venerdì 16 luglio 2010

Soddisfazione nella Chiesa per le modifiche alle "Norme sui delitti più gravi" (Radio Vaticana)


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Naturalmente il NYT cita solo opinioni negative, criticando tra l'altro la competenza sul reato di ordinazione femminile, il mancato obbligo di denuncia universale, la mancata eliminazione totale della prescrizione. Miracolo: finalmente hanno capito che la competenza sugli abusi è passata alla CDF solo nel 2001 :-)

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Breve relazione circa le modifiche introdotte nelle Normae de gravioribus delictis riservati alla Congregazione per la Dottrina della Fede

Pubblicate le modifiche alle "Norme sui delitti più gravi": nota di padre Lombardi (Radio Vaticana)
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Soddisfazione nella Chiesa per le modifiche alle "Norme sui delitti più gravi"

Commenti molto positivi sono giunti dalle Conferenze episcopali di tutto il mondo in seguito alla pubblicazione, ieri, delle modifiche alle "Norme sui delitti più gravi" compiuti contro i Sacramenti dell’Eucaristia e della Penitenza e nei casi di abusi sessuali commessi da esponenti del clero, la cui competenza è riservata alla Congregazione per la Dottrina della Fede. Ce ne parla Sergio Centofanti.

I vescovi degli Stati Uniti salutano con soddisfazione l’aggiornamento delle “Norme sui delitti più gravi” riservati alla Congregazione per la Dottrina della Fede. Il presidente della Commissione episcopale per la protezione dei bambini, mons. Blaise Cupich, vescovo di Spokane, parla di un positivo “passo avanti” nella lotta contro questo terribile crimine. Si tratta di una modifica "incoraggiante”, scrive il presule, ricordando il sostegno dato dalla Santa Sede ai vescovi americani quando approvarono nel 2002 le Norme essenziali sulle denunce degli abusi. Particolare apprezzamento viene espresso per il giro di vite contro gli abusi commessi su persone disabili. “L’adozione di queste modifiche – conclude mons. Cupich - rafforza la nostra determinazione a fare il possibile per assicurare la protezione e la sicurezza dei bambini soprattutto nella Chiesa”.

Un segnale forte, un segnale chiaro: questo è il commento di mons. Robert Zollitsch, presidente della Conferenza episcopale tedesca. Il presule si è detto “riconoscente” per l’aggiornamento della precedente normativa che prevede procedure più rapide, l’aumento a 20 anni dei termini di prescrizione per i reati di pedofilia, con possibili ulteriori deroghe, l’introduzione del delitto di pedopornografia. “In particolare”, ha osservato mons. Zollitsch, citato dal Sir, “condivido il fatto che, sullo sfondo dei casi di abuso sessuale nei confronti di bambini e giovani, con cui anche la Chiesa in Germania si trova a confrontarsi, la Congregazione dia un segnale chiaro per un'informazione senza riserve e la punizione di simili delitti”. Le nuove norme – ha affermato - rappresentano “una testimonianza univoca a favore delle vittime”.

Esprime soddisfazione anche mons. Felix Gmür, segretario generale della Conferenza episcopale svizzera: con queste modifiche – ha rilevato – ci sentiamo sostenuti nei nostri sforzi “per combattere in modo deciso tutte le forme di aggressione sessuale”. “In particolare – ha aggiunto - i vescovi svizzeri valutano positivamente la proroga dei termini di prescrizione da dieci a venti anni in caso di violenza sessuale nei confronti di bambini e la condanna coerente della pedopornografia”. Il presule ricorda quindi che anche la Conferenza episcopale svizzera nella plenaria dello scorso giugno, ha inasprito le direttive su questa materia. "La violenza sessuale – ha concluso - è un delitto e la violenza sessuale contro i bambini è un delitto particolarmente esecrabile”.

Un commento molto positivo è stato espresso anche da mons. Donald Wuerl, arcivescovo di Washington e presidente della Commissione episcopale per la Dottrina. In una nota, il presule si sofferma in particolare sull’attentata ordinazione delle donne, inserita nell’elenco dei delitti più gravi riservati alla Congregazione per la Dottrina della Fede.“Il chiarimento vaticano circa la gravità dei delitti contro il Sacramento dell’Ordine è benvenuto”, afferma il presule, ricordando che “la Chiesa cattolica ha sempre insegnato, sin dalle sue origini, che l’ordinazione sacerdotale è riservata ai soli uomini, un fatto che non può cambiare nonostante il cambiamento dei tempi”. Questo - puntualizza mons. Wuerl - non toglie nulla al “ruolo fondamentale da sempre svolto dalle donne nella vita della Chiesa” e alla loro “straordinaria generosità”. “Oggi le donne svolgono il loro servizio ecclesiale in posizioni di responsabilità a tutti i livelli” e “la gratitudine della Chiesa verso di esse non può essere mai sottolineata abbastanza. La loro attività e partecipazione – conclude l’arcivescovo di Washington - fa della Chiesa cattolica la potente forza per il bene e per la santità che è oggi”.

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1 commento:

Anonimo ha detto...

La USCCB smentisce totalmente il NYT: La Santa Sede ci diede il suo supporto già per le linee guida del 2002 e queste norme vanno ancora oltre. Porre l'abuso nello stesso contesto della violazione dei sacramenti dimostra che tale comportamento lede i valori fondamentali della nostra fede.
http://www.usccb.org/comm/archives/2010/10-141.shtml

Alberto