sabato 18 settembre 2010

Il Papa ricorda i Cattolici inglesi uccisi da Enrico VIII e dai suoi successori (Izzo)


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Il Papa: "La realtà del sacrificio Eucaristico è sempre stata al cuore della fede cattolica; messa in discussione nel sedicesimo secolo, essa venne solennemente riaffermata al Concilio di Trento, nel contesto della nostra giustificazione in Cristo. Qui in Inghilterra, come sappiamo, molti difesero strenuamente la Messa, sovente a caro prezzo, dando vita a quella devozione alla Santissima Eucaristia che è stata una caratteristica del cattolicesimo in queste terre" (Passaggio chiave nell'omelia di Westminster)

Il senso e la profondità delle parole del Santo Padre sugli abusi (già inserite nella Lettera agli Irlandesi) nel bel commento di Salvatore Izzo

Il Papa ai giovani: "Siamo stati fatti per ricevere amore e di fatto ne abbiamo. Ogni giorno dovremmo ringraziare Dio per l’amore che abbiamo già ricevuto...Siamo stati fatti anche per donare amore, per fare dell’amore l’ispirazione di ogni nostra attività, la realtà più solida della nostra vita" (Saluto)

Il Papa ai giovani: scegliete di amare ogni giorno (Asca)

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Le parole del Papa sugli abusi: video Repubblica

La cattedrale di Westminster insufficiente per tutti i fedeli. Il Papa nell'omelia: profondo dolore per le vittime degli abusi (Izzo)

Il Papa: "Qui penso anche alle immense sofferenze causate dall’abuso dei bambini, specialmente nella Chiesa e da parte dei suoi ministri. Esprimo soprattutto il mio profondo dolore alle vittime innocenti di questi inqualificabili crimini, insieme con la speranza che il potere della grazia di Cristo, il suo sacrificio di riconciliazione, porterà profonda guarigione e pace alle loro vite. Riconosco anche, con voi, la vergogna e l’umiliazione che tutti abbiamo sofferto a causa di questi peccati" (Omelia)

Il Papa: la pedofilia è un crimine inqualificabile. Abbiamo sofferto tutti la vergogna e l'umiliazione (Apcom)

Il pensiero del Papa per le vittime degli abusi sessuali

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Il Papa: il ruolo della religione è di aiutare la ragione «nel­la scoperta dei principi morali og­gettivi (Tornielli)

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Il Pontefice non ha paura (Galeazzi)

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Il Papa che chiede di non avere paura (Riccardi)

Facciamo un giretto per Londra :-)

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PAPA: RICORDA I CATTOLICI INGLESI UCCISI DA ENRICO VIII E SUCCESSORI

Salvatore Izzo

(AGI) - Londra, 18 set.

Benedetto XVI ha voluto ricordare oggi - nella messa celebrata con i vescovi inglesi nella Cattdrale di Wesminster - i cattolici che "in Inghilterra difesero strenuamente la messa, sovente a caro prezzo, dando vita a quella devozione alla Santissima Eucaristia che e' stata una caratteristica del cattolicesimo in queste terre". La storia delle persecuzioni anticattoliche in Inghilterra, Scozia, Galles, parte dal 1535 e arriva al 1681, l'arco temporale che va da Enrico VIII a Carlo II Stuart. Morirono, in 150 anni di persecuzione, migliaia di cattolici inglesi: i primi il 4 maggio e il 15 giugno 1535, furono 19 monaci certosini, impiccati nel tristemente famoso Tyburn di Londra, l'ultima vittima fu l'arcivescovo di Armagh e primate d'Irlanda Oliviero Plunkett, giustiziato a Londra l'11 luglio 1681. Nel 1874 l'arcivescovo di Westminster invio' a Roma un elenco di 360 nomi con le prove per ognuno di loro. A partire dal 1886 iniziarono le canonizzazioni, una quarantina sono stati anche canonizzati da Paolo VI nel 1970, tra i quali dieci gesuiti.
Altri 85 sono saliti agli altari nel 1987: Giovanni Polo II li ha beatificati a Roma, con il capofila Giorgio Haydock, confermando il giorno della loro celebrazione al 4 maggio. Di essi 63 sono sacerdoti, di cui 2 gesuiti, 1 domenicano, 5 francescani e 55 diocesani; gli altri 22 sono laici, fra cui il tipografo William Carter. Per i cattolici inglesi, in quegli anni, le luride prigioni erano di fatto luogo di ascesi e crescita spirituale, noviziati ideali, ad esempio, per la Compagnia di Gesu', come testimonia nel suo diario il gesuita Giovanni Gerard. Anche Edmondo Arrowsmith entro' nella Compagnia di Gesu' mentre era in prigione, e i suoi compagni testimoniarono che "era deciso a fare un completo sacrificio di se', risolse di non serbare nulla per se', nemmeno la propria volonta', offrendosi a Dio con i voti religiosi, facendo la rinuncia di se' che la perfezione dello stato religioso richiedeva, una preparazione per il suo martirio futuro". Sul patibolo egli disse: "O Gesu', mia vita e mia gloria, restituisco lietamente la vita da te ricevuta, e che se non fosse un tuo dono non sarei in grado di restituire. Ho sempre desiderato, o Signore dell'anima mia, di dedicare la mia vita a te e per te. Il perdere la vita per amor tuo lo considero un favore per me... Muoio per amor tuo".
Giovanni Gerard, prigioniero nella Torre di Londra nel 1597, parla di questa stessa aspirazione d'amore nel cuore di Enrico Walpole, che aveva occupato la stessa cella due anni prima e che aveva laboriosamente inciso sulla parete i nomi di Gesu', di Maria e dei nove cori angelici: Walpole, il cortigiano, cacciatore e poeta, che aveva scritto: "Il falconiere cerca di vedere un volo. Il cacciatore cerca di vedere la sua selvaggina. Sospira, o anima mia, di godere quella vista e lotta per goderne allo stesso modo". "Dio non conosce dono piu' bello di quello di se stesso. Nessun uomo puo' vedere dono migliore che il suo Dio; Il datore facendosi dono da' se stesso in dono a noi; Che ognuno che lo riceve sia un dono per questo dono. Dio e' il mio dono, egli si diede a me liberamente.Io sono un dono di Dio e nessuno mi avra', se non Dio", scrisse Tommaso Garnet al suo superiore dalla prigione, pregandolo di dissuadere un gruppo di amici che stavano progettando la sua evasione. Tommaso aveva, per un certo tempo, accarezzato questa idea: vi era tanto da fare per il Signore e per la salvezza degli uomini. Ma pareva ci fosse una voce interiore che lo spingeva nel senso opposto: "No, resisti, persevera, non accettare un cambio cosi poco vantaggioso. In un'ora, con la morte, si otterra' molto di piu' per il bene comune, che non in molti anni di fatiche". Da questo struggente desiderio d'amore proviene l'hilaritas cosi' cara al cuore di Ignazio. I martiri della Riforma inglese sono famosi per la loro gioia e per il loro umorismo. Nessuno rappresenta meglio questo spirito del gesuita gallese Filippo Evans il quale, nel sentire la notizia della sua esecuzione, si sedette all'arpa che il suo carceriere gli aveva prestato per esprimere nel canto la sua gioia. Una immensa folla si raccolse per assistere alla sua impiccagione, ed egli osservo' allegramente che la forca era il miglior pulpito che si potesse avere per predicare. Canonizzandolo, il 25 ottobre 1970, insieme a altri 39 martiri inglesi e gallesi, Paolo VI disse: "la Chiesa e il mondo di oggi hanno sommamente bisogno di tali uomini e donne, di ogni condizione e stato di vita, sacerdoti, religiosi e laici, perche' solo persone di tale statura e di tale santita' saranno capaci di cambiare il nostro mondo tormentato e di ridargli, insieme alla pace, quell'orientamento spirituale e veramente cristiano a cui ogni uomo intimamente anela - anche talvolta senza esserne conscio - e di cui tutti abbiamo tanto bisogno".

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13 commenti:

un passante ha detto...

ecco...questi martiri per esempio sono di serie B. Mai nessuna richiesta mediatica di mea culpa per loro

Raffaella ha detto...

Gia'...non interessano a nessuno, probabilmente nemmeno ai cattolici inglesi.
R.

gemma ha detto...

vado OT, ma ho sempre più la sensazione che siano stati fermati quattro o cinque solo perchè islamici che parlavano male del Papa, col risultato di blindare ancora di più il Papa ai suoi fedeli, mentre tutti gli altri inglesi, che veicolano uguali messaggi di odio nei suoi confronti, circolano liberamente per Londra, liberissimi di organizzarsi per insultarlo. Libertà di organizzazione che i fedeli cattolici se la sono sognata, con la scusa della sicurezza.
Non è che le parole in inglese possano alla fine istigare meno al male di quelle in arabo

Abelardo ha detto...

Un popolo di martiri...
noi invece qui in Italia, ai principi del XXI secolo, vedremo un cardinale di Santa Romana Chiesa salire i gradini di quel monumento che a Porta Pia celebra l'oltraggio supremo al Vicario di Cristo Pio IX, come un novello Alcimo,con mano tremolante benedirà i neri stendardi dell'empia setta che ebbe ed ha ha come programma di rovesciare il trono glorioso di Cristo dalla faccia della terra.

medievale ha detto...

anche i libri di storia tacciono alla grande

Anonimo ha detto...

ahi ahi, ricordare questi martiri è poco diplomatico! mina il dialogo ecumenico! la regola aurea vuole che i mea culpa debbano essere unidirezionali, solo da parte cattolica verso gli altri!

Raffaella ha detto...

Gemma ha perfettamente ragione!
Alcuni manifestanti hanno con se' cartelli irripetibili (fonte Sky) che in un Paese civile produrrebbero l'arresto immediato di chi incita all'odio o insulta il prossimo.
Mi dispiace ma per quanto mi riguarda i sei islamici sono serviti solo a blindare di piu' la visita mentre altri circolano liberamente.
R.

p.s. perche' certa gente non insulta anche l'Iran nei suoi cartelli? Forse perche' e' piu' facile con il Papa che non reagisce?
Attenzione perche' un giorno tutto quell'astio potrebbe tornare indietro.
R.

medievale ha detto...

ma se a Londra si sono coccolati Komehini per anni, cosa pretendete!

un passante ha detto...

anch'io credo che i sei arabi fossero i più innocui alla fine

un passante ha detto...

certo che i contestatori organizzati di oggi saranno anche tanti ma se uno è ateo non dovrebbe nemmeno fare del sesso una nuova religione. E l'inno al dio feticcio preservativo oggettivamente è un pò il simbolo di questa specie di nuova-vecchia religione pagana
Un difensore della ragione però forse non dovrebbe essere così attaccato ad un feticcio

realista ha detto...

io invece ho una mia teoria. Questo invito è stato una trappola, preparata con molta cura dai media, con organizzatori che si sono lasciati trasportare nella malaorganizzazione e nella malagestione dei fedeli partecipanti, e istituzioni ospitanti che lasciano molto fare tutti, purchè non siano musulmani. Onestamente, non credo che a parte le frange fondamentaliste, i musulmani nutrano più odio verso il Papa di certi sedicenti atei o appartenenti alla religione della tolleranza (ha ragione passante) o evangelici

gemma ha detto...

sono patetiche certe manifestazioni, con quel che accade a livello di violenza nel mondo. Tutto il buono fatto dai cattolici e presente nella predicazione del Papa scompare di fronte al lattice.
Ad opera di certi predicatori i gay vengono impiccati in certi paesi del mondo,le donne lapidate, eppure le proteste sono solo per il Papa. Spero abbiano preparato qualche cartello anche per loro, ma ne dubito. Siamo in democrazia e ci si esprime tutti liberamente, ma i cuor di leone dovrebbero essere un pò più coerenti nei loro ruggiti. Mi viene in mente il titolo di una trasmissione radiofonica: "il ruggito del coniglio"

Anonimo ha detto...

i musulmani sono i più innocui.
l'arresto di ieri è servito a londra dopo la batosta subita in scozia dai media.