giovedì 25 febbraio 2010
La Cei: «Mafia e corruzione paralizzano il Mezzogiorno» (Tornielli)
Vedi anche:
Documento Cei “Per un Paese solidale. Chiesa italiana e Mezzogiorno”: raccolta di articoli e commenti
Cristiani assassinati, il Papa chiede all'Iraq "rispetto" e "tutela" per la comunità (Gasparroni)
I piccoli Dan Brown di Repubblica si sognano il pericolo CL in Vaticano (Santambrogio)
La Cei: l'intreccio mafia-politica blocca il Sud (Magistrelli)
La Cei: basta collusione, serve una nuova leva di politici (Izzo)
Stranezze ambrosiane: Tettamanzi e Lerner, Quaresima in tv (Gnocchi e Palmaro)
L'ANTIDOTO ALL'ANESTETICO DELLA MODERNITA': l'invito del Santo Padre ai sacerdoti ad essere “uomini”. Il commento di Maria
A colloquio con il presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche: La ricerca al servizio della verità (Gori)
Secondo Di Giacomo a Benedetto XVI vengono negate collaborazione e lealtà anche da organi importanti del sistema pontificio. Giusto ma...
Il Papa: Ricordo che la schiavitù del denaro e l'ingiustizia hanno "origine nel cuore umano, dove si trovano i germi di una misteriosa connivenza col male" (Messaggio per la campagna della fraternità ecumenica 2010 in Brasile)
Resa nota una lettera inviata il 2 gennaio dal card. Bertone al premier al-Maliki: il Papa chiede rispetto per i diritti dei cristiani in Iraq
Giornata della penitenza agli esercizi spirituali della Quaresima in Vaticano: la lotta della preghiera per vincere i dubbi della fede
Leggenda nera e anima candida del Grande Inquisitore.Un bavarese un pò orso e (quasi) progressista. Ritratto del card. Ratzinger a cura di L. Brunelli
Quei sacerdoti in India: ecco cos’è dedicarsi agli altri (Camon). Frattini: «Fermiamo gli attacchi ai Cristiani» (Mazza)
Il dolore del Papa per i cristiani uccisi a Mossul. L'arcivescovo Casmoussa: fallite le promesse sulla sicurezza (Radio Vaticana)
La schiavitù del denaro ha origine nel cuore: così Benedetto XVI nel Messaggio per la Campagna di fraternità in Brasile (Radio Vaticana)
"Papessa" luterana ottiene la fiducia dei suoi vescovi nonostante l'arresto per guida in stato di ubriachezza. Di poco fa la notizia delle sue dimissioni dalla carica
Dopo l’invito del Papa a non confondere Bene e Male, viaggio con Manlio Sgalambro nel complesso territorio della nostra condizione terrena (Paradisi)
CHIESA E MEZZOGIORNO - Per un Paese solidale. Documento dei vescovi a 20 anni da "Sviluppo nella solidarietà"
Con le parole della sua lingua, Papa Ratzinger ha infranto vecchi tabù richiamando la schiettezza evangelica (Accattoli)
Sul digiuno quaresimale e le ipocrisie contemporanee (Francesco Colafemmina)
Iraq, Mons. Nona: "Cristiani nel panico ed in fuga". Appello all'Unione Europea (Sir)
Cristiani uccisi a Mosul, Mons. Casmoussa: il Papa è informato (Sir)
Sindone, troppi fedeli. Serve l’apertura notturna (Beppe Minello)
La vuota politica che i Cattolici possono rianimare (Volontè)
I vescovi tedeschi, muti quando si tratta di difendere il Papa, ritrovano la grinta quando devono proteggere se stessi e lanciano ultimatum al governo Merkel
Più protezione per il Papa ma senza limitare i contatti con i fedeli (Luigi Accattoli)
«Mafia e corruzione paralizzano il Mezzogiorno»
di Andrea Tornielli
Roma
Il «cancro» della mafia, diffuse forme di corruzione e di illegalità, «meccanismi perversi» o «semplicemente malsani» nell’amministrazione della cosa pubblica, le inadeguatezze «presenti nelle classi dirigenti» paralizzano lo sviluppo del Mezzogiorno «il complesso panorama politico ed economico nazionale e internazionale» lo sta trasformando «in un collettore di voti per disegni politico-economici estranei al suo sviluppo».
È forte la denuncia contenuta nel documento Per un Paese solidale. Chiesa italiana e Mezzogiorno, reso noto ieri dalla Cei dopo una lunga gestazione. Un documento che chiede di investire sull’educazione dei giovani e invita la società civile a un rinnovato protagonismo. I vescovi dedicano molto spazio alla mafia nella loro analisi, ma spiegano che «l’economia illegale» nel Mezzogiorno non si identifica totalmente con il fenomeno mafioso, «essendo purtroppo diffuse attività illecite non sempre collegate alle organizzazioni criminali, ma ugualmente deleterie», come «usura, estorsione, evasione fiscale, lavoro nero». Ciò rivela - spiega la Cei - «una carenza di senso civico, che compromette sia la qualità della convivenza sociale sia quella della vita politica e istituzionale, arrecando anche in questo caso un grave pregiudizio allo sviluppo economico, sociale e culturale».
Riprendendo le condanne già espresse nel passato, ma senza riferimenti espliciti alla scomunica degli affiliati, la Chiesa italiana definisce la mafia «un vero e proprio cancro», una «tessitura malefica che avvolge e schiavizza la dignità della persona» che avvelena la vita sociale, perverte la mente di tanti giovani e soffoca l’economia.
«Il controllo malavitoso del territorio - si legge nel documento - porta a una forte limitazione, se non addirittura all’esautoramento dell’autorità dello Stato e degli enti pubblici, favorendo l’incremento di corruzione, collusione e concussione, alterando il mercato del lavoro, manipolando gli appalti, interferendo nelle scelte urbanistiche e nel sistema delle autorizzazioni e concessioni, contaminando così l’intero territorio nazionale». I vescovi scrivono che negli ultimi vent’anni «le organizzazioni mafiose, che hanno messo radici in tutto il territorio italiano» sviluppando attività economiche con tecniche e metodi del capitalismo più avanzato. La Cei chiede «un preciso intervento educativo, sin dai primi anni di età, per evitare che il mafioso sia visto come un modello da imitare» e nel documento definisce le mafie come «strutture di peccato». Non manca un cenno autocritico, quando si ricorda che «le Chiese debbono ancora recepire sino in fondo la lezione profetica di Giovanni Paolo II e l’esempio dei testimoni morti per la giustizia», dato che «tanti sembrano cedere alla tentazione di non parlare più del problema o di limitarsi a parlarne come di un male antico e invincibile».
Impietosa anche l’analisi sulla politica meridionale: «Il cambiamento istituzionale provocato dall’elezione diretta dei sindaci, dei presidenti delle province e delle regioni, non ha scardinato meccanismi perversi o semplicemente malsani nell’amministrazione della cosa pubblica, né ha prodotto quei benefici che una democrazia più diretta nella gestione del territorio avrebbe auspicato». E «l’urgenza di superare le inadeguatezze presenti nelle classi dirigenti» porta i vescovi ad auspicare una nuova classe di laici cristiani impegnati, per aiutare i giovani «ad abbracciare la politica, intesa come servizio al bene comune».
Il documento - che dedica spazio anche all’immigrazione, alla disoccupazione, alla condizione della donna - affronta il tema del federalismo, che sarebbe «una sconfitta per tutti» se accentuasse la distanza tra le diverse parti d’Italia, ma che potrebbe rappresentare «un passo verso una democrazia sostanziale» se «solidale, realistico e unitario».
© Copyright Il Giornale, 25 febbraio 2010 consultabile online anche qui.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
Tante condivisibilissime denunce, analisi e "lezioni profetiche" che nella realtà si traducono in parole, parole, parole. Servono fatti. E un fatto sarebbe procedere a una vigorosa pulizia della corruttela e della connivenza da cui, purtroppo, neppure la Chiesa italiana può dirsi totalmente immune. Non fosse altro per onorare degnamente la memoria dei tanti sacerdoti morti ammazzati e supportare validamente i tanti testimoni che lottano in prima fila.
Alessia
Posta un commento