sabato 6 febbraio 2010
Lefebvriani, Mons. Fellay: accordo con il Vaticano "umanamente" impossibile ma la Chiesa è una realtà "soprannaturale" (Asca)
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LEFEBVRIANI: FELLAY, ACCORDO CON VATICANO UMANAMENTE IMPOSSIBILE
I colloqui dottrinali con il Vaticano ''non servono a niente'' e ''umanamente, non arriveremo mai ad un accordo'': e' quanto ha confessato, nel sermone pronunciato durante la cerimonia di consegna della tonaca a 13 giovani seminaristi lo scorso 2 febbraio, a Flavigny, in Francia, il superiore dei lefebvriani, mons. Bernard Fellay.
''Ci facciamo sempre la domanda - ha detto il capo della Fraternita' Sacerdotale San Pio X -, cosa fare con Roma, quale sara' il risultato delle discussioni con Roma, si arrivera' ad un accordo?
Sinceramente, parlando umanamente, non lo vediamo arrivare questo accordo. Cosa vuol dire accordo? Su cosa siamo d'accordo?''. ''Se discutiamo, e non negoziamo, discutiamo - ha aggiunto - e' nella speranza che questa verita', che questa parola che proclamiamo ai massimi livelli della Chiesa, tocchi i cuori... poiche' abbiamo i mezzi di aprire la bocca, abbiamo il dovere di aprirla. Questo non vuol dire che dimezzeremo la verita' per cercare di trovare un cammino mediano, assolutamente no, anzi''.
''Allora - ha ribadito mons. Fellay -, umanamente, non arriveremo mai ad un accordo; si', umanamente non arriveremo ad un accordo, per come vediamo adesso le cose, umanamente non serve a niente''.
Il prelato lefebvriano ha pero' voluto aggiungere una nota di speranza: ''Quando parliamo della Chiesa non parliamo di 'umanamente', parliamo di una realta' soprannaturale. Sappiamo che le cose sono nelle mani di Dio, che ha i mezzi per rimettere la Chiesa in carreggiata''.
Sulla messa tridentina in rapporto a quella riformata voluta dal Concilio Vaticano II, mons. Fellay ha anche osservato: ''Ci si chiede a volte quali sono i punti comuni, talmente e' differente. Come e' possibile che tutto non sia cambiato. Quando sentiamo oggi, anche da Roma, che niente e' cambiato, che e' la stessa cosa, si rimane un po' interdetti. Quando si dice che non c'e' differenza tra le due messe, vorrei che aprissero gli occhi, non e' difficile''.
© Copyright Asca
Ci si aspetterebbe maggiore gratitudine per il Santo Padre ed invece ciascuno pensa per se'...
R.
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15 commenti:
La superbia è il peccato, molto 'umano', dei Lefèbvriani. Da sempre.
Se riuscissero a mettersi, umilmente, davanti al Protagonista...
Buongiorno Raffa. La parola gratitudine è ancora presente nel vocabolario? Mah. Intanto Rep. continua a rimestare il fango, sotto sotto forse c'è qualche donnina, stai a vedere che adesso spunta fuori la d'Addario. Ormai l'Italia è una Repubblica fondata sul gossip. Che pena! Prego tanto per Benedetto.
Per Sonny: purtroppo la gratitudine e la riconoscenza non sono di questo mondo! Ogni volta che il nostro pontefice tende una mano c'è qualcuno che la rifiuta ed in malo modo..............! Per quanto riguarda il resto, non sò se ci sia un termine per definire in modo appropriato tutto questo schifo!!!!!!!!!
L'unica persona di cui mi preoccupo è Benedetto XVI il resto può anche sparire in un cratere.
Davvero una bella eredità..........!
La scomunica non andava tolta!
Ma non erano stati loro (i lefebvriani) a supplicare il Papa di togliere la scomunica e a voler rientrare nel seno della Chiesa ? o ricordo male? o pensavano di poter dettare condizioni? Maria Pia
siate onesti:chi glielo fa fare ai lefebvriani di rientrare in questa chiesa malata di potere?
meglio che ne restino fuori così non si contaminano.
mi dispiace per il papa,il solo uomo per bene in tutto questo casino.
perché, non sono forse contaminati, i lefebvriani? chi è senza peccato scagli la prima pietra! allora chi glielo ha fatto fare a san francesco di restare in quella chiesa dei suoi tempi, pure quella malata di potere tanto quanto oggi? se ragionassero tutti così...
cmq, anche a me dispiace per il papa, unico uomo di vero ecumenismo in mezzo a questo feudalesimo ecclesiale
Caro don marco per una volta non sono d'accordo con lei!
Se si vuole arrivare all'unità della chiesa, bisogna trattare anche con chi è più che recalcitrante. Il Papa togliendo la scomunica non ha fatto altro che un gesto per favorire questo riavvicinamento che può essere condivisibile oppure no!
La verità è che ogni volta che Benedetto XVI tenta di instaurare un dialogo serio e raggiungere il suo obbiettivo c'è che rema contro. Sono sicura che anche in questo caso è stato così!
Comunque, un tentativo andava fatto.
Del resto, è anche capibile la riflessione di onestamente delle ore 10.00.
Credo che in tutta questa situazione, di cui il primo a soffrirne è il Nostro SALVATORE, IL SIGNORE GESU',ci possa essere per parte umana il grosso rischio di cedere a 2 tentazioni:la prima è quella di non condividere la revoca della scomunica; la seconda quella di schierarsi favorevolmente verso chi non vuole rientrare nella piena comunione con la CHIESA. Non mi stupisce che il PAPA venga rifiutato, cosi' è stato fatto con CRISTO e il suo Vivario ne ricalca pienamente le orme. Condivido il commento di Raffaella.
don Alessandro
Il diavolo (colui che divide) deve essere molto contento. Bisogna pregare per l'unità della chiesa. Comunque credo che anche i lefevriani si divideranno, se continuano così... (lo scisma dello scisma).
Vi ricordate la lettera aperta di Padre Scalese a Mgr. Fellay ?
http://querculanus.blogspot.com/2009/07/lettera-aperta-mons-fellay.html
Per chi vuole ascoltarsi tutta l'omelia in questione del 2 febbraio (dura 39 minuti !) ecco il link:
http://www.dici.org/?p=13869
Credo che siamo piu' che fondate le considerazioni di don Alessandro.
La revoca della scomunica e' stata un grande atto di misericordia che va condiviso fino in fondo.
D'altra parte pero' si deve resistere alla tentazione di dare ragione a chi, orgogliosamente, decide di restare fuori dalla Chiesa perche' essa sarebbe "impura".
Come scrisse una volta il teologo Ratzinger, e' molto piu' facile andarsene sbattendo la porta che restare nella Chiesa e affrontare i problemi.
R.
Sono d'accordo con Mgr Fellay: queste discussioni, umanamente parlando non servono a niente.
Ma sono ancora più positivo di lui quanto al futuro, perchè ( parafrasandolo) ''Quando parliamo della Chiesa non parliamo di 'umanamente', parliamo di una realta' soprannaturale. Sappiamo che le cose sono nelle mani di Dio, che ha i mezzi per rimettere la Fraternità Sacerdotale San Pio X in carreggiata''.
Il nocciolo del problema è che l'ecclesiologia dei seguaci della FSSPX, semplicemente, non è cattolica e, malgrado il suo tentativo finale di "recupero" sulla Santa Messa, quest'ultima non c'entra niente.
Bene ha fatto S.S. Benedetto XVI di levare la scomunica ed iniziare il dialogo: tutti i nodi vengono al pettine e si vede chi è davvero cattolico romano nei fatti e non solo nei discorsi ideologici
In Pace
Simon de Cyrène
Viva la sincerita'.
Grazie a Mons. Fellay per le parole vere e non politicamente corrette.
La Fraternita' fara' la sua parte, poi e' Roma che deve cambiare atteggiamento.
E di molto. come ha fatto dopo 40 anni sulla messa antica.....
Roma deve porre mano al Concilio sulla linea gettata dal Gherardini e veramente togliere dai testi conciliari cio' che e' ambiguo.
Continure a ripetere il ritornello di un ermeneutica della continuita', senza iniziare a togliere cio' che di continuo nn c'e' dal concilio in avanti, nn serve a nulla.
E' un lavoro che Pietro deve decidersi a fare, e solo lui puo' farlo.....
Questo e' il nocciolo.
Il resto chiacchiere.
Permettetemi di chiedervi di ascoltare l'omelia di Mons. Fellay. Si trova (in francese) nel sito www.laportelatine.org; la parte dedicata ai colloqui con Roma è quella finale.
Vi chiedo di farlo per un motivo molto semplice: perché le parole estratte dall'omelia, così come sono riportate dall'Asca, non rivelano l'intento di Monsignor Fellay. Ciò che lui afferma è molto semplice: oggi la situazione nel mondo cattolico è talmente grave e c'è talmente tanta confusione, che mettere la questione sul piano di un semplice "accordo umano" tra la Fraternità ed il Vaticano significa non aver capito nulla. Ciò che la Fraternità può fare e sta facendo "umanamente" è quello di discutere di oggettivi problemi dottrinali, che sono all'origine di questa situazione. Ma pensare che questo sia sufficiente per risanare la cosa è veramente una pia illusione... Infatti Monsignore afferma ciò che ogni vero cattolico non può non condividere: e cioè che da queste tremenda crisi si può uscire solo con la santità (questo l'Asca lo passa sotto silenzio, mentre invece è il cuore del discorso!). E' ciò che ci consegna la storia della Chiesa: sono i santi ad aver ridonato vigore e slancio alla Chiesa, in situazioni che umanamente sembravano irrecuperabili.
Allora quell' "umanamente impossibile" pronunciato da Mons. Fellay non ha un senso dispregiativo nei confronti di nessuno, ma è semplicemente la presa di coscienza che il disorientamento è tale che questi colloqui sono sì necessari, ma affatto sufficienti.
Stiamo perciò attenti (lo dico anzitutto per me) a far volare parole pesanti: superbia, schifo, ingratitudine,... Il giudizio temerario resta pur sempre un peccato.
Non dobbiamo avere la pretesa di dare subito giudizi ( questo vale per tutte e due le parti)…
Fellay parla nuora perché suocera capisca.....
i colloqui sono condotti in una maniera riservatissima, quasi blindata e questo non immaginate minimamente quanta fibrillazione abbia messo a molti progressisti che si può dire tengono il papa sotto un costante pressing anti lefebvriano; il papa è però fermamente intenzionato a risolvere la questione.
Fellay pertanto non parla al papa ma a quei vescovi cardinali ed intere conferenze episcopali che stanno facendo di tutto, ma propio di tutto, per impedire la risoluzione della vicenda.
ecco perché Fellay parla di un qualcosa umanamente impossibile; ma, aggiunge, la Chiesa è una realtà soprannaturale guidata dallo Spirito Santo, non dalle conferenze episcopali progressiste.
Il papa seguirà lo Spirito Santo che soffia in direzione di "dell'unità" o seguirà quei vescovi che soffiano in direzione della rottura?
Io credo che BXVI abbia + voglia di seguire lo Spirito Santo.
bisogna pregare perché le forze avverse non prevalgano.
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