lunedì 26 luglio 2010

Il Papa: "Chi prega non è mai solo" (Sir)


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Buon riscontro al Summorum Pontificum in Germania. In tre anni le Messe in rito antico sono passate da 35 a 203 con un aumento del 480 per cento

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BENEDETTO XVI: ANGELUS, “CHI PREGA NON È MAI SOLO”

“Siamo di fronte alle prime parole della Sacra Scrittura che apprendiamo fin da bambini.
Esse si imprimono nella memoria, plasmano la nostra vita, ci accompagnano fino all’ultimo respiro. Esse svelano che ‘noi non siamo già in modo compiuto figli di Dio, ma dobbiamo diventarlo ed esserlo sempre di più mediante una nostra sempre più profonda comunione con Gesù. Essere figli diventa l’equivalente di seguire Cristo’”. Lo ha detto ieri Benedetto XVI, in riferimento alla preghiera del Padre Nostro, al centro del Vangelo domenicale, prima di guidare la recita dell’Angelus affacciato al balcone del Cortile interno del Palazzo apostolico di Castel Gandolfo. “Questa preghiera – ha affermato - accoglie ed esprime anche le umane necessità materiali e spirituali: ‘Dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati’. E proprio a causa dei bisogni e delle difficoltà di ogni giorno, Gesù esorta con forza” a chiedere, cercare, bussare. “Non è – ha chiarito il Papa - un domandare per soddisfare le proprie voglie, quanto piuttosto per tenere desta l’amicizia con Dio, il quale – dice sempre il Vangelo – ‘darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!’”.
Questo, ha sottolineato il Pontefice, “lo hanno sperimentato gli antichi ‘padri del deserto’ e i contemplativi di tutti i tempi, divenuti, a motivo della preghiera, amici di Dio, come Abramo, che implorò il Signore di risparmiare i pochi giusti dallo sterminio della città di Sòdoma”. Santa Teresa d’Avila, ha ricordato il Papa, “invitava le sue consorelle dicendo: ‘Dobbiamo supplicare Dio che ci liberi da ogni pericolo per sempre e ci tolga da ogni male. E per quanto imperfetto sia il nostro desiderio, sforziamoci di insistere in questa richiesta. Che ci costa chiedere molto, visto che ci rivolgiamo all’Onnipotente?’”. “Ogniqualvolta recitiamo il Padre Nostro – ha osservato Benedetto XVI -, la nostra voce s’intreccia con quella della Chiesa, perché chi prega non è mai solo”. “Oggi (25 luglio, ndr.) – ha proseguito il Santo Padre - ricorre la festa dell’apostolo san Giacomo detto ‘il Maggiore’, che lasciò il padre e il lavoro di pescatore per seguire Gesù e per Lui diede la vita, primo tra gli Apostoli. Di cuore rivolgo uno speciale pensiero ai pellegrini accorsi numerosi a Santiago de Compostela!”. “La Vergine Maria – è stato l’auspicio conclusivo prima di recitare l’Angelus - ci aiuti a riscoprire la bellezza e la profondità della preghiera cristiana”

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1 commento:

laura ha detto...

Chi crde e chi prega non è mai solo. Son molto consolanti tali affermazioni. La preghiera dovrebbe essere continua e filiale per sentirci sepre in compagnia del Padre. Il Papa lo ricorda sempre