Il Papa affida al cielo «i popoli e le nazioni del mondo» e alla Vergine di Fatima «i sacerdoti» (Gagliarducci)

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Il Papa: "Tra tante istituzioni sociali al servizio del bene comune, vicine alle popolazioni bisognose, si contano quelle della Chiesa cattolica. Bisogna che sia chiaro il loro orientamento, perché assumano un’identità ben evidente: nell’ispirazione dei loro obiettivi, nella scelta delle loro risorse umane, nei metodi di attuazione, nella qualità dei loro servizi, nella seria ed efficace gestione dei mezzi" (Discorso)

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Il Papa affida al cielo «i popoli e le nazioni del mondo» e alla Vergine di Fatima «i sacerdoti». Chiede ai vescovi di non vergognarsi della loro fede, e di essere da stimolo per quanti difendono il Magistero. Parla alle organizzazioni della pastorale sociale e chiede che «sia chiaro il loro orientamento», esprimendo apprezzamento «a tutte quelle iniziative sociali e pastorali che cercano di lottare contro i meccanismi socio-economici e culturali che portano all'aborto e che hanno ben presenti la difesa della vita e la riconciliazione e la guarigione delle persone ferite dal dramma dell'aborto». Il secondo giorno a Fatima è per il Pontefice un bagno di folla: sulla spianata del Santuario, dove celebra la Messa, ci sono mezzo milione di persone, che il Papa solca due volte con la Papamobile. Ad ascoltare Wojtyla, nel 2000, c'erano 400 mila, un centinaio di migliaia in meno. E circa mezzo milione erano mercoledì a celebrare il Rosario, mentre quasi trecentomila erano ad ascoltare la Messa a Lisbona. Sono numeri che testimoniano una fede ancora viva in Portogallo. Un paese che è avviato verso una progressiva secolarizzazione (dal 2008 è stato depenalizzato l'aborto, quest'anno legalizzate le coppie gay), ma nel quale la fede è ancora viva. Dopo la «giornata della purificazione» di mercoledì, il Papa affida di nuovo i sacerdoti alla Vergine.
Le sfide che li attendono sono dure: «Si illuderebbe - dice Benedetto XVI - chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa». La Madonna è venuta ad offrirsi per salvare la famiglia umana, «pronta a sacrificare i suoi legami più santi sull'altare di gretti egoismi di nazione, razza, ideologia, gruppo, individuo». «L'uomo - aggiunge Ratzinger - ha potuto scatenare un ciclo di morte e di terrore, ma non riesce ad interromperlo». Per il Papa, la risposta deve venire prima di tutto dai sacerdoti: lo dice ai vescovi del Portogallo, che incontra in serata. «C'è bisogno - afferma il Papa - di autentici testimoni di Gesù Cristo, soprattutto in quegli ambienti umani dove il silenzio della fede è più ampio e profondo: i politici, gli intellettuali, i professionisti della comunicazione che professano e promuovono una proposta monoculturale, con disdegno per la dimensione religiosa e contemplativa della vita». Punta il dito contro i «credenti che si vergognano e che danno una mano al secolarismo, costruttore di barriere all'ispirazione cristiana». E sostiene quanti «con coraggio» mantengono in ambienti secolarizzati «un vigoroso pensiero cattolico, fedele al magistero».
Un invito a essere presenti e vivi nella società che il Papa aveva fatto nell'incontro precedente, all'incontro con le organizzazioni della Pastorale Sociale. Le istituzioni della Chiesa Cattolica (che rappresentano il 70 per cento del Welfare portoghese) devono avere «un chiaro orientamento, perché assumano un'identità ben evidente: nell'ispirazione dei loro obiettivi, nella scelta delle loro risorse umane, nei metodi di attuazione, nella qualità dei loro servizi, nella seria ed efficace gestione dei mezzi». Il Papa approva una delle ultime conclusioni pastorali delle organizzazioni, di formare «nuovi leader servitori». E ricorda: siamo «consapevoli, come Chiesa, di non essere in grado d'offrire soluzioni pratiche ad ogni problema concreto, ma sprovvisti di qualsiasi tipo di potere, determinati a servire il bene comune». «È un passo fondamentale - aggiunge - concedere all'attività caritativa cristiana autonomia e indipendenza dalla politica e dalle ideologie, anche se in collaborazione con gli organi dello Stato per raggiungere scopi comuni».
Un ruolo sempre più difficile per i sacerdoti, che devono prima di tutto vivere la fede. «Infatti - dice il Papa ai vescovi - quando, nel sentire di molti, la fede cattolica non è più un patrimonio comune della società e, spesso, si vede come un seme insidiato e offuscato di divinità e signori di questo mondo, molto difficilmente essa potrà toccare i cuori mediante semplici discorsi o richiami morali, e meno ancora attraverso generici richiami ai valori cristiani». Tra sette anni sarà il centenario dell'apparizione. Il Papa lo ricorda nella Messa. E afferma: «Sono venuto a Fatima perché verso questo luogo converge oggi la Chiesa pellegrina voluta dal Figlio suo quale strumento di evangelizzazione e sacramento di salvezza».

© Copyright Il Tempo, 14 maggio 2010