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Card. Ratzinger: "Retrospettivamente appare assai significativo che Paolo VI abbia pubblicato proprio nell’anno fatale del 1968 due grandi documenti, che sono una testimonianza della sua capacità di comprensione e della fermezza della sua azione a partire dalla fede. Vi è innanzitutto la Professione di fede...vi è poi l'enciclica Humanae vitae" (1995)
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Il Papa: L'uomo e' vivo finchè attende, finchè nel suo cuore è viva la speranza (Izzo)
Il Papa: "Si potrebbe dire che l’uomo è vivo finché attende, finché nel suo cuore è viva la speranza. E dalle sue attese l’uomo si riconosce: la nostra "statura" morale e spirituale si può misurare da ciò che attendiamo, da ciò in cui speriamo" (Angelus)
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Nel libro intervista "Luce del mondo" il Papa si dimostra ancora una volta un gigante fra gli intellettuali europei (ABC)
Il viaggio del Papa in Spagna lunedì alle 23.40 su Raidue a cura del TG2-Rai Vaticano
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BENEDETTO XVI: ANGELUS, “L’UOMO È VIVO FINCHÉ ATTENDE”
Nella prima domenica di Avvento, “la Chiesa inizia un nuovo Anno liturgico, un nuovo cammino di fede che, da una parte, fa memoria dell’evento di Gesù Cristo e, dall’altra, si apre al suo compimento finale”.
Lo ha detto ieri mattina Benedetto XVI, prima di guidare la recita dell’Angelus da piazza San Pietro. E proprio di questa “duplice prospettiva” la Chiesa “vive il Tempo di Avvento, guardando sia alla prima venuta del Figlio di Dio, quando nacque dalla Vergine Maria, sia al suo ritorno glorioso, quando verrà ‘a giudicare i vivi e i morti’, come diciamo nel Credo”. “Su questo suggestivo tema dell’‘attesa’ – ha aggiunto il Papa - vorrei ora brevemente soffermarmi, perché si tratta di un aspetto profondamente umano, in cui la fede diventa, per così dire, un tutt’uno con la nostra carne e il nostro cuore”. “L’attesa, l’attendere – ha chiarito il Pontefice - è una dimensione che attraversa tutta la nostra esistenza personale, familiare e sociale. L’attesa è presente in mille situazioni, da quelle più piccole e banali fino alle più importanti, che ci coinvolgono totalmente e nel profondo”.
Benedetto XVI ha voluto portare esempi di situazioni in cui è presente l’attesa: “Pensiamo, tra queste, all’attesa di un figlio da parte di due sposi; a quella di un parente o di un amico che viene a visitarci da lontano; pensiamo, per un giovane, all’attesa dell’esito di un esame decisivo, o di un colloquio di lavoro; nelle relazioni affettive, all’attesa dell’incontro con la persona amata, della risposta ad una lettera, o dell’accoglimento di un perdono…”. Secondo il Papa, “si potrebbe dire che l’uomo è vivo finché attende, finché nel suo cuore è viva la speranza. E dalle sue attese l’uomo si riconosce: la nostra ‘statura’ morale e spirituale si può misurare da ciò che attendiamo, da ciò in cui speriamo”. “Ognuno di noi, dunque, specialmente in questo Tempo che ci prepara al Natale, può domandarsi: io, che cosa attendo? A che cosa, in questo momento della mia vita, è proteso il mio cuore? E questa stessa domanda si può porre a livello di famiglia, di comunità, di nazione. Che cosa attendiamo, insieme? Che cosa unisce le nostre aspirazioni, che cosa le accomuna?”, sono le domande che ha posto il Santo Padre.
“Nel tempo precedente la nascita di Gesù – ha evidenziato Benedetto XVI -, era fortissima in Israele l’attesa del Messia, cioè di un Consacrato, discendente del re Davide, che avrebbe finalmente liberato il popolo da ogni schiavitù morale e politica e instaurato il Regno di Dio. Ma nessuno avrebbe mai immaginato che il Messia potesse nascere da un’umile ragazza come era Maria, promessa sposa del giusto Giuseppe”. In realtà, ha precisato il Pontefice, “neppure lei lo avrebbe mai pensato, eppure nel suo cuore l’attesa del Salvatore era così grande, la sua fede e la sua speranza erano così ardenti, che Egli poté trovare in lei una madre degna”. Del resto, “Dio stesso l’aveva preparata, prima dei secoli. C’è una misteriosa corrispondenza tra l’attesa di Dio e quella di Maria, la creatura ‘piena di grazia’, totalmente trasparente al disegno d’amore dell’Altissimo”. Di qui l’invito conclusivo prima della recita dell’Angelus: “Impariamo da Lei, Donna dell’Avvento, a vivere i gesti quotidiani con uno spirito nuovo, con il sentimento di un’attesa profonda, che solo la venuta di Dio può colmare”.
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5 commenti:
OT, Raffa
Se la prendono anche con Marx
http://www.spiegel.de/international/germany/0,1518,731683,00.html
Alessia
Altro OT
Brutte notizie su Asia Bibi
http://www.repubblica.it/esteri/2010/11/29/news/niente_grazia-9634488/
Alessia
E quello sarebbe lo scoop dello Spiegel?
Sembra, pare, forse...?
La Santa Sede inizia a denunciare in sede civile e penale.
R.
Ci sarebbe da riflettere sull'ostilità e la prevenzioe verso Papa Benedetto proprio da parte del suo paese natale, molti cattolici compresi. Nel corso della GMG di Colonia ricordo che i giovani avevano "adottato" Papa Benedett, ben consapevoli dello stato delle cose. Il Papa ne è amareggiato e ben si capisce in Luce del Mondo. Anche Gesù conobbe questa ostilità, questa sfiducia. Trovandosi nel suo paese, tra coloro che lo avevano visto crescere come figlio del falegname, fece pochi miracoli, la gente faticava a riconoscerlo come Figlio di Dio.
Alessia
Lorsignori pubblichino questo:
http://www.kerknet.be/actua/nieuws_detail.php?nieuwsID=96032
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