lunedì 22 marzo 2010
Card. Cottier: C' è stata troppa leggerezza nel passato. Benedetto XVI vuol combattere il male (La Rocca)
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IL TESTO DELLA LETTERA DEL SANTO PADRE AI CATTOLICI D'IRLANDA
LETTERA PASTORALE DEL SANTO PADRE AI CATTOLICI D'IRLANDA: LO SPECIALE DEL BLOG
C' è stata troppa leggerezza nel passato
Benedetto XVI vuol combattere il male
Repubblica — 21 marzo 2010 pagina 13 sezione: POLITICA ESTERA
ORAZIO LA ROCCA
CITTA' DEL VATICANO
Cardinale Cottier, come giudica la lettera che Benedetto XVI ha scritto ai cattolici irlandesi? Qualcuno dice che forse poteva essere più incisiva.
«No, secondo me il Santo Padre ha scritto un testo ampio, esauriente, molto profondo. Direi proprio completo. Una lettera che servirà certamente a combattere un male tanto abominevole come è quello della pedofilia e delle violenze sessuali su minori. E' una lettera scritta ai cattolici irlandesi, ma che si rivolge alla Chiesa intera e a tutti gli uomini di buona volontà, esortati dal Santo Padre a collaborare per far sì che in futuro vicende così gravi non si ripetano mai più».
Domenicano nativo della Svizzera, il cardinale Georges Cottier è Teologo emerito della Casa Pontificia. Stretto collaboratore di Giovanni Paolo II, prima, ed ora di papa Ratzinger, accanto al quale ha operato anche quando l' attuale Pontefice era prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede. Secondo il porporato, Benedetto XVI «in questa lettera ha mostrato coraggio, sensibilità pastorale, ma soprattutto attenzione per le vittime e ferma condanna per i responsabili di crimini tanto orrendi».
Qual è l' aspetto della lettera che l' ha colpita di più?
«Sono tanti gli aspetti di questa lettera che fanno pensare. Confesso, però, che mi ha sorpreso il livello spirituale e il tasso di misericordia che permea tutto il testo. Il Papa si rivolge come un padre a tutti i cristiani, parla alle vittime, ai genitori, alle famiglie, ma anche ai responsabili di atti così osceni invitandoli con fermezza a chiedere perdono del male fatto, a sottoporsi alla giustizia civileea fare penitenza».
Il Papa tenta anche di fare una lettura delle cause di comportamenti tanto perversi.
«E' vero. Il Santo Padre fa anche una buona analisi dei grandi cambiamenti sociali che negli anni hanno causato tanto dolore. Non manca, però, di invitare tutto il corpo della Chiesa a ripensare la vita apostolica e sacerdotale. Ma chiede anche perdono per il male che alcuni sacerdoti hanno fatto ai piccoli ed evoca quanto Gesù afferma nel Vangelo in difesa dei bimbi».
Un monito evangelico attualissimo, ma forse dimenticato. Non è così?
«E' un richiamo sempre attualissimo che il Papa ha fatto bene a richiamare nella sua lettera. Ma oserei dire che è un richiamo destinato non soloa quegli uomini di Chiesa che hanno sbagliato, ma a tutti quelli che commettono simili abusi sui minori nella società, nelle famiglie o durante i tour turistici sessuali. E' una triste realtà che non va mai dimenticata, senza con questo voler dimenticare le responsabilità dei sacerdoti che hanno commesso atti tanto abominevoli e gravissimi, per i quali il Santo Padre non ha nascosto il suo turbamento».
Benedetto XVI ha invocato anche il giudizio civile per chi, nella Chiesa, commette violenze sessuali sui bambini.
«Sì. Su questo aspetto ha detto parole franche ed importanti. Per questo dico che la lettera è veramente un passo avanti nella lotta ad un male tanto odioso che siè infiltrato nella Chiesa e nella società».
Il Papa richiama alle loro responsabilità anche chi non ha vigilato attentamente, come alcuni vescovi.
«Ed ha fatto benissimo. Purtroppo negli anni passati questi crimini sono stati coperti da atteggiamenti di omertà da quei vescovi che avrebbero dovuto vigilare, ma che, forse per timore di fare scandalo, hanno preferito taciuto. O al massimo, hanno spostato in altre parrocchiei sacerdoti che venivano accusati di molestie. Sbagliando. Purtroppo, c' è stata troppa leggerezza. E forse anche qualcuno sperava che da certe patologie, come la pedofilia, si poteva guarire. Errori gravissimi che sono stati causa di danni altrettanto gravissimi su bambini innocenti, molti dei quali rimasti segnati per tutta la vita. Ma ora tutto questo non deve succedere mai più».
© Copyright Repubblica, 20 marzo 2010 consultabile online anche qui.
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3 commenti:
Raffa, ti segnalo lo splendido commento dell'elefantino:
Sulla bella lettera di Benedetto alla nuova Corinto d’Irlanda
La lettera del Papa sugli abusi dei preti in Irlanda è molto bella, nella sua tristezza e nella sua speranza, ma sopra tutto nella sua lingua severa, ferma, sincera, con un’espressività che viene da due millenni di saggezza pastorale e di drammi dell’incarnazione e della storia. Il Papa attua una conversazione paolina e paterna con la comunità umana irlandese, con questa specie di nuova Corinto inselvatichita nel peccato e nel crimine; e conversa sotto la sorveglianza teologica e morale di concetti per noi del tutto desueti, almeno nel secolo e nell’orizzonte fondamentalmente non cristiano o post cristiano del nostro tempo: il pentimento, la riconciliazione, la preghiera e l’adorazione eucaristica come mezzi speciali di guarigione e di rinnovamento nella fede, da affiancare all’esame di coscienza, alla denuncia canonica e penale, alla piena disponibilità richiesta di rispondere, non solo davanti a Dio, ma anche davanti ai tribunali del male fatto alla dignità umana da parte degli abusatori.
Benedetto, e non poteva essere diversamente, ha fatto la sua parte di custode del gregge con l’intelligenza sensibile che le persone non prevenute gli riconoscono, mettendo in rilievo la necessità di risarcire le vittime degli abusi di quanto non è umanamente risarcibile, e dunque spostando per quanto possibile sul terreno dello spirito dannazioni che nascono nel campo di battaglia della carne. Un gesto di intonazione monacale, davvero benedettino.
Da subito, la lettera è stata criticata con asprezza dai soggetti che nel mondo nutrono la campagna anticattolica e alimentano la sua risonanza mediatica, con lo scopo di modificare nel profondo la natura speciale della chiesa cattolica, secolarizzandola a forza, democratizzandola, assoggettandola mediante assedio culturale e civile a protocolli ad essa estranei, e naturalmente demonizzando la sua vita vera e intera, deformando e sfigurando il suo volto umanodivino (che è poi Cristo), svalutando miserevolmente il tesoro di virtù, di eroismi e santità di cui la chiesa cattolica, insieme con molte altre denominazioni cristiane, è testimone ai quattro angoli del mondo.
Non ho mai letto, per converso, un documento autorevole così raggiante di ispirazione etica, così rigoroso e autentico, con il quale il secolo e le sue istituzioni abbiano mai connotato, assumendosene pienamente le responsabilità, le immense pene inferte all’umanità dal processo della storia e della cultura e della spiritualità che ha rifiutato Cristo, il trascendente, la chiesa stessa. Altro che la pedofilia di alcuni preti. Il Novecento è stato il secolo del Gulag e della Shoah, ma nessuna confessione pubblica, nessuna proclamazione di vergogna, nessuna ostentazione umile di rimorso, nessuna analisi spiritualmente impegnativa è davvero stata prodotta, e nemmeno tentata, dai guardiani della storia, dalle forze che hanno ingaggiato la brutale corsa atea e profana dei tempi moderni. Una corsa che, adesso, vuole tagliare il traguardo della punizione finale della chiesa per le colpe di alcuni sui figli. E vuol farlo piena di buona coscienza e di lurida voluttà. Che laica vergogna, è il caso di dire.
Leggi la lettera del Papa
© 2009 - FOGLIO QUOTIDIANO
Attenzione allo sporco gioco du rep.
Tarquini intervista il presidente del movimento dissidente Wir sind kirsche. Il titolo non corrisponde al testo Il pontificato mai così oscurato). Tarquini pare voler mettere in bocca le risposte all'interlocutore. Comunque, è chiaro l'intento dei progressisti di costringere il Papa a fare concessioni.
Buona giornata, Raffa.
Alessia
Ps.: il testo di Ferrara non è ancora online
Alessia
Grazie, Alessia :-)
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