lunedì 17 maggio 2010

Il Papa ai fedeli: "Grazie per la vostra presenza e fiducia" (Gagliarducci)


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Il Papa: il vero nemico è il peccato che contagia i membri della Chiesa. Le prove che il Signore permette ci spingano alla radicalità (Izzo)

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SAN PIETRO, DUECENTOMILA PER SOSTENERE IL PAPA: FOTO REPUBBLICA

Il Papa: servire Dio con radicalità e coerenza, combattendo il peccato e le seduzioni del mondo. In Piazza San Pietro, 200 mila fedeli

Gendarmeria Vaticana: raggiunti i 200mila fedeli al Regina Coeli. Striscioni: Benedetto, ti vogliamo bene (Izzo)

Il Papa: "Il peccato nemico da combattere anche nella Chiesa" (Il Giornale)

Il Papa ai fedeli in Piazza: la vostra presenza numerosa mi conforta

Folla di fedeli in piazza San Pietro: 'Battere il peccato, anche nella Chiesa' (Repubblica)

Il Papa: "Il vero nemico da temere e da combattere è il peccato, il male spirituale, che a volte, purtroppo, contagia anche i membri della Chiesa...Proseguiamo insieme con fiducia questo cammino, e le prove, che il Signore permette, ci spingano a maggiore radicalità e coerenza" (Regina Coeli)

Il Papa: Il vero nemico da temere e da combattere è il peccato

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In migliaia con il Papa per vincere il peccato

Ratzinger ai fedeli: è anche dentro la Chiesa. Il monito, la rievangelizzazione deve partire dall'interno a cominciare dal clero. Ai 200mila presenti: "Grazie per la vostra presenza e fiducia".

Andrea Gagliarducci

«Grazie per la vostra solidarietà». Sono le prime parole che dice Benedetto XVI quando si affaccia al balcone del Palazzo Apostolico per declamare il Regina Coeli. È accolto dall'ovazione della gente, che continua ad affluire da via della Conciliazione, da Porta dei Cavalleggeri, riempiendo la piazza che già alle 10 cominciava ad essere molto affollata.
Il Papa dice che «è bello vedere tutta questa moltitudine in piazza San Pietro, come è stato bello per me vedere a Fatima l'immensa moltitudine che, alla scuola di Maria, ha pregato per la conversione di cuori». E a tutti Benedetto XVI ribadisce la lezione di Fatima: il peccato «è il vero nemico da temere e combattere», e il peccato «contagia anche il clero», e per questo invita i sacerdoti a distinguersi «nella loro vita per una forte testimonianza evangelica». Il Papa rinnova dunque l'invito alla purificazione e alla penitenza della Chiesa. Per lui, è spontaneo ricollegare la folla che è accorsa in piazza San Pietro con la folla che lo ha accolto a Fatima, e durante il recente viaggio in Portogallo in generale. La direzione che il Papa vuole imprimere alla Chiesa è chiara: bisogna ri-evangelizzarla, a partire dai sacerdoti.
Affacciatosi dal balcone del Palazzo Apostolico, accolto da una grande ovazione, Benedetto XVI prima sottolinea: «Dio è vicino a ciascuno di noi e guida il nostro cammino cristiano. È compagno dei perseguitati a causa della fede, è nel cuore di quanti sono emarginati, è presente in coloro a cui è negato il diritto alla vità». Quindi, rinnova ai fratelli nel sacerdozio l'invito che è già nella Lettera d'Indizione dell'Anno Sacerdotale, e cioè quello di essere testimoni. A questo punto, il Papa recita il Regina Coeli, la preghiera che in tempo pasquale sostituisce l'Angelus. E subito dopo, esprime «di cuore» la sua «viva riconoscenza» a tutti i fedeli, le associazioni, i politici presenti a «questa bella e spontanea manifestazione di fede e di solidarietà», rimarca che il vero nemico da temere è il peccato che «contagia anche i membri della Chiesa», e infine sottolinea: «Noi cristiani non abbiamo paura del mondo, anche se dobbiamo guardarci dalle sue seduzioni.
Dobbiamo invece temere il peccato e per questo essere fortemente radicati in Dio, solidali nel bene, nell'amore, nel servizio». Questo, prosegue, «è quello che la Chiesa, i suoi ministri, unitamente ai fedeli, hanno fatto e continuano a fare con fervido impegno per il bene spirituale e materiale delle persone in ogni parte del mondo. È quello che specialmente voi cercate di fare abitualmente nelle parrocchie, nelle associazioni e nei movimenti: servire Dio e l'uomo nel nome di Cristo». Il Papa infine esorta a «proseguire insieme con fiducia questo cammino, e le prove, che il Signore permette, ci spingano a maggiore radicalità e coerenza». Al termine dei saluti, aggiunge un fuori programma, rivolgendosi ai pellegrini a braccio. «Grazie per la vostra presenza e fiducia. Andiamo avanti nel Signore con la sua grazia».

© Copyright Il Tempo, 17 maggio 2010 consultabile online anche qui.

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