lunedì 20 settembre 2010

La passione, l’insistenza, la radicalità della sua condanna della pedofilia hanno dato al Papa una statura morale e intellettuale enorme (Rusconi)


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VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE NEL REGNO UNITO (16 - 19 SETTEMBRE 2010): LO SPECIALE DEL BLOG (Articoli, notizie, interviste)
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Gli anglicani possibili alleati per Benedetto

GIAN ENRICO RUSCONI

Se il successo mediatico è un criterio per giudicare la visita del Papa in Inghilterra, allora questa sembra aver raggiunto il suo obiettivo.
Il Pontefice ha trovato i toni giusti per farsi ascoltare in un Paese dal secolarismo maturo ed esigente. Ratzinger ha usato parole di profonda commozione e di forte dimensione religiosa per le vittime della pedofilia nella Chiesa ed espressioni di schietta riconoscenza di «tedesco» nel Paese che coltiva un ricordo vivissimo della guerra contro la Germania nazista.
Ma dietro all’emozione di Ratzinger e al suo «candore» c’è un teologo severo. Severo nel giudicare l’Occidente secolarizzato, che non è recuperabile con il semplice ricatto della minaccia dell’Islam o con la promozione di una religione-identikit, potente soltanto simbolicamente e mediaticamente - come invece vorrebbero molti. A lui stanno a cuore i contenuti dottrinari della religione.
In questa prospettiva si colloca la sua strategia di avvicinamento o di rapporto privilegiato con una Chiesa «separata» ma dogmaticamente ancora (apparentemente) salda come la Chiesa anglicana.
Ma questa Chiesa ha una pratica pastorale (sacerdozio femminile, celibato facoltativo) e una dottrina morale (unioni omosessuali) che sono considerate incompatibili con Roma. Mi chiedo quindi se l’avvicinamento tra le due Chiese non innescherà un corto circuito tra contenuti dogmatici e comportamenti morali con conseguenze imprevedibili per lo stesso cattolicesimo. Non è possibile che Ratzinger non abbia valutato questo problema.
La risorsa principale sulla quale l’attuale Pontefice punta è quella che oggi appare la più perdente: la fedeltà alla dottrina tradizionale della Chiesa. Professore di dogmatica fino al midollo, per anni defensor fidei nella struttura burocratico-istituzionale dell’ex Santo Uffizio, scelto al soglio pontificio per riportare un po’ di ordine teologico dopo le improvvisazioni wojtyliane - Ratzinger gioca tutto il suo pontificato sulla riproposta della dottrina tradizionale della Chiesa e della «razionalità della fede» con la convinzione che essa sia ancora all’altezza dell’Occidente secolare.
Apparentemente privo di carisma personale confrontabile con quello del suo predecessore, Ratzinger ne sta scoprendo uno suo personale in sintonia con il «carisma d’ufficio», basato fondamentalmente sulla autorità e sulla autorevolezza del suo ruolo.
Ma in lui si percepisce anche una sottile sofferenza interiore che ricorda quella di un suo (lontano) predecessore, Paolo VI. Ratzinger non ha l’esperienza politica né l’intelligenza problematica di Montini.
Ma la passione, l’insistenza, la radicalità della sua condanna della pedofilia nelle file della Chiesa gli ha dato una statura morale e intellettuale rispetto alla quale appaiono miserabili e ridicoli i distinguo e i risentimenti vittimistici di molti uomini di Chiesa.
Dopo qualche anno di pontificato è evidente la doppia strategia ratzingeriana: lotta al «relativismo» e al «secolarismo» all’interno dell’Occidente, e tentativo di ricuperare le Chiese ancora dogmaticamente «ortodosse». Da questo punto di vista non stupisce la freddezza, spinta sino all’insofferenza, verso le Chiese riformate, protestanti tedesche che sono irrecuperabili per la Chiesa di Roma. Ma, a ben vedere, questo è un atteggiamento perfettamente coerente con la ricostruzione che Ratzinger fa dello sviluppo della modernità e del razionalismo occidentale di cui la Riforma luterana è stata uno degli impulsi (Non dimentichiamo la lezione di Ratisbona, che rimane a tutt’oggi l’esposizione più netta ma insieme più discutibile della visione ratzingeriana della modernità).
Diversa invece è la strategia verso l’anglicanesimo. È caratterizzata dalla insistenza sulla condivisione di valori comuni - paradossalmente incarnata dal «convertito» John Henry Newman ora dichiarato «beato» dalla Chiesa di Roma. Ciò che poteva sembrare un «dispetto» tra Chiese può diventare un motivo di comunanza? Forse. Ma queste sono soltanto congetture di una visita le cui conseguenze a lungo termine sono ancora molto incerte.

© Copyright La Stampa, 20 settembre 2010 consultabile online anche qui.

Mah...qualche spunto interessante e molti stereotipi...
R.

6 commenti:

mariateresa ha detto...

secondo me Rusconi si intende di religione come io mi intendo di letteratura cinese.
La Chiesa anglicana è "dogmaticamente salda"?
Ah sì? e da quando?

Fabio ha detto...

Guardate cosa dice Alessio Alichieri sul Corrierene massone:

http://chelseamia.corriere.it/2010/09/mind_the_gap_le_parole_di_papa.html

Lo stesso concetto, “un dibattito franco e rispettoso”, è stato invocato dallo speaker dei Comuni, John Bercow, nel salutare il papa a Westminster Hall. Invece, davanti ai legislatori britannici, Benedetto ha messo in dubbio perfino la pietra su cui poggia la democrazia. Ecco la frase chiave: “Se i principi morali che sostengono il processo democratico sono determinati da nulla di più solido del consenso sociale, allora la fragilità del processo risulta del tutto evidente – e proprio qui sta la vera sfida per la democrazia”. Che c'è oltre il consenso? .....


LA LEGGE MORALE NATURALE, CHE DICE: NON RUBARE, NON AMAZZARE, NON DIRE IL FALSO, NON BESTEMMIARE NON COMMETTERE ADULTERIO... (cioè il rispetto della dignità della persona) Ma questi laicisti massoni lo sanno che Hitler è andato al potere democraticamente?! E che ha goduto del consenso della popolazione?! Ma In che mondo vivono? Come fanno ha fare simili affermazioni? O sono deficienti o fanno uno sporco gioco...

Raffaella ha detto...

Ciao Fabio, in questi giorni abbiamo avuto la prova provata che cio' che pensano e scrivono i commentatori sui media non ha nulla a che vedere con la realta' della gente comune.
E secondo questo Alichieri e' il Papa che vive un "divario" con la societa'?
Ma smettiamola!
R.

sonny ha detto...

Buongiorno a tutti. Italia popolo di santi, poeti, navigatori e...comici involontari!

Fabio ha detto...

Hai ragione Raffaella.
Robe da pazzi!
ciao

Anonimo ha detto...

Buongiorno Raffella,

C.V.D. ecco la "scollatura" dalla realta' della gente e i soliti "soloni" giornalistici. Il commento su Rusconi di Mariateresa e' azzeccatissimo.
Ci vorra' tempo perche' i soloni si riprendano dalle sonore legnate morali date da B16... vediamo che saltera' fuori col prossimo viaggio a Palermo all'inizio di Ottobre.