lunedì 4 gennaio 2010
Il Papa: Il disegno del Cielo non si compie automaticamente: è un progetto d'amore, genera libertà e chiede libertà (Magistrelli)
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Maghi? Economisti? No, il futuro è in Dio
Il disegno del Cielo non si compie automaticamente: è un progetto d'amore, genera libertà e chiede libertà
Lydia Magistrelli
ROMA
«La nostra speranza non fa conto su improbabili pronostici. Ma nemmeno sulle pur importanti previsioni economiche. Noi confidiamo in Dio». Queste le parole rivolte ieri ai circa 50 mila fedeli presenti in piazza San Pietro da Benedetto XVI nel primo Angelus del nuovo anno. «Il futuro non è nelle mani di maghi ed economisti, il futuro è nelle mani di Dio».
Nella visione cristiana basata sul Vangelo e sulla Sacra Scrittura – ha proseguito il Pontefice – «Dio è non soltanto creatore dell'universo, aspetto comune anche ad altre religioni, ma Padre, che ci ha scelti prima della creazione del mondo predestinandoci ad essere per lui figli adottivi e così la Legge di Dio si è fatta testimonianza vivente, scritta nel cuore di un uomo in cui, per l'azione dello Spirito Santo, è presente corporalmente tutta la pienezza della divinità. E tuttavia – per Papa Ratzinger – il disegno divino non si compie automaticamente, perché è un progetto d'amore, e l'amore genera libertà e chiede libertà.
«Il Regno di Dio – ha spiegato ancora il Santo Padre – viene certamente, anzi, è già presente nella storia e, grazie alla venuta di Cristo, ha già vinto la forza negativa del maligno. Ma ogni uomo e donna è responsabile di accoglierlo nella propria vita, giorno per giorno. Perciò, anche il 2010 sarà più o meno "buono" nella misura in cui ciascuno, secondo le proprie responsabilità, saprà collaborare con la grazia di Dio.
«Rivolgiamoci dunque – così Benedetto XVI ha esortato i fedeli – alla Vergine Maria, per imparare da Lei questo atteggiamento spirituale. Il Figlio di Dio ha preso carne da Lei non senza il suo consenso. Ogni volta che il Signore vuol fare un passo avanti, insieme con noi, verso la "terra promessa", bussa prima – ha concluso il Pontefice – al nostro cuore, attende, per così dire, il nostro «sì», nelle piccole come nelle grandi scelte. Ci aiuti Maria ad accogliere sempre la volontà di Dio, con umiltà e coraggio, perché anche le prove e le sofferenze della vita cooperino ad affrettare la venuta del suo Regno di giustizia e di pace».
Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti apprezza il «profondo discorso» del Papa: «Il nostro futuro non è un destino fisso, un progresso o un declino inevitabile: il nostro futuro dipende da noi, dalla nostra libertà, responsabilità, dalla nostra saggezza, dalla nostra speranza. Io per esempio, per questo tempo che stiamo vivendo, ho molta fiducia nella saggezza degli italiani, dei lavoratori, degli imprenditori. È per questa ragione che ho speranza. Il futuro degli uomini – ha continuato Tremonti in un'intervista al Tg1 – non è né un oroscopo né un software né un palinsesto né un programma di computer. È superstizione – ha detto senza mezzi termini il ministro che nel passato si è più volte pronunciato contro le previsioni degli economisti – voler prevedere il futuro delle cose umane, della politica, dell'economia perché questo dipende dall'uomo. Volerlo sapere a prescindere dall'uomo è arroganza, l'arroganza di una conoscenza che si crede illimitata ma che certamente illimitata non è».
L'appello del Papa dopo quelli dei giorni scorsi sul rispetto delle diversità e sulla salvaguardia dell'ambiente. Tema, quest'ultimo, rispreso dall'arcivescovo di Genova e presidente della Cei, cardinal Angelo Bagnasco: il Papa – ha rimarcato – ci ha ricordato che, pur nella importanza dell'ambiente, un'esasperazione di una mentalità ecologica non fa bene all'ecologia» e «neppure una esasperazione della mentalità biologica, cioè della vita di tutto ciò che è vitale, fa bene a una educazione ecologica». Il rischio – ha aggiunto il cardinal Bagnasco – è che «la vita dell'uomo sia equivalente ad ogni altra forma di vita vegetale o animale».
© Copyright Gazzetta del sud, 4 gennaio 2010
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