lunedì 15 novembre 2010

In Curia la chiamano la «battaglia di Torino» e i suoi contraccolpi stanno rivoluzionando la geopolitica vaticana (Galeazzi)

Vedi anche:

L'Angelus di ieri nel commento di Salvatore Izzo

Custodire la terra. Le parole all'Angelus nella Giornata del Ringraziamento (Sir)

La lezione ecologista del Papa (Maurizio Ferrera)

Il Papa invita a una profonda revisione dell'attuale modello di sviluppo globale

Il Papa: rilanciare l'agricoltura per rispondere alla crisi globale. Occorre educare ad “un consumo più saggio e responsabile” (Zenit)

Angelus: video Repubblica TV

Il richiamo di Benedetto XVI: rilanciare l'agricoltura, risorsa indispensabile per il futuro (Sole 24 Ore)

Il colloquio tra il Papa e il suo confessore ex-comunista. Presto in libreria l'intervista di Peter Seeward, rinato cattolico, al Santo Padre (Affaticati). Da assaporare!

Padre Piero Gheddo: Terrorismo: una novità dalla Norvegia in materia di reciprocità (Zenit). E giornali e tv tacciono...

Il Papa: Sabato 27 novembre si terrà a San Pietro una veglia di preghiera per "la vita nascente" (Apcom)

Il Papa non è come lo descrivono i giornali: il vice comandante GSP racconta (Angela Ambrogetti)

Il cardinale Péter Erdő al termine dell'Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio della Cultura: Internet diffonde molto del messaggio cristiano ma non può trasmettere tutta la ricchezza della fede

Il Papa: la crisi impone scelte etiche e un’equilibrio che rispetti la terra (AsiaNews)

Il Papa: la comunità internazionale aiuti le popolazioni di Haiti

Il Papa: la crisi economica va affrontata in tutta la sua serietà. Ambiente, Benedetto XVI: si incentivano ancora stili di vita improntati ad un consumo insostenibile (Izzo)

Il Papa all'Angelus: la crisi economica si è aggiunta ad altri gravi squilibri. Decisivo il rilancio strategico dell'agricoltura (Radio Vaticana)

Il Papa: La crisi può spingere le economie più forti e dinamiche ad alleanze che finiscono per penalizzare i Paesi più poveri (Apcom e Il Giornale)

Il Papa: Occorre puntare, in modo veramente concertato, su un nuovo equilibro tra agricoltura, industria e servizi, perché lo sviluppo sia sostenibile (Ansa)

Il Papa: "Dopo il G20 urge serietà globale. E' necessario "rilanciare l'agricoltura" (Repubblica)

Giornata del Ringraziamento, il Papa: Nel quadro della attuale crisi economica, appare decisivo un rilancio strategico dell’agricoltura. I giovani stanno tornando alla terra (Izzo)

Il Papa: La crisi economica è grave e va affrontata nella sua serietà, anche rilanciando il settore dell'agricoltura

Il Papa: "E’ fondamentale per questo coltivare e diffondere una chiara consapevolezza etica, all’altezza delle sfide più complesse del tempo presente; educarsi tutti ad un consumo più saggio e responsabile; promuovere la responsabilità personale insieme con la dimensione sociale delle attività rurali, fondate su valori perenni, quali l’accoglienza, la solidarietà, la condivisione della fatica nel lavoro" (Angelus)

Chi dopo cardinal George? I vescovi americani puntano su Kicanas (anche se non piace ai legionari). Il Commento di Paolo Rodari

Soprusi ambrosiani (Messainlatino)

Il Tg2 intervista Peter Seewald: "Con il Papa parliamo in dialetto bavarese"

Segnalazione del libro "L'opposizione al Motu Proprio Summorum Pontificum" di Alberto Carosa
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Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:

Retroscena

La riscossa dei ruiniani è partita da Torino

GIACOMO GALEAZZI

CITTA'DEL VATICANO

In Curia la chiamano la «battaglia di Torino» e i suoi contraccolpi stanno rivoluzionando la geopolitica vaticana. In cinque anni di pontificato non era mai successo che una decisione presa dal cardinale Bertone e comunicata informalmente all’interessato venisse mutata nel passaggio dalla Segreteria di Stato all’Appartamento Pontificio. Per la cattedra di San Massimo, invece, è accaduto che il presule designato da Bertone per la successione a Poletto (Lambiasi) sia stato bloccato sulla via di Torino dal «ribaltone» che in extremis ha visto prevalere il ruiniano Nosiglia. Uno «schema a sorpresa» che potrebbe ripetersi a Milano per il bertoniano Ravasi. Molte certezze non sono più granitiche nei Sacri Palazzi. La regola era:il Papa regna,il segretario di Stato governa. Adesso è spuntata una forza di interposizione tra le scelte di Bertone e la firma con cui Benedetto XVI le approva. Attorno al Pontefice si è stretta la «cintura ratzingeriana» composta dal segretario personale Gaenswein, dal nuovo ministro vaticano dei vescovi Ouellet e dal responsabile del Clero, Piacenza. Bertone, che conta ancora sulla «totale fiducia» del Papa, non ha digerito l’intromissione nella sua Torino e punta a «valorizzare» Miglio, Versaldi, Giordano,Lambiasi.Serviranno mesi per verificare se Torino è un episodio isolato o una svolta, ma il ritorno del ruiniano Boffo in Cei è la prova che la partita è aperta.

© Copyright La Stampa (Torino), 15 novembre 2010

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Capirci qualche cosa delle decisioni ecclesistiche e dei "contrasti" tra i Vertici nelle decisioni di nomina alle cattedre pastorali, è compito arduo, un guazzabuglio che nessuna mente laica può decifrare completamente. Nei Vertici della Chiesa sembra presente quanto si nota costantemente nelle parrocchie: nella mia vita non ho mai incontrato, neppure una sola volta, una parrocchia nella quale il Parroco fosse in perfetta e cristiana armonia con il Curato.
E poi si parla di "comunione evangelica". Mah?

Anonimo ha detto...

Quello che non capisco è perché invece di scegliere, fra le migliaia di ottimi preti, preparati, amanti del Signore e del Suo popolo, fedeli al Vangelo e al Papa, bisogna sempre dare la poltrona all'amico di quello o di quell'altro.
Card. Bertone sarà anche una persona straordinaria e godrà dell'incondizionata fiducia del S. Padre, ma sta bertonizzando la Chiesa in Italia. Che stia cercando di costituirsi la cricca per il prossimo conclave? Non ha caso cerca di posizionare suoi amici in posti chiave, molti dei quali poi sono anche sedi cardinalizie (torino, milano, firenze ecc.)

jacu

Anonimo ha detto...

Anche a me è capitato di pensare la stessa cosa. Ma, al di là dellla creazione di un "partito" in vista di un futurissimo conclave, penso Berone sia mosso dal desiderio di nominare persone che conosce e di cui sa è possibile fidarsi, visto l'ambientino non proprio improntato ai valori evangelici. Quando verrà il momento, il più tardi possibile, sarà lo Spirito Santo a guidare i cardinali verso la scelta della persona giusta.
Alessia

Anonimo ha detto...

Per una volta, sarebbe stato meglio seguire l'istinto di Bertone, perchè Nosiglia è un grande modernista camuffato, peraltro seguace di una linea liturgica diametralmente opposta a quella del Papa.

Anonimo ha detto...

Evidentemente la «cintura ratzingeriana» che si è stretta atorno al Santo Padre, composta dal segretario personale Gaenswein, dal nuovo ministro vaticano dei vescovi Ouellet e dal responsabile del Clero, Mons. Piacenza, ha la funzione di filtrare con oculatezza tutto ciò che viene sottoposto al Pontefice.

Anonimo ha detto...

Se la regola era:il Papa regna,il segretario di Stato governa, alla luce di ciò che sta accadendo qualcosa deve essere cambiato.
Forse adesso certe decisioni, prima del placet del Santo Padre, dovranno essere esaminate e vagliate da più persone?
Se cosi fosse sarebbe saggio.

Anonimo ha detto...

Scusate l'OT (anche se non troppo), per segnalare una ancora una perla – se ce ne fosse bisogno – del Mons. MANGANINI protagonista di un duro scontro conn l’Amministrazione comunale di Milano per l’installazione di un albero di natale in piazza Duomo sponsorizzata da una gioielleria.
QUI LA NOTIZIA:
http://www.cronacalive.it/milano-monsignor-manganini-accende-la-polemica-contro-tiffany-in-piazza-duomo.html

Ed ecco alcune mie riflessioni:
E' fin troppo scontato che Manganini vada contro la Moratti, la Lega e il centrodestra. Ormai queste prese di posizione non hanno più nessun valore di PROFEZIA.
Tra l'altro, l'iniziativa sembra ancora più ideologica se andiamo a leggere le motivazioni: “l'albero di Natale è un simbolo cristiano...” ma da quando?
Sì, magari lo accettiamo, ormai, ma il simbolo del Natale per eccellenza è il presepe. Perché la curia non promuove un bel presepe in piazza Duomo, a grandezza naturale, così da richiamare fortemente l'attenzione su un simbolo veramente cristiano, e ricordare a tutti, senza vergogna (e senza paura di offendere le altre fedi!!!), che il Natale cristiano è memoria dell'Incarnazione del Signore Gesù?
Ancora: fare polemica invocando la crisi è populismo da 4 soldi. Allora perché non facciamo chiudere i negozi di via Torino, di via Manzoni, di via Montenapoleone e di via della Spiga? Sappiamo tutti il commercio che sta dietro alle feste di Natale. Non si risolve certo così l'esortazione del Papa, più volte ripetuta, ad una sobrietà di vita.
Infine, mi pare di dover dare ragione al alcuni miei colleghi che, indignati come dicono loro dall'ennesima "interferenza" della Chiesa, ricordano all'arciprete che piazza Duomo non è piazza San Pietro, ovvero di proprietà della Chiesa, ma è una piazza cittadina, aperta a tutti gli usi. Poi si potrà discutere sull'opportunità di alcuni usi, e sono d'accordo, ma invocare un diritto di veto da parte del monsignore non mi pare che abbia alcun fondamento giuridico.
Così facendo, noi cattolici ci attiriamo ancora di più le accuse di ipocrisia del mondo laico e laicista.
Mi domando allora: perché Manganini non ha preso posizione sui musulmani che pregavano in duomo voltando le terga al duomo?
Questa Chiesa parla poco di Cristo, ma fa molta politica. Per non parlare di un certo "pauperismo" dilagante... strano però che chi parla di povertà lo faccia provenendo da ambienti molto agiati...
E' evidente lo scollamento tra la sensibilità religiosa e sincera della gente, e un certo modo di condurre la Chiesa di Milano. La gente grida a suo modo il proprio bisogno di Dio, ma le risposte sono deludenti.
Chi deve decidere su Milano, tra Bertone, Bagnasco, Ruini, Piacenza e Oullet, ne tenga conto!!!!!