venerdì 5 febbraio 2010

Papa Ratzinger richiama i vescovi: no alle lotte di potere (Monteforte)


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Su segnalazione di Eufemia leggiamo:

Il monito all’indomani delle accuse sul coinvolgimento di esponenti vaticani nel caso Boffo

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Ratzinger richiama i vescovi: no alle lotte di potere

ROBERTO MONTEFORTE

Guardatevi dal «carrierismo e dalla ricerca del potere personale».
Il Papa ammonisce i vescovi.
Sdegno in curia per l’accusa di Feltri: uomini del Vaticano dietro l’attacco a Boffo. Ora l’obiettivo è colpire Bertone.
«Anche tra gli uomini di Chiesa esistono i mali del carrierismo e della ricerca del potere personale». È esplicito Benedetto XVI. Coglie l’occasione della sua catechesi durante l’udienza generale di ieri dedicata alla figura di san Domanico Guzman, il fondatore dei Domenicani, l’Ordine dei padri predicatori, per lanciare il suo monito.
«Non è forse una tentazione quella della carriera, del potere? Una tentazione da cui non sono immuni neppure coloro che hanno un ruolo di animazione e di governo nella Chiesa?» si è chiesto il Papa.
L’ennesimo richiamo.
Lo ha ricordato lui stesso richiamando quanto detto in settembre all'ordinazione di alcuni vescovi: «Non cerchiamo potere, prestigio, stima per noi stessi. Sappiamo come le cose nella società civile, e non di rado nella Chiesa, soffrono per il fatto che molti di coloro ai quali è stata conferita una responsabilità lavorano per sè stessi e non per la comunità».
Rifuggire dalla ricerca dei privilegi, vivere sino in fondo e con «dedizione ed umiltà» la dimensione del servizio, chiede il Papa.

IL MONITO DI RATZINGER

Ieri papa Ratzinger, poco prima che inizi la Quaresima, ha alzato i toni dei suoi richiami. Segno che vi è qualcosa di serio da correggere. Lo fa chiamando in causa Vescovi e uomini di Curia.
Come in marzo, quando in una Chiesa scossa per il «perdono» concesso ai vescovi lefebvriani nella sua lettera inviata a tutti i vescovi del mondo osservava con amarezza: «Purtroppo ancora oggi nella Chiesa c’è il mordersi e il divorarsi a vicenda, come espressione di una libertà male intesa».
Parole che pesano all’indomani del giro di accuse per possibili coinvolgimenti di autorevoli figure del Vaticano nella vicenda Boffo, alimentato dalle dichiarazioni del direttore de Il Giornale, Vittorio Feltri. Arrivano mentre monta la polemica su chi sia stato il vero regista dell’operazione conclusasi con le dimissioni dell’allora direttore di Avvenire. Che viene presentata come vittima, più che della ritorsione berlusconiana, dello scontro interno alla Chiesa tra segreteria di Stato e conferenza episcopale italiana. Meglio ancora, tra i cardinali Tarcisio Bertone e Camillo Ruini.
Perché, anche se alla guida della Cei vi è il cardinale Angelo Bagnasco, l’uomo forte, la guida politica dell’episcopato italiana, resterebbe ancora il cardinale di Sassuolo. L’oggetto del contendere sarebbe la responsabilità sulle scelte «politiche» della Chiesa in Italia. Che siano diverse le sensibilità lo si è visto proprio nella reazione allo scandalo suscitato dai disinvolti comportamenti sessuali di Berlusconi.
L’Avvenire dà voce alla protesta scandalizzata del popolo delle parrocchie. L’Osservatore romano, quindi la segreteria di Stato, la ignora. Due linee, non solo editoriali, diverse. Dino Boffo per questo è stato colpito da Feltri. Ora è lo stesso direttore del quotidiano berlusconiano a lanciare altre bordate.
Invita a cercare in Vaticano i padrini del killeraggio. Non fa nomi ma offre l’identikit del mandante. Delinea il profilo di Gian Maria Vian, il direttore dell’Osservatore Romano.
Dietro di lui ci sarebbe il segretario di Stato, cardinal Bertone. Tutto da verificare.

LA TESTA DI VIAN

Bocche cucite in Vaticano. Ma l’obiettivo su cui puntare è stato indicato.
Dopo Boffo si vuole la testa di Vian? Sarebbe una brutta guerra dei veleni in Vaticano. La esclude con decisione il potente prefetto della Congregazione dei vescovi, cardinale Giovan Battista Re. Va oltre.
Lancia l’accusa di piste false indicate per creare «diversivi». Per coprire i veri registi dell’operazione che andrebbero cercati fuori le mura vaticane.
Resterebbe il discredito sulla Chiesa e sulle sue «istituzioni» che fanno quadrato attorno alla segreteria di Stato. Sarà papa Ratzinger a decidere. Intanto ha confermato «sine die» il cardinale Bertone come suo segretario di Stato. C’è però chi
punta adindebolirne la figura. Vi sono passaggi delicato Oltretevere. Sono in vista avvicendamenti in importanti dicasteri di Curia. Si vogliono condizionare le scelte, magari a destra?

© Copyright L'Unità, 4 febbraio 2010 consultabile online anche qui.

Siamo davvero sicuri che la curia romana, tutta la curia romana, stia facendo quadrato attorno alla Segreteria di Stato?
R.

1 commento:

Anonimo ha detto...

La conclusione è simpatica e rivelatrice di una verità piccola piccola...Magari a destra? Vuol dire che fino ad ora ai sinistri dell'unità una chiesa sinistra, quindi solo umana, andava bene! Ottimo! Preghiamo perchè siano nomine tutte a destra! Di uomini che del mondo se ne fregano ed operino per la salvezza delle anime che, come ricorda BXVI;viene prima della giustizia redistributiva!
Matteo Dellanoce