lunedì 17 maggio 2010

Lo sguardo del Papa va oltre la pedofilia: va alle lacerazioni interne tra vescovi, movimenti religiosi e laici (Piccirilli)


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L'orgoglio cristiano in piazza. C'è voluta una dura campagna stampa contro Benedetto XVI per risvegliare le coscienze dei fedeli in Cristo. Coscienze addormentate da un relativismo spinto verso gli eccessi di un apparire sfrenato. Modelli di vita che non prevedono spazi per lo spirito. Ancor meno quello spirito religioso che si basa su regole severe. Regole che proprio all'interno della comunità cristiana non sono più accettate. Il sacrificio e la penitenza sono temi troppo lontani da questa società moderna che considera l'uomo un animale fatto di muscoli e bisogni materiali. La battaglia che Ratzinger conduce da Vicario di Cristo contro le falene del mondo moderno, inteso come materialismo spinto, contro l'ipocrisia e l'ignavia di tanti cristiani solo a parole, non poteva non trovare nemici pronti a scendere in campo per ricacciare la Chiesa dentro le mura dei templi e impedirle di lanciare moniti alla politica e alla società civile. Gli anatemi contro la guerra, per il rispetto della vita e il dito puntato di Benedetto XVI contro i mali all'interno della chiesa non potevano passare senza conseguenze. L'accelerazione del negoziato sull'ecumenismo con le chiese separate, il rilancio del dialogo interreligioso con ebrei e islamici, sono altrettanti argomenti che hanno creato dissensi all'interno della comunità cristiana e nelle stesse gerarchie ecclesiastiche.
La forza del Papa teologo di chiedere perdono alle vittime degli abusi, la volontà di perseguire i colpevoli, pur nel rispetto del comandamento di Gesù che vuole il perdono per tutti i peccatori, ha lasciato il segno. Ma non è stato ancora sufficiente a risvegliare quanti si richiamano alla Chiesa di Roma. Sono stati necessari altri attacchi, sempre più insidiosi, mirati a colpire direttamente la figura del Pontefice, per far uscire i cristiani dalle catacombe nelle quali si erano nascosti. Un'ondata di orgoglio che ieri si è fatta marea e ha riempito Piazza San Pietro. Ma forse non ancora pronta a resistere e difendere la posizione. La situazione è molto più grave. Non si tratta solo di un attacco esterno di lobbies più o meno identificate che da sempre mirano a sovvertire il soglio di Pietro. Nel cuore di Benedetto XVI quando parla di «attacchi che vengono dall'interno della Chiesa» e che la Chiesa «ha bisogno di reimparare la penitenza, accettare la purificazione, imparare il perdono ma anche la necessità delle giustizia», c'è certamente la fotografia di quanto negli ultimi mesi ha sconvolto molte diocesi. Ma sicuramente lo sguardo del Papa va oltre. Alle lacerazioni interne tra vescovi, movimenti religiosi e laici. Dilaniati tutti da una ricerca di poteri e posizioni dominanti che minano la stessa comunità dall'interno.
E Benedetto XVI più volte ha fatto ricorso alle parole di San Paolo per ricondurre la Chiesa nel suo ruolo. «La Chiesa è un avamposto nel mondo delle tenebre che guarda al giorno della redenzione finale». scriveva l'apostolo agli efesini. Ratzinger ieri ha ribadito a tutta la Chiesa, il pericolo interno. Solo l'unità e il coraggio di professare la propria fede, sempre, può essere baluardo contro i nemici della Chiesa e del Papa.

© Copyright Il Tempo, 17 maggio 2010 consultabile online anche qui.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

L'avvocato di Mixa le canta chiare e tonde. Eufemia
http://www.donaukurier.de/nachrichten/bayern/-Eine-abstruse-Vermutung-;art155371,2278769

Anonimo ha detto...

Il Sz manda un giornalista nel villaggio-lager alla ricerca delle prove del sadismo di Mixa. Il parroco che, secondo il Donaukurier, ha preso le difese dell'exvescovo, non conferma le aspettative del giornalista che si limita a notare come ha fatto togliere i tappeti messi da Mixa nella chiesa. Sarei contenta che Mixa lasciasse la costosa clinica svizzera e venisse in Italia dove ancora nelle chiese ci sono tesori particolarmente costosi.Eufemia
http://www.sueddeutsche.de/bayern/167/511275/text/