domenica 27 giugno 2010

Il prete belga Rik Devillé dispensa consigli non richiesti ed accusa il card. Danneels (Zatterin)


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Il Papa: auspico che la giustizia faccia il suo corso,a garanzia dei diritti fondamentali delle persone e delle istituzioni,nel rispetto delle vittime

Attenzione ai titoli delle agenzie di stampa che non colgono la notizia: il Papa riconosce il diritto della giustizia civile ad indagare. Ad essere deplorevoli sono le modalita' non le perquisizioni!

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Il Papa: "Più volte io stesso ho ribadito che tali gravi fatti (gli abusi sui minori) vanno trattati dall’ordinamento civile e da quello canonico, nel rispetto della reciproca specificità e autonomia. In tal senso, auspico che la giustizia faccia il suo corso, a garanzia dei diritti fondamentali delle persone e delle istituzioni, nel rispetto delle vittime, nel riconoscimento senza pregiudiziali di quanti si impegnano a collaborare con essa e nel rifiuto di tutto quanto oscura i nobili compiti ad essa assegnati" (Messaggio al Primate del Belgio)

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“La Chiesa sta insabbiando
Il primate mi ha minacciato”


«Vidi due volte Danneels
Mi disse che non era il mio lavoro, di restarne fuori»


MARCO ZATTERIN

CORRISPONDENTE DA BRUXELLES

In questi diciotto anni sono andato ventidue volte in visita all’Arcivescovado. In un’occasione mi sono fatto accompagnare da venti vittime di abusi sessuali compiuti da uomini di Chiesa. Niente. Non mi hanno mai ascoltato, non hanno fatto nulla. Hanno sempre protetto i preti. Dicevano: “Non ci sono prove, pregheremo per voi”. E poi ci facevano andare via».

ha l’aria mite, ma pronuncia parole pesanti come macigni. Porta bene i suoi 65 anni, trenta dei quali passati a curare le anime nella chiesa di Don Bosco, a Buizingen, appena fuori dal ring, a Sud di Bruxelles. È in pensione da pochi mesi, il crociato degli antipedofili, ma non ha ancora lasciato la parrocchia. Dal 1992 raccoglie le testimonianze di chi sostiene aver subito violenze da parte di preti, ne ha accumulate oltre 300 negli archivi della sua associazione "Diritti e Libertà nella Chiesa». È stato lui, all’inizio di giugno, a trasmettere gli incartamenti alla procura della capitale belga, mossa che ha innescato le perquisizioni di Mechelen (Malines). «È stata una buona cosa - commenta -. Era tempo che la giustizia cercasse i colpevoli».

La Chiesa belga aveva istituito la Commissione Adriaenssens. Non bastava?

«Il problema era il suo legame con l’Arcivescovado, l’assenza di una componente laica all’interno e di un collegamento con la magistratura. Ho sempre auspicato che fosse formata una Commissione veramente indipendente, un organismo il cui obiettivo fosse quello di aiutare la giustizia a fare il suo corso. Questa deve essere la via. Non spetta alla Chiesa stabilire chi ha violato la legge e come debba essere punito».

Crede che il Belgio sia un caso speciale? O che la piaga degli abusi sessuali in sacrestia sia un male comune?

«Succede ovunque, mi creda. Il Belgio credeva di essere l’eccezione perché nessuno caso era mai venuto alla luce. Eppure già nel 1994 avevo raccolto 82 denunce. Le vittime volevano essere ascoltate dalla Chiesa, volevano rompere la maledizione. E’ stato inutile, almeno sinora».

Lei ha raccontato di aver avvicinato anche Godfried Danneels, l’ex primate belga. Lui dice di non ricordarselo.

«Gli ho parlato dei miei dossier in due occasioni, nella prima metà degli Anni Novanta. Gli ho segnalato il problema e non so cosa abbia fatto dopo. In un’occasione, però, ricordo che il cardinale si arrabbiò. Disse che quello non era il mio lavoro, che dovevo restarne fuori».

Crede che stesse nascondendo qualcosa?

«I vescovi hanno una lunga storia alle spalle quanto a silenzi e omissioni. Proteggono i colpevoli e non le vittime».

Come reagiscono i belgi? Sono un popolo molto cattolico...

«Lo erano, una volta. A partire dagli Anni Sessanta la Chiesa cattolica è divenuta sempre meno democratica e i fedeli si sono allontanati. Si guarda al passato, è un potere che sta marcendo. Non si parla più del progresso, di porre fine al celibato oppure ordinare le donne sacerdote».

Ritiene che sarebbe una soluzione anche per riconsolidare i rapporti con la gente?

«Certo non da sola. La Chiesa non deve tornare al medioevo, ma affidarsi in modo più concreto alla lettera del Vangelo, badare ai poveri e ai deboli, rinunciare all’ostentazione del potere terreno. Sennò non potrà che andare lentamente verso la sua fine».

© Copyright La Stampa, 27 giugno 2010 consultabile online anche qui.

Mi pare tutto chiarissimo...e torniamo alle parole del Papa sul volo verso Lisbona. Il problema non e' all'esterno ma all'interno della Chiesa.
R.

7 commenti:

mariateresa ha detto...

povero disgraziato. Con riformatori così la Chiesa belga è a posto.

Anonimo ha detto...

Io rimango basito dall'affermazione per la quale dagli anni 60 non c'è stata più democrazia nella chiesa. Ma se avevano l'episcopato di gran lunga più liberale del mondo ! L'Università di Lovanio ormai è cattolica solo di nome ... Hanno fatto un deserto e se la prendono con gli altri.

Antonio

Anonimo ha detto...

Danneells raccoglie quello che ha seminato.

Volevano la collegialità: eccola!
Volevano liberarsi della disciplina: eccone i frutti!

Hanno usato le loro armi per liberarsi del controllo del Papa, hanno intrigato e complottato, e hanno dato il buon esempio per i piccoli intriganti!

Mi fanno solo pena: che il Signore abbia misericordia della loro anima!

Jacu

Fabiola ha detto...

Sì, Raffaella. Il problema è nella Chiesa: e non è la pedofilia.

Anonimo ha detto...

in fondo ha detto la vrità:

«Lo erano, una volta. A partire dagli Anni Sessanta la Chiesa cattolica è divenuta sempre meno democratica e i fedeli si sono allontanati.

Il dato di fatto é che la gente dopo gli anni 60 si é allontanata,l'altro dato di fatto é che la chiesa del belgio era la più antiromana e la più"democratica".

Faccia 2+2...
perfetta l'analisi, sbagliata la diagnosi

max

Anonimo ha detto...

E' il tipico modo di ragionare dei massoni!!!!

Anonimo ha detto...

Veramente sia a Lovanio che gli scout cattolici hanno deciso di levare la c. Penso che il fatto di ospitare organismi internazionali come la Ue, la Nato li abbia troppo gasati. Eufemia