'arrivo e prima di andarsene, parlando da una pedana appositamente allestita a lato della strada. Raccogliendo molti applausi e segni di solidarietà da un pubblico, in effetti, rigorosamente selezionato dal servizio d'ordine della stessa Comunità di Sant'Egidio.
L'intento era quello di fare della visita una «festa in famiglia», e tanto è stato.
Il "caso Maiolo" ha creato, certo, apprensione in quanti hanno a cuore l'incolumità del pontefice, ma, per molti versi, sembra in procinto di essere restituito alle sue reali dimensioni, quelle di un gesto imprevedibile e forse inevitabile nella circostanza, ma che l'intervento della sicurezza vaticana è riuscito comunque a limitare nelle sue possibili conseguenze.
Lo confermano le dichiarazioni fatte ieri mattina dal presidente del Tribunale vaticano, Giuseppe Dalla Torre, al quotidiano "Avvenire", in cui prevede che «il caso sarà chiuso nel giro di qualche settimana».
Intanto il cardinal Roger Etchegaray, che nell'incidente della notte di Natale a San Pietro ha riportato una frattura al femore, è stato operato ieri mattina al Policlinico Gemelli di Roma. L'intervento è riuscito e le sue condizioni cliniche – riferisce il bollettino medico – «sono buone».

© Copyright Gazzetta del sud, 28 dicembre 2009

Come gia' dicevamo ieri, il Papa non si e' rialzato "senza fare una piega", ma era visibilmente scosso, particolare che non e' sfuggito a chi segue sempre l'attivita' del Santo Padre.
R.

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