venerdì 28 maggio 2010

Il Papa: la Chiesa è segnata dalle ferite però saprà rinnovarsi (Gasparroni)


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Il Papa: la Chiesa è segnata dalle ferite però saprà rinnovarsi

«Bisogno di reimparare la penitenza»

Fausto Gasparroni

ROMA

La Chiesa è «segnata» dalle «ferite», per «la debolezza e il peccato di alcuni suoi membri»: ma è da «questa umile e dolorosa ammissione» che occorre ripartire per «promuovere il rinnovamento interiore» dei sacerdoti. Secondo Benedetto XVI, ciò che è «motivo di scandalo» deve spingere la Chiesa a un «profondo bisogno di reimparare la penitenza, di accettare la purificazione, di imparare da una parte il perdono, dall'altra la necessità della giustizia».
In un'occasione ufficiale come il suo intervento alla 61. assemblea generale della Cei, il Papa ha voluto ripetere quanto aveva detto ai giornalisti, sullo scandalo pedofilia, durante il volo verso il Portogallo, con un nuovo appello per un'azione rinnovatrice della Chiesa che parta dall'interno. Una volontà, quella di Ratzinger, che trova fedeli alleati nei vescovi italiani riuniti in Vaticano. È stato lo stesso presidente della Cei, cardinal Angelo Bagnasco, ad assicurare nell'indirizzo di saluto come i presuli italiani siano schierati a fianco del Papa nella «sua azione di autoriforma della Chiesa».
Parlando ai vescovi nell'Aula del Sinodo, il Pontefice si è ampiamente soffermato sul tema della sfida educativa, al centro del programma della Cei per il prossimo decennio, ma non ha mancato di tornare, con parole secche ed eloquenti, sullo scandalo degli abusi sessuali.
«La volontà di promuovere una rinnovata stagione di evangelizzazione non nasconde le ferite da cui la comunità ecclesiale è segnata, per la debolezza e il peccato di alcuni suoi membri. Questa umile e dolorosa ammissione – ha proseguito Bendetto XVI – non deve, però, far dimenticare il servizio gratuito e appassionato di tanti credenti, a partire dai sacerdoti».
Secondo il Papa, «l'anno speciale a loro dedicato ha voluto costituire un'opportunità per promuoverne il rinnovamento interiore, quale condizione per un più incisivo impegno evangelico e ministeriale». In questa luce, ha aggiunto ricordando la sua conferenza stampa nel volo verso Lisbona, «ciò che è motivo di scandalo, deve tradursi per noi in richiamo a un profondo bisogno di reimparare la penitenza, di accettare la purificazione, di imparare da una parte il perdono, dall'altra la necessità della giustizia».
Poco prima, Bagnasco aveva ringraziato il Papa «per quanto ha fatto e sta facendo in ordine all'esemplarità della Chiesa e dei suoi ministri», lodandolo come «il Pastore all' altezza delle sfide, che affronta con credibilità e lucidità questo tempo difficile».
Il presidente della Cei ha assicurato quanto i vescovi italiani siano «consapevoli» che «la santità è la condizione essenziale per ogni efficacia pastorale».

© Copyright Gazzetta del sud, 28 maggio 2010

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