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Card. Ratzinger: "Retrospettivamente appare assai significativo che Paolo VI abbia pubblicato proprio nell’anno fatale del 1968 due grandi documenti, che sono una testimonianza della sua capacità di comprensione e della fermezza della sua azione a partire dalla fede. Vi è innanzitutto la Professione di fede...vi è poi l'enciclica Humanae vitae" (1995)
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Il Papa: "Riguardo all’embrione nel grembo materno, la scienza stessa ne mette in evidenza l’autonomia capace d’interazione con la madre, il coordinamento dei processi biologici, la continuità dello sviluppo, la crescente complessità dell’organismo. Non si tratta di un cumulo di materiale biologico, ma di un nuovo essere vivente, dinamico e meravigliosamente ordinato, un nuovo individuo della specie umana. Così è stato Gesù nel grembo di Maria; così è stato per ognuno di noi, nel grembo della madre" (Omelia)
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Ai Vespri di ieri, l'appello del Papa per una cultura sempre rispettosa della vita
Di fronte a “tendenze culturali che con motivazioni pretestuose cercano di anestetizzare le coscienze” oggi la Chiesa ribadisce: “la vita, una volta concepita, deve essere protetta con la massima cura”. Così Benedetto XVI presiedendo ieri sera nella Basilica Vaticana la celebrazione dei primi vespri della prima domenica di Avvento.
Dal Papa appello alla politica, all’economia, ai mass media e alla medicina perché sia promossa una cultura sempre rispettosa della vita. La liturgia è stata preceduta da una “veglia per la vita nascente”, promossa dal Papa lo scorso 14 e novembre e alla quale hanno aderito in comunione di preghiera e con analoghe celebrazioni in tutto il mondo parrocchie, comunità, movimenti e associazioni. Il servizio è di Paolo Ondarza.
“Credere in Gesù Cristo comporta avere uno sguardo nuovo sull’uomo: Dio infatti ci rende partecipi della sua stessa vita divina. Tante coppie di sposi con i loro bambini hanno ascoltato queste parole del Papa partecipando ai primi vespri di Avvento in San Pietro. “L’esperienza e la retta ragione – ha constatato Benedetto XVI – attestano che l’essere umano è un soggetto capace di intendere e volere, autocosciente e libero, irripetibile e insostituibile, vertice di tutte le realtà terrene, che esige di essere riconosciuto come valore in se stesso e merita di essere accolto sempre con rispetto e amore”.
“Egli ha il diritto di non essere trattato come un oggetto da possedere o come una cosa che si può manipolare a piacimento, di non essere ridotto a puro strumento a vantaggio di altri e dei loro interessi. La persona è un bene in se stessa e occorre cercare sempre il suo sviluppo integrale”.
“L’amore verso tutti se sincero tende a diventare attenzione preferenziale per i più deboli e i più poveri”, ha detto Benedetto XVI. Ed è su questa linea che si colloca l’attenzione della Chiesa per la vita nascente, la più fragile, la più minacciata dall’egoismo degli uomini e dall’oscuramento delle coscienze. Queste ultime – ha indicato Benedetto XVI - rischiano di essere anestetizzate da tendenze culturali con motivazioni pretestuose.
“Riguardo all’embrione nel grembo materno, la scienza stessa ne mette in evidenza l’autonomia capace d’interazione con la madre, il coordinamento dei processi biologici, la continuità dello sviluppo, la crescente complessità dell’organismo. Non si tratta di un cumulo di materiale biologico, ma di un nuovo essere vivente, dinamico e meravigliosamente ordinato, un nuovo individuo della specie umana. Così è stato Gesù nel grembo di Maria; così è stato per ognuno di noi, nel grembo della madre”.
L’incarnazione del Signore e l’inizio della vita umana, infatti - ha constatato il Papa – sono intimamente connessi. La prima rivela che ogni vita umana ha una dignità altissima e incomparabile: vive inscindibilmente nella dimensione spirituale e materiale. E’ parte del mondo, ma aperta ad un orizzonte infinito, capace di dialogare con Dio e accoglierlo in sé.
“Con commozione e gratitudine prendiamo coscienza del valore, della dignità incomparabile di ogni persona umana e della grande responsabilità che abbiamo verso tutti”.
Ma purtroppo, anche dopo la nascita – ha rilevato Benedetto XVI – la vita dei bambini continua ad essere esposta all’abbandono, alla fame, alla miseria, alla malattia, agli abusi, alla violenza, allo sfruttamento. Le molteplici violazioni dei loro diritti feriscono dolorosamente la coscienza di ogni uomo di buona volontà.
Da qui l’esortazione alla politica, all’economia, ai mass media perché promuovano una cultura sempre più rispettosa della vita:
“Signore Gesù, sorgente e amante della vita Ridesta in noi il rispetto per ogni vita umana nascente”.
Recitando la preghiera della vita a conclusione della celebrazione il Papa ha invocato la protezione del Creatore sui bambini, gli sposi, su coloro che soffrono dell’impossibilità di avere figli, sugli orfani; ha quindi chiesto la luce dello Spirito sulle scelte delle assemblee legislative e sull’opera di scienziati e medici perché il progresso contribuisca al bene integrale della persona.
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