sabato 30 ottobre 2010

Il Papa: da Guardini ho imparato ad andare oltre lo "spettacolo pirotecnico" delle opinioni. Benedetto XVI: la grandezza di Dio supera il nostro metro di misura (Izzo)

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Il Papa: Diventate grandi quando non permettete più allo specchio di essere l'unica verità di voi stessi, ma la lasciate dire a quelli che vi sono amici (Tgcom)

Il Papa: troppo spesso oggi l'amore è ridotto a merce di scambio, da consumare senza rispetto di se stessi e degli altri (Izzo)

Il Papa ai ragazzi dell'Azione Cattolica: "Diventate grandi quando non permettete più allo specchio di essere l’unica verità di voi stessi, ma quando la lasciate dire a quelli che vi sono amici. Diventate grandi se siete capaci di fare della vostra vita un dono agli altri, non di cercare se stessi, ma di dare se stessi agli altri: questa è la scuola dell’amore" (Colloquio del Papa con i ragazzi)

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Il Papa ai ragazzi: non potete e non dovete adattarvi ad un amore ridotto a merce di scambio, da consumare senza rispetto per sé e per gli altri (Ansa)

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PAPA: DA GUARDINI HO IMPARATO A ANDARE OLTRE FUOCHI ARTIFICIO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 30 ott.

Per Romano Guardini, "a contare di piu' non era la questione di cosa qualcuno avesse detto sulla verita' cristiana, ma quella di cosa sia vero".
Lo afferma Benedetto XVI, che del grande filosofo e teologo italo-tedesco fu allievo all'Universita' di Monaco.
"Era questa impostazione del suo insegnamento - confida ai membri della Fondazione Guardini ricevuti ieri in Vaticano - che colpi' noi giovani, perche' noi non volevamo conoscere uno 'spettacolo pirotecnico' delle opinioni esistenti dentro o fuori della cristianita': noi volevamo conoscere cio' che e'.
E li' c'era uno che senza timore e, al tempo stesso, con tutta la serieta' del pensiero critico, poneva questa questione e ci aiutava a pensare insieme".
Infatti, ricorda Joseph Ratzinger, "Guardini non voleva conoscere qualcosa o molte cose, egli aspirava alla verita' di Dio e alla verita' sull'uomo".
Per il suo ex allievo divenuto Papa, "Guardini era un uomo del dialogo. Le sue opere sono quasi senza eccezione sorte da un colloquio, perlomeno interiore.
Le lezioni del professore di filosofia della religione e di 'weltanschauung' cristiana all'Universita' di Berlino negli anni 20 rappresentavano soprattutto incontri con personalita' della storia del pensiero.
Guardini leggeva le opere di questi autori, li ascoltava, imparava da loro come vedevano il mondo ed entrava in dialogo con loro, per sviluppare in dialogo con essi cio' che egli, in quanto pensatore cattolico, aveva da dire al loro pensiero.
Questa abitudine - testimonia Joseph Ratzinger - egli la continuo' a Monaco, ed era anche la peculiarita' dello stile delle sue lezioni, il fatto che egli fosse in dialogo con i Pensatori. La sua parola chiave era: 'Vedete...' perche' voleva guidarci a 'vedere' ed egli stesso stava in un comune dialogo interiore con gli uditori". "Questa - confida l'ex allievo di Guardini divenuto Papa - era la novita' rispetto alla retorica dei vecchi tempi: che egli non cercasse affatto alcuna retorica, bensi' parlasse in modo del tutto semplice con noi e, insieme a cio', parlasse con la verita' e ci inducesse al dialogo con la verita'.
E questo e' un ampio spettro di 'dialoghi' con autori come Socrate, Sant'Agostino o Pascal, con Dante, Holderlin, Morike, Rilke e Dostojevskij. Egli vedeva in loro dei mediatori viventi, che scoprono in una parola del passato il presente, permettendo di vederlo e viverlo in modo nuovo. Essi ci donano una forza, che puo' condurci di nuovo a noi stessi".
"Dall'apertura dell'uomo per il vero segue - spiega il Papa ricostruendo il pensiero di Romano Guardini - un ethos, una base per il nostro comportamento morale verso il nostro prossimo, come esigenza della nostra esistenza.
Poiche' l'uomo puo' incontrare Dio, puo' anche agire bene. Per lui vale questo primato dell'ontologia sull'ethos, dall'essere, dall'essere stesso di Dio rettamente compreso e ascoltato segue dunque il retto agire".
Un tale anelito verso il vero e il protendersi verso cio' che e' originario ed essenziale, Guardini lo notava anzitutto anche presso i giovani".
"Nei suoi dialoghi con la gioventu', particolarmente al Castello di Rothenfels, che allora grazie a Guardini era diventato il centro del movimento giovanile cattolico, il sacerdote ed educatore - testimonia oggi Ratzinger - porto' avanti gli ideali del movimento giovanile quali l'autodeterminazione, la responsabilita' propria e l'interiore disposizione alla verita'; egli li purifico' e li approfondi'".
Nel suo discorso - pronunciato a braccio in tedesco ma tradotto e pubblicato oggi dall'Osservatore Romano - il Pontefice tedesco ricorda anche che "tra i grandi temi di vita di Guardini il rapporto tra fede e mondo e' di permanente attualita'" e che il grande filosofo e teologo mitalo-tedesco cerco' anche "un nuovo accesso alla liturgia".
"La riscoperta della liturgia era per lui una riscoperta dell'unita' fra spirito e corpo nella totalita' dell'unico essere umano, poiche' l'atto liturgico e' sempre allo stesso tempo un atto corporale e spirituale. Il pregare viene dilatato attraverso l'agire corporale e comunitario, e cosi' si rivela l'unita' di tutta la realta'".
Per Guardini, dunque, "la liturgia e' un agire simbolico. Il simbolo come quintessenza dell'unita' tra lo spirituale e il materiale va perso dove ambedue si separano, dove il mondo viene spaccato in modo dualistico in spirito e corpo, in soggetto e oggetto".
"Guardini - conclude Ratzinger - era profondamente convinto che l'uomo e' spirito in corpo e corpo in spirito e che, pertanto, la liturgia e il simbolo lo conducono all'essenza di se stesso, in definitiva lo portano, tramite l'adorazione, alla verita'".

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PAPA: LA GRANDEZZA DI DIO SUPERA IL NOSTRO METRO DI MISURA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 30 ott.

"Lo specifico cristiano consiste nel fatto che l'uomo si sa in una relazione con Dio che lo precede e alla quale non puo' sottrarsi".
Per "vedere la verita'", allora, bisogna "invertire la rotta", cioe' "uscire dall'autonomia del pensiero arbitrario verso la disposizione all'ascolto, che accoglie cio' che e'".
Lo afferma Benedetto XVI nel discorso alla Fondazione intitolata al grande filosofo e teologo italo-tedesco Romano Guardini, che "questo cammino a ritroso ha compiuto nella sua conversione, quando ha plasmato l'intero suo pensiero e l'intera sua vita come un continuo uscire dall'autonomia verso l'ascolto, verso il ricevere".
Per Guardini, ricorda Joseph Ratzinger che fu suo allievo alla facolta' teologica di Monaco, "non e' il nostro pensare il principio che stabilisce il metro di misura, ma Dio che supera il nostro metro di misura e non puo' essere ridotto ad alcuna entita' creata da noi. Dio rivela se' stesso come la verita', ma essa non e' astratta, bensi' si trova nel concreto-vivente, infine, nella forma di Gesu' Cristo". "uttavia - aggiunge il Papa - perfino in un autentico rapporto con Dio l'uomo non sempre comprende cio' che Dio dice".
Dunque, "c'e'bisogno di un correttivo, e questo consiste nello scambio con gli altri, che nella Chiesa vivente di ogni tempo ha trovato la sua forma attendibile, che congiunge tutti gli uni con gli altri".

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