giovedì 1 luglio 2010

Benedetto XVI, padroneggiando le Sacre Scritture come pochi, riesce a evocare ai fedeli gli eventi che gli stanno causando dolore (Giansoldati)


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Il Papa: il male non fuori ma all’interno della Chiesa

Benedetto XVI: non sono le persecuzioni il pericolo

di FRANCO GIANSOLDATI

CITTA’ DEL VATICANO

Gli attacchi esterni alla Chiesa «malgrado le sofferenze che provocano, non costituiscono il pericolo più grave». Il danno maggiore «essa lo subisce da ciò che inquina la fede e la vita cristiana dei suoi membri e delle sue comunità, intaccando l’integrità del Corpo mistico, indebolendo la sua capacità di profezia e di testimonianza, appannando la bellezza del suo volto». Lo spirito del Male è evidente che aleggia, insinuandosi subdolo nei cuori. Nessuno è immune dall’azione del malvagio, nemmeno chi si è votato a Dio ma non esita ad abusare dell’innocenza di un bambino.
Dice Papa Ratzinger alla messa per i santi patroni: «Se pensiamo ai due millenni di storia della Chiesa, possiamo osservare che – come aveva preannunciato il Signore Gesù - non sono mai mancate per i cristiani le prove, che in alcuni periodi e luoghi hanno assunto il carattere di vere e proprie persecuzioni».
Ma più che alle violenze fisiche o psicologiche perpetrate nei confronti dei cristiani, il teologo Ratzinger propende per un’altra lettura,e videntemente impressionato dagli odi che spesso si consumano silenziosi all’ombra dei campanili, dai crimini che sono stati commessi anche da vescovi. Il suo ragionamento va dritto dritto al motore principale, il peccato. L’allontanamento dagli insegnamenti del Vangelo di molti cristiani è opera del maligno, il quale da che mondo è mondo, punta a scardinare dall’interno i pilastri centrali dell’edificio sacro. Da questo allontanamento ne derivano effetti devastanti: corruttela, abusi sessuali, egoismi, attaccamento al denaro, sete di potere. San Paolo stesso, a suo tempo, scriveva nella Lettera agli Efesini: «La nostra battaglia non è contro la carne e il sangue, ma contro i Principati e le Potenze, contro i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti». Sicchè, anche in questo momento marcato da scandali vari, l’analisi del pontefice si spinge oltre, bypassando le cronache. «Dal momento che, come accennavo, uno degli effetti tipici dell’azione del Maligno è proprio la divisione all’interno della Comunità ecclesiale, le divisioni sono sintomi della forza del peccato, che continua ad agire nei membri della Chiesa».
Benedetto XVI padroneggiando le Sacre Scritture come pochi, riesce a evocare ai fedeli gli eventi che gli stanno causando dolore, a cominciare dagli abusi sessuali, fino ai solchi esistenti all’interno del Collegio Cardializio, senza però farvi mai riferimento diretto, utilizzando solo brani scritti dall’Apostolo delle Genti circa duemila anni fa. Nella Seconda Lettera a Timoteo si parla così dei pericoli degli «ultimi tempi» che sono identificati «con quegli atteggiamenti negativi che appartengono al mondo e che possono contagiare la comunità cristiana: egoismo, vanità, orgoglio, attaccamento al denaro». La conclusione di San Paolo però è rassicurante: «Gli uomini che operano il male non andranno molto lontano, perché la loro stoltezza sarà manifesta a tutti».
A San Pietro, alla messa per i santi Pietro e Paolo, Benedetto XVI ha posto il pallio (una specie di stola di lana di agnello sulla quale sono ricamate delle croci) a 38 nuovi arcivescovi metropoliti. Segno di particolare vicinanza con la Sede di Pietro. Con uno di loro si è soffermato qualche secondo in più a parlare. Monsignor Leonard, presidente della conferenza Belga, lo ha ringraziato per la solidarietà e l’affetto mostrato ai vescovi del Belgio dopo il blitz delle autorità giudiziarie di Bruxelles.

© Copyright Il Messaggero, 30 giugno 2010

1 commento:

Anonimo ha detto...

Capisco l'uso del verbo 'padroneggiare' per dire il livello della conoscenza biblica del Santo Padre: credo proprio che ben pochi siano al Suo livello, ammesso che ce ne siano al Suo livello... dicevo capisco l'uso di tale verbo, però mi suona male! Non ce n'era un altro? almeno nel titolo? Davvero le Sacre Scritture possono/devono essere 'padroneggiate? Boh, non credo!
Buon lavoro
sacerdote cremonese