martedì 24 agosto 2010

Immigrati e farisei: Marco Politi elogia il Papa


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Su segnalazione di Alessia leggiamo:

Immigrati e farisei

Di Marco Politi

Saper accogliere ogni uomo in difficoltà senza distinzioni di razza, religione e nazionalità – dice il Papa – è l’insegnamento di Cristo. Monito religioso ma anche politico, rivolto a Parigi e al Viminale.
E subito si mobilitano i “realisti dalla mano dura” (ultimo Panebianco sul “Corriere della sera”) per dire che la Chiesa è buonista, utopica, pronta a farsi manipolare da minoranze militanti pro-immigrati, ma lontana dalla realtà e particolarmente da quella dei sondaggi.
Sui sondaggi ci sarebbe da dire, perché stranamente il tema sicurezza appare e scompare sull’agenda governativa e sui suoi ripetitori mediatici a seconda del momento, anche elettorale. Ma non è questo il punto.
La Chiesa è scomoda per questo governo in tema di immigrazione e di respingimenti, perché richiama principi chiari. Ma né la Cei né Ratzinger sono mai stati buonisti. I vescovi chiedono un’integrazione e un cammino verso la cittadinanza basati sulla legalità.
Benedetto XVI nella sua ultima enciclica sottolinea che la “condivisione dei doveri” è il collante più solido di una società. La verità scomoda è che la Chiesa (come il mondo laico democratico) è contro il razzismo, contro l’immagine dell’ ”untore” straniero. Contro il rigore a senso unico dei farisei. Giusto applicare la legge contro ladri e delinquenti, ma attendiamo ancora una grande azione del Viminale contro il caporalato delle tante Rosarno d’Italia, dove il “negro” è sfruttato nell’indifferenza dello Stato e dei benpensanti. Non funziona applaudire le manette al ladruncolo e girare la testa davanti ai furti milionari della Cricca. In un Paese in cui il premier scardina le leggi per sfuggire al loro rigore, il crimine non abita solo le roulottes. Cristo ha sempre avuto in odio gli ipocriti.

© Copyright Il Fatto, 24 agosto 2010 consultabile online anche qui.

3 commenti:

Abelardo ha detto...

Per chi vive nei palazzi del potere ecclesiastico e non è tutto idilliaco...la realtà è più tremenda quando i cittadini di uno stato si trovano a dover subire un'invasione in casa propria.
Se un appartamento è costruito per dieci persone non ve ne possono stipare diecimila... così è l'Italia!
Uno studio prevede che nel 2100 in Germania ci saranno venti milioni di tedeshi e trenta milioni di turchi...chi credete che comanderà?
IlPapa fa il suo dovere sui principi ma non si può accogliere tutti indiscriminatamente.Tanto più che nei paesi arabi non ci vai e ti installi dove vuoi.
Il destino tremendo,se si segue il papa,che aspetta l'Europa è quello dell'impero romano d'Oriente il 29 maggio del 1453.
Noi siamo di fronte ad una una vera e propria invasione barbarica...pianificata dagli islamici. Rispetto il papa ma quel che dice non fa parte della sua infallibilità.Ma il papa lo sa cosa significa vivere a piazza Vittorio e non poter uscire la sera per paura degli stupri o non poter portare i propri figli ai giardini...sono nato italiano e voglio morire italiano questo sia chiaro anche per il Papa!

Anonimo ha detto...

Più che morire da italiano io mi preoccuperei di vivere da buon cattolico uniformandomi agli insegnamenti di Gesù Cristo e di morire di conseguenza. Oscuro il nesso fra rom e turchi.
Alessia

Anonimo ha detto...

Spunto numero 1

I Rom non sono assimilabili al nostro "sistema". Per cui, per chi tiene -senza se e senza ma- a questo "sistema" (indubbiamente farisaico, paganeggiante e materialista), questa è una colpa inappellabile e vale l'emarginazione, più o meno coatta. Per chi invece questo sistema lo "accetta", ma non lo idolatra, nè lo difende come fosse l'unico possibile, i Rom possono essere un'utile provocazione per immaginarsi un sistema diverso, meno "civile", meno "standard", diversamente concepito. Non va dimenticato che per il cristiano non è la "legge" a salvare e men che meno la "legalità" ipocrita degli scribi e farisei...

Spunto numero 2

La Chiesa è "scomoda" in tema di Rom quanto lo è in tema di aborto, eutanasia e bioetica in genere. Solo l'ipocrisia di chi vorrebbe servirsi della Chiesa contro questo Viminale può far finta di non saperlo, immaginandosi le "perle" anche dei cattolici "adulti" alle prese con DICO, RU486, caso Eluana, referendum sulla fecondazione assistita e via dicendo.

Spunto numero 3

Solo l'ipocrisia di certo cattolicesimo può puntare i piedi sul "valore" dell'accoglienza e del dialogo, tacendo amabilmente quando ci sono in gioco la libertà dei cattolici in tante parti del mondo (a livello martirio di sangue) o la credibilità della Stessa Chiesa (sui temi più disparati, dalla liturgia alla pedofilia, dall'esegesi "sportiva" al celibato sacerdotale, dalla presenza reale di Cristo nel santissimo sacramento ai dogmi mariani, dal valore della verginità e della castità alla fedeltà matrimoniale...)