venerdì 28 maggio 2010

Il Papa: La crisi «culturale e spirituale» dell'Italia è seria quanto la crisi economica (Gagliarducci)


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Il Papa: "Anche in Italia la presente stagione è marcata da un’incertezza sui valori, evidente nella fatica di tanti adulti a tener fede agli impegni assunti: ciò è indice di una crisi culturale e spirituale, altrettanto seria di quella economica. Sarebbe illusorio – questo vorrei sottolinearlo – pensare di contrastare l’una, ignorando l’altra" (Discorso alla Cei)

Il testo del saluto del card. Bagnasco al Papa: «Padre Santo, il Popolo di Dio che è in Italia Le vuole bene e si stringe a Lei»

Il Papa alla Cei: umile e dolorosa ammissione della debolezza e del peccato di alcuni membri della Chiesa (Apcom)

Il Papa: «Risvegliamo la passione educativa» (Discorso)

Il Papa: è illusorio affrontare la crisi italiana solo sul versante economico (Izzo)

Il Papa: la Chiesa non nasconde le ferite da cui la comunità ecclesiale è segnata, per la debolezza e il peccato di alcuni suoi membri (Ansa)

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Pedofili, l'invito del Papa: "Ora penitenza e giustizia. Serve un rinnovamento"

Il Papa ai vescovi italiani: non perdere mai la fiducia nei giovani

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Card. Bagnasco al Papa: "Padre Santo, il Popolo di Dio che è in Italia Le vuole bene e si stringe a Lei" (Sir)

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La Chiesa in Italia e la lotta agli abusi (Osservatore Romano)

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Pedofilia, perché non si può più tacere. L'intervento "a gamba tesa" del Papa nel commento di Pasquale Giustiniani

Mi illumino d'incenso: durissima bacchettata di Massimo Gramellini al vescovo Pierro ed alla sua statua

Alle prese con la zona grigia. Perché sui temi bioetici c’è più sintonia con anglicani e ortodossi che con i progressisti (Rodari)

Mentre il Papa sottolinea che non ci devono essere protagonismi, il vescovo di Salerno inaugura una statua celebrativa di...se stesso! Che esempio!

Il Papa, salvare i posti di lavoro è una sfida morale

Orientamenti Pastorali Emergenza educativa al primo posto per il prossimo decennio

Andrea Gagliarducci

La crisi «culturale e spirituale» dell'Italia è seria quanto la crisi economica. E per questo Benedetto XVI rinnova l'appello a politici e imprenditori a «fare quanto è nelle loro possibilità per attutire gli effetti della crisi occupazionale». In visita ai vescovi italiani riuniti nella loro sessantunesima assemblea generale, Benedetto XVI fa un discorso di largo respiro: Ratzinger approva la scelta di dedicare gli Orientamenti Pastorali per il prossimo decennio all'emergenza educativa, chiede ai vescovi di essere presenti ovunque, anche sui nuovi media, per diffondere il Vangelo. Ma dal suo discorso emerge la necessità per i sacerdoti stessi di ri-educarsi al Vangelo (e il riferimento implicito è allo scandalo pedofilia) perché «la volontà di promuovere una rinnovata stagione di evangelizzazione non nasconde le ferite da cui la comunità ecclesiale è segnata, per la debolezza e il peccato di alcuni suoi membri». Ammissione «dolorosa», aggiunge il Papa, che però non deve far «dimenticare il sevizio gratuito e appassionato di tanti credenti». Per il Papa, lo scandalo deve tradursi nella purificazione, imparando «da una parte il perdono, dall'altra la necessità di giustizia». L'appello ai «responsabili della cosa pubblica» per attutire gli effetti della crisi è inserito in un più ampio discorso culturale. «Anche in Italia - dice il Papa - la presente stagione è marcata da un'incertezza sui valori, evidente nella fatica di tanti adulti di tenere fede agli impegni assunti». E esorta i vescovi a impegnarsi a fianco agli imprenditori in nome del «bene comune» che sta a cuore alla Chiesa, e che la impegna «a condividere risorse economiche e intellettuali, morali e spirituali, imparando ad affrontare insieme, in un contesto di reciprocità, i problemi e le sfide del Paese». L'«agenda di speranza» per l'Italia sarà declinata durante la Settimana Sociale della Chiesa, prevista ad ottobre a Reggio Calabria, come ricordato dal Papa: nel documento preparatorio dei vescovi c'è anche una nota critica sul federalismo fiscale, in attesa di vedere il modo in cui sarà applicato. Il Papa inserisce nel discorso diverse «chiose» a braccio: sottolinea che l'idea di uomo che si sviluppa solo da se stesso e lo scetticismo e il relativismo sono due radici alla base dell'emergenza educativa, chiede ai vescovi di «risvegliare nelle nostre comunità quella passione educativa», aggiunge che «la cosiddetta educazione autoritaria non è educazione, ma rinuncia all'educazione». L'educazione è il luogo in cui la Chiesa si affianca al mondo laico in «un'ampia convergenza di intenti: la formazione delle nuove generazioni non può, infatti, che stare a cuore a tutti gli uomini di buona volontà, interpellando la capacità della società intera di assicurare riferimenti affidabili per lo sviluppo armonico delle persone».

© Copyright Il Tempo, 28 maggio 2010 consultabile online anche qui.

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