sabato 6 febbraio 2010

Caso Boffo, il Vaticano tace. Miglio: la verità non si nasconde (Monteforte)


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Caso Boffo, il Vaticano tace Miglio: la verità non si nasconde

di Roberto Monteforte

«La Chiesa sarebbe molto più danneggiata se quando ci sono delle cose che non vanno tentasse di nasconderle. Il problema è cambiare le situazioni, convertirsi, come dice il Papa.
Ciò che danneggia la Chiesa è la non volontà di conversione che ci può essere nell'uno o nell'altro».
Parla chiaro monsignor Arrigo Miglio, il vescovo di Ivrea responsabile Cei per i problemi sociali e del lavoro. Invita ad avere coraggio, ad affrontare le situazioni.
L’occasione è la presentazione alla stampa della 46a edizione delle «Settimane sociali dei cattolici italiani» che si terrà a Reggio Calabria dal 14 al 17 ottobre 2010. A margine, il vescovo risponde alle domande dei giornalisti che chiedono un commento al monito del pontefice contro il carrierismo nella Chiesa.
«Il Papa è coraggioso - ha aggiunto - perché guarda anche ai problemi che ci sono dentro la Chiesa, che è fatta di uomini e di donne, che hanno il peccato originale come tutti gli altri. Abbiamo bisogno regolarmente di chiedere perdono e di convertirci, i sette vizi capitali hanno le loro radici nel cuore di tutti: preti, laici, uomini e donne».
Quindi osserva la novità di questo Papa.
«Dice queste cose con molta chiarezza e molta schiettezza. Mi pare che abbia due tipi di interlocutori: lo dice a quelli di fuori per ricordare che non ha paura di mettere in luce i limiti e i peccati degli uomini di chiesa; lo dice all'interno della Chiesa, alla struttura, perché nessuno si senta immune e garantito. Ogni tanto dobbiamo avere l'umiltà di metterci in ginocchio».
È tempo di Quaresima, aggiunge, e ricorda la parole pronunciate nel 2005 da Ratzinger ancora cardinale, a commento della Via Crucis al Colosseo, quella «sporcizia» nella Chiesa. Poi arriva la puntualizzazione di monsignor Miglio. Nelle sue parole non vi è nessun riferimento a fatti specifici. Il suo - assicura - era un discorso generale, rivolto a tutti, «evangelico». Nessun riferimento, quindi, alla vicenda Boffo e nessun invito a fare chiarezza sui tanti punti rimasti oscuri. La consegna, almeno per ora, resta quella del silenzio. La Santa Sede non risponde ai perentori inviti del Foglio che chiede le dimissioni del direttore dell’Osservatore romano , Gian Maria Vian e neanche a chi chiede che sia data pubblicità agli atti processuali secretati, che riguardano l’ex direttore di Avvenire , Dino Boffo. La Cei e la segreteria di Stato valutano se e quando replicare agli attacchi.

La consegna del silenzio

Si è consapevoli del discredito creato dall’immagine di una Chiesa attraversata da divisioni e veleni, alimentato dalla dichiarazioni del direttore de Il Giornale , Vittorio Feltri e dalla campagna de il Foglio. Chi sa e lancia messaggi è proprio Feltri. La sua verità l’ha messa nera su bianco in prima pagina giovedì scorso.
Verità parziale. Vi è un omissis. Il nome di chi gli ha fornito il «dossier» su Boffo - lo sottolinea - solo in parte taroccato. Continua a dire e a non dire, come se volesse tenere qualcuno sulla corda. Forse punta a nascondere una verità acclarata: quegli articoli su Il Giornale sono stati parte di una precisa offensiva mediatica del premier Berlusconi. Ora si avvicina una scadenza importante. Il prossimo 22 febbraio Feltri verrà sentito dall’Ordine dei giornalisti. Dovrà dare qualche spiegazione in più sulla violenta campagna di stampa che ha portato alle dimissioni del direttore di Avvenire . Rischia la radiazione . Sarà quella, forse, l’occasione per avere chiarezza su una vicenda ancora tanto oscura. Chi dovrebbe sapere è Benedetto XVI. «È ovvio che il Papa è informato su quanto scrivono i giornali» ha affermato, ieri, il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi. È probabile che il pontefice, come già era avvenuto l'estate scorsa, abbia chiesto ai suoi collaboratori elementi di valutazione per decidere se sia il caso di intervenire.

© Copyright L'Unità, 6 febbraio 2010 consultabile online anche qui.

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