sabato 28 agosto 2010

Scivolone. Tradotta male dall’agenzia Ansa la frase di Mons. Marchetto sull'olocausto


Vedi anche:

"Attacco al Papa": il commento di Marco Tosatti

La stampa e la televisioni italiane ignorano le offese di Minc al Papa. Ne parla solo la Radio!

Il Papa ha riunito secondo tradizione gli iscritti al Circolo dei Ratzinger Schulerkreis: un anello di congiunzione verso il futuro (Gagliarducci)

Donne e cultura. La presenza femminile nella Chiesa (Lucetta Scaraffia)

Un reportage televisivo sui tradizionalisti e il mal di pancia del giornale dei vescovi francesi (Messainlatino)

Gay, Malan: Decisione contraddittoria. Chiesa Valdese al marasma (Asca)

"Attacco a Ratzinger": la dettagliata recensione di John Allen

Il carisma di Agostino in Vaticano (Nicola Gori)

A lezione dal prof. Ratzinger (Galeazzi)

Agostino e il vescovo di Milano. L'ex nemico di Ambrogio (Inos Biffi)

Italia e Francia gemelle identiche. Ti chiami Ratzinger? Fuori dalla Sapienza! Sei un Papa tedesco? Non hai diritto di parlare!

La Chiesa celebra la memoria liturgica di Santa Monica, madre di Sant'Agostino (Radio Vaticana)

Il testo integrale dell'intervista di Mons. Marchetto a I.Media: la Chiesa non è di destra nè di sinistra

I media francesi riportano con enfasi le offese di Minc al Papa. Tacciono quelli italiani (tranne il Velino) e la Santa Sede dorme

Non ci sono pass per assistere alla Messa del Papa? Sedici famiglie si accampano nella speranza di vedere il Santo Padre

Mons. Marchetto: Basta appiccicare etichette al Papa (Bandini). Benedetto è stato insultato perchè tedesco

Inizia l'incontro del Papa con i suoi ex allievi sull'interpretazione del Concilio Vaticano II (Rome Reports)

L’ermeneutica del Vaticano II al centro dell’incontro del Papa con i suoi ex allievi (Radio Vaticana)

I vescovi cattolici inglesi tirino fuori un pò di coraggio imparando dal Santo Padre

Dal 27 al 30 agosto 2010 si riunisce il "Ratzinger Schulerkreis" sul Concilio Vaticano II (Izzo)

Un santo per amico. Agostino, compagno di viaggio di Benedetto XVI (Corradi)

Ecco perché gli attacchi non cesseranno: E attenti all'Inghilterra. Il vaticanista irlandese O' Connell recensisce il libro di Rodari e Tornielli

I vaticanisti Andrea Tornielli e Paolo Rodari denunciano: il Papa è sotto attacco perchè vuole cambiamenti (Izzo)

I tre nemici del Papa. "Attacco a Ratzinger" di Paolo Rodari e Andrea Tornielli (Massimo Introvigne)
________________________________________

Scivolone Tradotta male dall’agenzia la frase che imbarazza il Vaticano

di Redazione

Le espulsioni dei rom, come quelle ordinate dal governo francese, colpiscono «persone deboli e povere che sono state perseguitate, che sono state anch’esse vittime di un «olocausto» e che vivono sempre fuggendo da chi dà loro la caccia».
Ad affermarlo è stato il segretario del Pontificio Consiglio per i migranti e gli itineranti, arcivescovo Agostino Marchetto, in un’intervista all’agenzia francofona.
La dichiarazione di ieri mattina ripresa poi dall’agenzia Ansa era stata tradotta male: «La persecuzione» di cui sono oggi vittime i rom è una sorta di nuovo olocausto», si leggeva ieri mattina. Una traduzione sbagliata che ha creato non poco imbarazzo alle stesse agenzie di stampa e al Vaticano. La correzione, arrivata in tarda mattinata, ha poi reso giustizia alle parole di Marchetto.
«Quando si difendono i diritti umani, quando si parla di rispetto della dignità delle persone - ha detto ancora Marchetto - in particolare di donne e bambini, non si fa della politica, ma della pastorale. I rom - ha poi ricordato il Monsignore- costituiscono la più numerosa delle minoranze presenti in Europa con oltre 12 milioni di persone di cui cinque milioni bambini».

© Copyright Il Giornale, 28 agosto 2010 consultabile online anche qui.

Francamente mi sto stancando delle inesattezze, chiamiamole cosi', dell'Ansa.
Se non si e' capaci nemmeno di distinguere un tempo passato da uno presente, forse e' il caso di prendersi una pausa di riflessione.
Avete notato che di solito tutti i problemi vengono dall'Ansa?
Quanto al Vaticano, invece di imbarazzarsi, vada alle fonti originali. I.Media e' stata impeccabile diffondendo immediatamente il testo originale.

R.

24 commenti:

Caterina63 ha detto...

La pastorale per i migranti è come una sorta di campo minato... e questo perchè la Chiesa ha sempre dovuto fare i conti con la dottrina comunista che in molti aspetti può somigliare alla dottrina sociale della Chiesa...
non a caso la TdL ed altre questioni correlate ai sindacati, hanno sempre vissuto una sorta di amore-odio fra le due parti...

Tuttavia parlare di PERSECUZIONE AI ROM mi pare eccessivo...
a casa loro nessun altro Stato è andato a prelevarli per eliminarli...è dolente dover ammettere che ancora una volta si vuole ignorare il problema dei Rom i quali vivono di una loro CULTURA TRADIZIONALE la quale, spiace dirlo, ma è la verità, non si addice alla nostra cultura NON E' CONDIVISIBILE, NON E' CORRELAZIONABILE...

i ROM, caro mons. Marchetto, NON SI LASCIANO affatto "educare" nella cultura del Paese che li ospita come lei stesso ha auspicato... tranne casi eccezionali che senza dubbio ci sono stati e ci sono, il mondo Rom vive in se stesso...
se Lei dunque pretende di EDUCARLI, COME HA DETTO, RISCHIA DI ESSERE ACCUSATO DI VOLER UCCIDERE LA LORO CULTURA la quale, attenzione, implica quel loro modo di vivere...

Ci sono esempi tangibili di campi Rom portati in aeree attrezzate, PULITE e corredate di acqua, fogne e servizi.... andati a trovarli dopo alcuni mesi, il campo era ridotto ad una CLOACA a cielo aperto...i bambini sporchi, ma loro impeccabilmente sempre ricoperti D'ORO... le casette ridotte a pattumiere...

caro mons. Marchetto, uno Stato NON può provvedere alla pulizia dei campi nomadi ogni tre o 4 mesi... ;-)
se la sente di ospitare qualche famiglia ROM con tanto di CAPO ZINGARO in casa sua?
Ce ne dia l'esempio, dateci questa testimonianza... riempite le vostre proprietà di campi Rom....
poi dopo qualche mese ne riparliamo...

Mi perdoni la provocazione, ma è quello che ci dicono poi gli acattolici e come dare loro torto?
La carità cristiana, quella che compiva Gesù Cristo, non toglieva il povero dalla condizione sociale in cui viveva, ma lo arricchiva per far fronte alle necessità che doveva affrontare...se i Rom non fanno lo sforzo di adeguarsi LORO alla cultura del Paese che li ospita, non ci sarà mai nessuna integrazione perchè NON LA VOGLIONO...per loro significherebbe uccidere la loro tradizione, sbagliata o giusta che fosse, Gesù Cristo si inseriva nelle questioni sociali, ma non ha mai regalato case o campi a nessuno...CONVIVEVA CON LORO...

^__^

Anonimo ha detto...

Mi spiace Caterina, ma non condivido.
Alessia

Raffaella ha detto...

Io concordo con Mons. Marchetto: le responsabilita' sono personali e non si puo' addossare la colpa di alcuni ad un intero popolo.
Quello dei Rom e' un problema e chi vive in una grande citta' lo sa bene, ma la Chiesa non puo' non richiamare alla fraternita' universale.
E' il suo compito ed e' anche una questione educativa.
R.

Areki ha detto...

Condivido totalemente il pensiero di Carerina.....
E' facile parlare di condivisione di aiuto ai poveri.... poi a sporcarsi le mani sono i soliti San Francesco e madre Teresa....dalla Chiesa ci si attende più fatti e meno parole.....

Anonimo ha detto...

Io ho due stelle polari: il Vangelo e la dottrina sociale della Chiesa. Le tue Areki?
Alessia

Caterina63 ha detto...

Cara Alessia io ne ho una sola di Stella Polare ed è la Dottrina Sociale della Chiesa, a cominciare dalla Rerum Novarum e fino alla Caritatis in Veritate.... ;-)

non è importante che tu condivida o meno ciò che ho scritto (di per me stessa io non sono infallibile), l'importante è che tu mi porti le motivazioni e controbatta quanto non non condividi....

La cultura ROM, la loro tradizione NON prevede affatto LA DIGNITA' DEI SINGOLI INDIVIDUI che compongono tale comunità...
il discorso di mons. Marchetto è validissimo, io non ho detto il contrario, ho solo contestato I MODI DI APPLICAZIONE delle sue belle parole... ^__^

Il Vangelo dice a me di andare li, nei campi Rom A PORTARE CRISTO STESSO NON UN SEMPLICE ASSISTENZIALISMO...
la comunità sociale che già si fa carico (con le tasse) di dare ai Rom i campi belli e ripuliti, necessitano anche di EVANGELIZZAZIONE per comprendere che i figli che fanno non sono destinati all'accattonaggio...
(ricordare il cieco guarito da Cristo il quale, recuperando la vista poteva così andare a LAVORARE)...

se nelle modalità soccorritrici di mons. Marchetto, è contemplata anche questa parte del Vangelo, allora siamo d'accordo... diversamente rischiamo di imporre una sola parte del Vangelo e di alimentare l'assistenzialismo sociale...che nessuno Stato può permettersi a lungo senza gravare sulle tasse dei cittadini...

Fatti Alessia, non parole...
^__^
un abbraccio!

Andrea ha detto...

Una sola cosa, cari amici e amiche: vogliamo dare credito a un'impostazione utopica (ognuno è solo davanti a Dio, libero di fare qualunque scelta senza che questo abbia conseguenze) o a un'impostazione realistica (l'uomo-persona è per natura parte di un corpo sociale, e ne condivide la storia e la mentalità) ?
L'utopismo del "liberi tutti" mi ricorda la propaganda divorzista del '70: libero ognuno di divorziare, come se la legge non dovesse riconoscere la famiglia e come se una simile scelta non avesse conseguenze. Abbiamo visto i risultati

Anonimo ha detto...

Ti stimo Caterina e leggo sempre con attenzione i tuoi interventi nei vari blog. Motivare il mio dissenso riguardo la tua posisione ... potrei parlare della comune umanità che ci unisce, all'essere tutti figli di Dio. Oppure potrei scendere sul piano dell'etica politica e parlare del brivido che mi dà la sola idea che un'intera comunità di rom francesi possa essere cacciata, uso una parola grossa "deportata" per colpe non ascrivibili a tutti, ma il discorso diventerebbe troppo lungo e articolato e noioso.
Ricambio l'abbraccio.
Alessia

Anonimo ha detto...

" ANSA: Storia

Nel gennaio 1945, tre esponenti delle maggiori forze politiche della Resistenza italiana, Giuseppe Liverani, direttore amministrativo de Il Popolo, Primo Parrini, direttore amministrativo dell’Avanti!, e Amerigo Terenzi, consigliere delegato de l'Unità, avanzarono l'ipotesi di organizzare un'agenzia di stampa come una cooperativa di giornali, non controllata dal governo e neppure da gruppi privati, sostituendo l'operato dell'agenzia Stefani, trasferita a Milano per soddisfare le esigenze informative della Repubblica Sociale Italiana. La proposta ebbe l'assenso dalle autorità militari alleate che, pochi mesi dopo, favorirono il successo della nuova agenzia italiana chiudendo la NNU (acronimo di Notizie Nazioni Unite), l'agenzia in lingua italiana creata dagli alleati e operante in Italia. All’iniziativa aderirono subito L'Italia libera, La Voce Repubblicana e Risorgimento Liberale, approntando un locale di fortuna di via del Moretto e affidando ufficiosamente la direzione a Renato Mieli."

Caterina63 ha detto...

Cara Alessia, al tempo....
un conto è discutere sui singoli casi (leggasi la morte del bambino Rom nel rogo e il fratello piccolo in grave pericolo di vita....), testimoniare la pietà vera, muoversi ed attivarsi per aiutarli....andare magari al confine con la Francia e sostenere LA DIGNITA' UMANA di queste singole persone, altra cosa è la questione inerente a RISOLVERE IL PROBLEMA con le dovute modalità...
;-)

Ora il problema, per quanto spinoso è:
possiamo aiutare SINGOLI CASI o dobbiamo attivarci per l'intera comunità Rom?

La risposta è risolutiva solo per i singoli casi perchè l'intera comunità ROM NON accetterebbe mai L'INTEGRAZIONE CON LA CULTURA DEL PAESE OSPITANTE, comprendi? ;-)

Ciò che "rimprovero" a mons. Marchetto è che le sue parole che condivido pienamente NON possono tuttavia essere usate come e quale METODO per tutta la comunità Roma e non per colpa nostra, ma per causa LORO...

per questo facevo prima l'esempio dei campi autorizzati e predisposti per accoglierli con tutti i servizi e del come dopo qualche mese questi vengano ridotti ad una cloaca a cielo aperto...
Non a caso mons. Marchetto parlava di RIEDUCAZIONE, EDUCAZIONE CULTURALE...da doversi fare a queste comunità, da qui il mio contraddittorio a causa di molte testimonianze concrete che mons. Marchetto non ha mai vissuto...
^__^

Per il resto concordo con te, ci mancherebbe altro!
La comune umanità che ci unisce in Dio Creatore si distingue attenzione, DAI BATTEZZATI...sono due figliolanze diverse quelle che viviamo, attenzione...
- tutti siamo Figli di Dio in quanto da Lui Creati;
- tutti i Battezzati sono figli ED EREDI di Cristo...

e questo non vuol dire un trattamento differente, ma che SONO loro a non mettersi in condizione di farsi AIUTARE CONCRETAMENTE....

sono loro che NON riconoscono nei propri figli LA DIGNITA' UMANA...
se dunque dobbiamo aiutarli in questo, va da se che la priorità sta nell'aiutare MA DICENDO LE COSE COME STANNO...
ossia, che sono loro che non vogliono farsi aiutare...


Il governo francese ha sbagliato nel fare per tutti i Rom presenti un unico trattamento di espulsione...ma è anche vero che essi hanno rifiutato L'INTEGRAZIONE che il governo richiesto DISTRUGGENDO BEN DUE CAMPI che il governo aveva loro messo a disposizione...e distruggendoli non per protesta, ma per averli ridotti a degli immondezzai di cui LA GENTE DEL POSTO non ne poteva più...

Per questo la mia provocazione: portatevi una comunità Rom dentro casa o nel vostro giardino, lasciateli liberi di vivere la loro tradizione, dopo qualche tempo risentiamoci...
provare per credere!

Questo non significa rinunciare ad AIUTARLI E A DIFENDERLI NELLA LORO DIGNITA' DI ESSERI UMANI, ma i primi ad essere avvisati di questo devono essere proprio loro...

un abbraccio!

Anonimo ha detto...

Un primo passo potrebbe essere forse quello di provare a conoscerli, conoscere la loro realtà anche solo abbastanza per poter essere liberi dal velo dei luoghi comuni.

"la loro tradizione NON".. si tratta di "un" popolo nomade, disperso, e suddiviso in diversi gruppi al suo interno, ma soprattutto si tratta di tante persone: è sufficiente iniziare la frase in questo modo per riuscire già a voltare lo sguardo da un'altra parte, e non guardare loro, e i loro problemi negli occhi. :)

Indubbiamente però le abitudini di vita che sembrano condividere i vari gruppi che chiamiamo "Rom" possono essere considerate un problema nella nostra società: Caterina, sintetizzando bene, evidenzia la parola LAVORARE, e "gravare sulle tasse dei cittadini". Produttività e costi. In una società efficientista come la nostra effettivamente qualcuno li potrebbe considerare un peso. Pensiamo solo all'aiuto per la fascia più bisognosa, i bambini: tribunali dei minori, operatori, comunità, centri d'aggregazione giovanile.. per un intervento efficace bisogna ammettere che servirebbero risorse ingenti.
La soluzione proposta dalle ultime politiche francesi, ma anche da settori politici nostrani, pare voglia risolvere la questione "scaricando" questa fetta problematica ed improduttiva di popolazione in altre zone del pianeta. Ora, si può dibattere sull'effettiva efficacia, specie a lungo raggio, di una soluzione del genere dal punto di vista politico. Ma mi sembra onestamente difficile che una tale soluzione "efficentista" sia considerabile da un punto di vista Cristiano. =)
Stefano

sam ha detto...

Porto una testimonianza vera e attuale come piccolo contributo alla riflessione.
Ogni volta che torno dalle missioni ritrovo i miei due soliti romeni che mendicano fuori dalla chiesa, che mi aspettano con ansia perchè ci sono un po' di conti arretrati da pagare.
A volte se ne aggiunge qualcun altro, ma poi ci pensano gli stessi mendicanti a "ripartirsi" il territorio.
Io sono una che chiede alla politica di limitare gli ingressi, di regolamentare l'immigrazione, possibilmente di selezionarla in base a criteri precisi e concreti di integrabilità, non solo sul piano materiale ma anche morale e dei costumi. C'è chi lo chiama "razzismo".
La mia vita per grazia di Dio è dedicata al volontariato per aiutare i popoli lontani e nel mio privato non sono capace di rifiutare un aiuto a chi me lo chiede anche qui fuori dalla porta, in ottemperanza all'impegno che ci ha dato il Signore "Dà a chi ti domanda" Mt5,42
Ma non ho di che vantarmi: do poco, con fatica e spazientendomi per le crescenti richieste, insistenze e talora approfittazioni. Altri fedeli devono trovare insopportabile la cosa al punto che si sono rivolti perentoriamente ai sacerdoti e tra questi c'è stato chi (guarda caso quello più facile alle omelie sul dovere dell'accoglienza e dell'integrazione) ha persino intimato dal pulpito i fedeli a non dare niente a quelli fuori dalla porta della Chiesa... "che sono più ricchi di noi".
Io dentro di me mi imbestialivo perchè so che vita fanno quelle due persone e so che questo non è vero. E peraltro non sopporto chi dice che la politica, lo stato deve accogliere tutti, ma poi ne scarica completamente le spese sugli altri. O chi si riempie la bocca dell'aiuto ai poveri - che nel loro immaginario astratto sono sempre bravi, buoni, incolpevoli e meritevoli, i poveri da cartolina li chiamo io - che non sono mai quelli che hai lì davanti, ma altri. Poi vai nel Terzo Mondo e ti senti riproporre la stessa solfa: "non dare niente a quelli lì, che non lavorano."
Alla fine l'elemosina (a parte la monetina in chiesa che mette a posto la coscienza postconciliare della colletta) i sacerdoti stessi te la fanno passare come una specie colpa. L'unica carità buona sembra che essere quella collettiva o quella che costruisce scuole o ospedali. Io che di tali opere ne ho fatte e ne faccio, sono convinta invece che non ci sarà mai nessuna scuola o ospedale ad intercedere per me in cielo e che la prova vera su cui il Signore mi misura sia quella mano tesa, quella voce piagnucolosa, quella persona indolente, insistente e a volte esasperante che ogni giorno mi aspettava fuori dalla porta della mia chiesa. Fino a ieri perchè ora la situazione si è fatta più complicata.
Sono appena tornata, questa volta da una vacanza. Fuori dalla chiesa mi attendevano i soliti baci, abbracci e richieste. Ieri una dei due mendicanti mi telefona disperata perchè la polizia li ha prelevati intimando di non andare più a mendicare fuori dalla chiesa, perchè i sacerdoti lo hanno chiesto alle autorità, dopo una serie di segnalazioni arrabbiate di fedeli. Io da un certo punto di vista comprendo la scelta dei sacerdoti, anche perchè la chiesa attirava sempre nuovi giovani e sani mendicanti.
Ma mi sorgono dei dubbi e mi dico: se i poveri non possono mendicare fuori della Chiesa dove potranno farlo? Non è meglio che mendichino, piuttosto che rubare?
Astrarre è facile, risolvere no.
Fatto sta che in quest'angolo di buona Chiesa ambrosiana ci saranno due “rompiscatole” romeni in meno, che però a me toccherà continuare in qualche modo ad aiutare, perchè, volente o nolente, il Signore li ha messi sulla mia strada e io non posso in coscienza passare dall'altra parte. E chiedo perdono al Signore perchè a volte la cosa mi pesa.
Quella stessa Chiesa ambrosiana, poi, mi fa le prediche addosso e mi critica perchè io penso che bisognerebbe incentivare più cooperazione vera e meno migrazioni...

sam ha detto...

Porto una testimonianza vera e attuale come piccolo contributo alla riflessione.
Ogni volta che torno dalle missioni ritrovo i miei due soliti romeni che mendicano fuori dalla chiesa, che mi aspettano con ansia perchè ci sono un po' di conti arretrati da pagare.
A volte se ne aggiunge qualcun altro, ma poi ci pensano gli stessi mendicanti a "ripartirsi" il territorio.
Io sono una che chiede alla politica di limitare gli ingressi, di regolamentare l'immigrazione, possibilmente di selezionarla in base a criteri precisi e concreti di integrabilità, non solo sul piano materiale ma anche morale e dei costumi. C'è chi lo chiama "razzismo".
La mia vita per grazia di Dio è dedicata al volontariato per aiutare i popoli lontani e nel mio privato non sono capace di rifiutare un aiuto a chi me lo chiede anche qui fuori dalla porta, in ottemperanza all'impegno che ci ha dato il Signore "Dà a chi ti domanda" Mt5,42
Ma non ho di che vantarmi: do poco, con fatica e spazientendomi per le crescenti richieste, insistenze e talora approfittazioni. Altri fedeli devono trovare insopportabile la cosa al punto che si sono rivolti perentoriamente ai sacerdoti e tra questi c'è stato chi (guarda caso quello più facile alle omelie sul dovere dell'accoglienza e dell'integrazione) ha persino intimato dal pulpito i fedeli a non dare niente a quelli fuori dalla porta della Chiesa... "che sono più ricchi di noi".
Io dentro di me mi imbestialivo perchè so che vita fanno quelle due persone e so che questo non è vero. E peraltro non sopporto chi dice che la politica, lo stato deve accogliere tutti, ma poi ne scarica completamente le spese sugli altri. O chi si riempie la bocca dell'aiuto ai poveri - che nel loro immaginario astratto sono sempre bravi, buoni, incolpevoli e meritevoli, i poveri da cartolina li chiamo io - che non sono mai quelli che hai lì davanti, ma altri. Poi vai nel Terzo Mondo e ti senti riproporre la stessa solfa: "non dare niente a quelli lì, che non lavorano."
Alla fine l'elemosina (a parte la monetina in chiesa che mette a posto la coscienza postconciliare della colletta) i sacerdoti stessi te la fanno passare come una specie colpa. L'unica carità buona sembra che essere quella collettiva o quella che costruisce scuole o ospedali. Io che di tali opere ne ho fatte e ne faccio, sono convinta invece che non ci sarà mai nessuna scuola o ospedale ad intercedere per me in cielo e che la prova vera su cui il Signore mi misura sia quella mano tesa, quella voce piagnucolosa, quella persona indolente, insistente e a volte esasperante che ogni giorno mi aspettava fuori dalla porta della mia chiesa. Fino a ieri perchè ora la situazione si è fatta più complicata.
Sono appena tornata, questa volta da una vacanza. Fuori dalla chiesa mi attendevano i soliti baci, abbracci e richieste. Ieri una dei due mendicanti mi telefona disperata perchè la polizia li ha prelevati intimando di non andare più a mendicare fuori dalla chiesa, perchè i sacerdoti lo hanno chiesto alle autorità, dopo una serie di segnalazioni arrabbiate di fedeli. Io da un certo punto di vista comprendo la scelta dei sacerdoti, anche perchè la chiesa attirava sempre nuovi giovani e sani mendicanti.
Ma mi sorgono dei dubbi e mi dico: se i poveri non possono mendicare fuori della Chiesa dove potranno farlo? Non è meglio che mendichino, piuttosto che rubare?
Astrarre è facile, risolvere no.
Fatto sta che in quest'angolo di buona Chiesa ambrosiana ci saranno due “rompiscatole” romeni in meno, che però a me toccherà continuare in qualche modo ad aiutare, perchè, volente o nolente, il Signore li ha messi sulla mia strada e io non posso in coscienza passare dall'altra parte. E chiedo perdono al Signore perchè a volte la cosa mi pesa.
Quella stessa Chiesa ambrosiana, poi, mi fa le prediche addosso e mi critica perchè io penso che bisognerebbe incentivare più cooperazione vera e meno migrazioni...

Caterina63 ha detto...

Caro/a sam,
dove stavo io nella chiesa ambrosiana abbiamo anche la cucina....si fanno i pasti per loro, si raccoglie vestiario, si visitano le famiglie più bisognose, si pagano le bollette, si da una parola di conforto, si familiarizza....
Occorre fare distinzione fra Rom e Rom della tradizione zingara...i così detti ZINGARI...
c'è molta confusione su questa enorme differenza...

Molti anni fa, entrata nel volontariato, mi occupavo proprio della sezione della Stazione Termini a Roma, si andava in giro in tre o 4 e si andava a cercare chi aiutare....
Vedevamo sempre queste zingare chiedere la carità, e quando si poteva le si aiutava...
ma non si riusciva ad entrare in confidenza più di tanto...
Una mattina, solito giro e soliti saluti, vedo una donna diversa dalle altre, ne riconosco il viso..."Loredana!!!" faccio con sbigottimento, si era una mia amica di infanzia...aveva sposato un capo zingaro ed ora viveva come nomade...
Un pò impacciata le dissi se aveva bisogno di qualcosa, senza entrare nel merito di quel matrimonio....mi rispose: " Non ti preoccupare, NON CI MANCA NULLA!!!"
le chiedo: "ma allora perchè chiedi la carità, non ti mette a disagio?" mi rispose: "E' LA NOSTRA TRADIZIONE, QUESTA E' LA NOSTRA CULTURA, E' UN LAVORO!!"

Mi spiegò che lei si trovava bene così, tra l'altro avendo sposato il capo zingaro della zona lei non chiedeva la carità, MA CONTROLLAVA CHE LE ALTRE DONNE DEL CLAN LA CHIEDESSERO....
Con lei stavano due ragazze incinte... e mi spiegava che da loro è importante fare figli perchè sono una fonte redditizia, appena sono in grado di camminare e di parlare, vengono istruiti sul come chiedere la carità...

Le chiesi se comprendeva come questo atteggiamento fosse sbagliato e fosse penalizzante per dei bambini i quali avevano il diritto di STUDIARE per potersi scegliere una strada nel futuro, mi rispose che ciò che conta è il CLAN, gli uomini non fanno mancare nulla ai figli e alle donne e che ogni mezzo è lecito (tranne la droga)per tirare su soldi, PER IL CLAN...

Mi resi conto che era un dialogo fra sordi, lei mi sorrise e mi disse: "stai tranquilla! non moriamo di fame!!"

Ora, ognuno è libero di scegliersi la vita che vuole vivere, ciò che noi possiamo fare è fare in modo che I BAMBINI possano comprendere che esistono altri STILI DI VITA assai più dignitosi....chiedere la carità E' DIGNITOSO se veramente sto morendo di fame...diventa truffa quando questi Clan sono pieni di macchine costosissime, e sono pieni d'oro...e non è una leggenda!
;-)

(continua)

Caterina63 ha detto...

e ancora.... vicino casa di mia madre (a Roma) sotto il Ponte Marconi, sostano spesso un gruppo di zingari...
vicino abbiamo il mercato rionale nel quale la donna del Clan si recava per fare la spesa portando buste di monetine, frutto della carità...
la vista è stata davvero commovente...
avevo un'amica che aveva il bancone al mercato rionale e spesso le cambiava le monetine, lei ha provato ad entrare in cofidenza, perchè vedeva sempre questa donna con due tre figli, anche 4, sporchi da non dire...e che le facevano davvero tenerezza...ma la donna manteneva sempre le dovute distanze...
pagava gli alimenti che prendeva, piagnucolava un poco per i prezzi, chiedeva sconti e la mia amica spesso le dava qualcosa in più gratis...finchè un bel giorno vide che arrivare un uomo che si rivelò poi essere il capo Clan...su una mercedes, con un mazzo sostanzioso di biglietti da 500 euro che ne cambiava uno (soldi veri) per comprare qualcosa in un altro bancone... vide dare alla donna GLI SPICCIOLI, alcune monete, e invece di farla salire in macchina, le disse letteralmente di andare a piedi e di fermarsi dall'altra parte del ponte, vicino alla metro a CHIEDERE LA CARITA'...PORTANDO UNO DEI FIGLI...e di rientrare per l'ora di cena avrebbe trovato tutto pronto...

Senza contare il fatto reale e concreto dei FURTI ai quali i bambini vengono avviati, occorre distinguere con discernimento gli zingari che davvero si lasciano aiutare da quelli che, succubi del Clan, vivono proprio in quel modo e non vogliono affatto aiuti dal governo ma solo che il governo li lasci vivere come vogliono loro e dove vogliono loro...

Senza dubbio alcuno nessun sacerdote dovrebbe opporsi a chi, sul sagrato di una Chiesa, chiede la carità...
tuttavia è anche vero che occorre distinguere IL VERO POVERO da chi non ha voglia di lavorare e da chi sceglie di vivere chiedendo la carità perchè male che vada una cinquantina di euro al giorno te li fai...

Faccio notare che perfino tra di loro e tra i Clan c'è una ORGANIZZAZIONE PER SPARTIRSI IL TERRITORIO...
c'era una Rom alla parrocchia dove andavo, che mi faceva una tenerezza immensa ...
era venuta dall'Est alcuni anni fa e tutte le domeniche si faceva da Milano a Varese, ACCOMPAGNATA IN MACCHINA dal marito...il quale la SCARICAVA li spesso con il figlio di quarta elementare, e la riprendeva alle 12,30...
Entrammo in confidenza, lentamente le portai molto vestiario anche per il figlio, coperte e lenzuola, anche per lei cappotti e maglie CHE NON SI MISE MAI...
lentamente vidi la malattia che avanzava, stava diventando cieca da un occhio, non era un trucco, continuai a darle ciò che potevo!
Una domenica non la vidi, al suo posto c'era un altro, quando la domenica dopo ritornò e le chiesi come mai non fosse venuta, mi rispose: "DEVO DARE IL CAMBIO AD ALTRI, VADO VIA DA QUI, SONO ARRIVATI ALTRI CAPI"
le chiesi se non era il caso di ribellarsi a questa situazione, mi rispose: "E DOVE VADO?, COSA FACCIO? ALMENO CON LORO NON MUOIO DI FAME E' IL MIO CLAN! E' LA MIA VITA!

Morale della favola, per risolvere questo enorme problema occorre AVERE IL CORAGGIO DI OBBLIGARE CERTI CAMBIAMENTI CULTURALI SBAGLIATI....ma chi se ne assume la responsabilità?
Non me la sento di dare la colpa allo Stato o ad un governo...e comprendo le sollecitazioni che fa mons. Marchetto, ma se non si ha il coraggio di ESTIRPARE IL CANCRO, è difficile curare, è difficile poter sperare in una guarigione...
;-)

Maria R. ha detto...

Concordo con Caterina, su tutta la linea.
E' vero quello che ha detto Mons. Marchetto, ma non sempre è applicabile, specie alla cultura di cui si sta parlando.

Anche nella mia parrocchia ci sono dei rom-zingari, e il succo è proprio quello che dice Caterina.
Sono "organizzati" nella stessa maniera, chiedono la "carità" stazionando davanti a Chiesa o supermarket, ma poi, cambiano di volta in volta bambini; i bambini sono spesso più "insistenti" degli adulti...
ma quando sono lontani da occhi indiscreti, tirano fuori il cellulare, hanno l'auto che li viene a prendere...
Avevo visto cose del genere solo a Firenze, prima che arrivassero anche qui da me!

Quindi, giusto ribadire la necessità di trattare tutti come il Vangelo ci insegna, ma, di fatto, occorre anche tenere conto delle regole sociali, del bisogno di mantenere l'ordine, di evitare che certe "situazioni" si protraggano con conseguenze negative per tutti; come ha detto già Caterina, i bambini imparano spesso a rubare; da me, una di queste zingare ha rotto il braccio ad un'anziana, durante la sua "questua" nel mercato rionale.
Altre volte, gli si dice che si compra loro da mangiare...ma "preferiscono" i soldi (per farci poi cosa?)

A quel punto, penso che occorra pesare sulla bilancia due cose: alimento anche io il regime di un sistema culturale che è organizzato così e che spesso è portato anche a delinquere per mantenere le proprie tradizioni, oppure difendo il sacrosanto ordine sociale e il mio diritto alla "sicurezza"?
fra l'altro, questa è una scelta decisiva, perché l'optare per un'accoglienza a tutto campo, senza soluzioni -anche drastiche- potrebbe portare ad un degrado in crescendo di certe realtà, che andrebbero poi ad incidere anche sul resto del sociale.
Non siamo ciechi, perché certe cose le vediamo o sentiamo tutti!

Se uno straniero (non solo rom!), rispetta quelli che sono anche i "doveri" di ogni essere umano che vive in un territorio ospitante (e il Papa lo ha sottolineato mesi fa, il concetto di "doveri"!), nulla in contrario a che venga aiutato ad integrarsi, trovando il supporto socio-economico ed anche quello "umano".

In caso contrario, se gli è stato spiegato (ammesso che non lo sapesse...) che occorre rispettare certe regole per vivere civilmente in un posto, ma non vuole capire, allora penso che occorra anche ricorrere a misure forti.
D'altronde, se un delinquente delinque, lo si manda in carcere a scontare la pena, non vedo cosa ci sia -di fondo- di differente, nel meccanismo "protettivo" e "tutelante" di una società che si veda anche costretta (a volte lo è!) al mezzo delle espulsioni.

Non dimentichiamo che in Francia ci sono popoli di varie etnie, che in parte sono anche legati alla storia delle espansioni nei territori d'oltre mare, quindi non credo che si tratti di una banale questione di "razzismo", ma anche di esigenze profonde e non del tutto opinabili.

Buona Domenica a tutti

sam ha detto...

D'accordo con te Caterina, anche se aiuto una Rom-zingara, con cui sono riuscita ad entrare in buona confidenza, che è anziana e malata e che con le sue elemosine cerca di far studiare i suoi nipoti che solo per un certo tempo portò ad elemosinare. Ma in generale la situazione dei Rom è quella che tu dici e richiede interventi coraggiosi e talora anche politicamente scorretti, pur con giustizia e prudenza, perchè certi comportamenti illegali, disumani e lesivi della persona umana non possono essere tollerati all'interno della nostra cultura e tradizione in nome dell'accettazione di quella altrui.
E su questo bisogna essere chiari.
Altrimenti si arriva alla situazione della Gran Bretagna che accetta degli spazi sul suo territorio di sovranità limitata in cui vige la shaari'ja, che è cosa ben peggiore delgi usi e costumi dei rom, la maggiornaza dei quali - va detto - è pure cristana (ortodossa). Ma chissà perchè ci si accanisce molto di più per isolare e cacciare i Rom che non gli integralisti islamici! Di questo non parla nessuno...

Le persone di cui parlavo io, invece, sono Romeni non Rom, non zingari (anzi va detto che i romeni non rom sono spesso DURISSIMI spesso oltrepassando la soglia del vero razzismo nei riguardi dei Rom, specie in Romania).
Sono giovani romeni che vanno alla Caritas (che qui non dà soldi) per i vestiti e i pannoloni, ma poi chiedono l'elemosina fuori dalla Chiesa per pagare l'affitto di una stanza da un altro immigrato (che li sfrutta) o per le bollette, per le medicine, per mandare i soldi ai parenti in Romania, ecc.
A volte trovano lavori saltuari, ma sono una frana nel gestire in termini pratici l'economia domestica e la propria vita. A volte si vede proprio che mancano completamente della cultura del lavoro. Tuttavia sono anche persone di fede e oneste (ricordo la ragazza un giorno indignata e furente perchè un fedele fuori dalla Chiesa le aveva proposto di risolverele tutti i problemi se andava da lui...)
Purtroppo è impossibile risolvere il problema di tutti ed è per questo che abbiamo bisogno di una cultura e di una politica più realiste, meno ipocrite e buoniste.
Trovare soluzioni e il giusto equilibrio non è per niente facile. Io mi arrovello e chiedo aiuto ogni giorno allo Spirito Santo per il dono del discernimento.
Resta il fatto che è una contraddizione che la Chiesa ambrosiana da un lato predichi l'apertura incondizionata delle frontiere e l'acoglienza ad ogni piè sospinto e poi allontani i mendicanti dai propri sagrati.
Io non so cosa rispondere a quanti nella nostra Diocesi dicono: "Ma sta Chiesa, con tutti gli immobili vuoti che ha (per mancanza di vocazioni), perchè tutti questi immigrati non se li prende in casa lei?"

Stefano ha detto...

“Le chiesi se comprendeva come questo atteggiamento fosse sbagliato e fosse penalizzante per dei bambini i quali avevano il diritto di STUDIARE per potersi scegliere una strada nel futuro, mi rispose che ciò che conta è il CLAN, gli uomini non fanno mancare nulla ai figli e alle donne e che ogni mezzo è lecito (tranne la droga)per tirare su soldi, PER IL CLAN...” quanto si avvicina questa situazione, a quella dei territori di mafia? Che ci siano comunità (ma anche persone) in situazioni problematiche che però fanno resistenza ad interventi d’aiuto esterni non è proprio una grande novità. E’ sufficiente per decidere di rinunciare e “lasciarli coi loro problemi”?
L’attività di Sam, o il volontariato di Caterina, sono senza dubbio essenziali, importantissimi. Ma è chiaro che per risolvere certe situazioni sia necessario un intervento a più ampio raggio, che solo lo Stato può mettere in atto.
“alimento anche io il regime di un sistema culturale che è organizzato così e che spesso è portato anche a delinquere per mantenere le proprie tradizioni, oppure difendo il sacrosanto ordine sociale e il mio diritto alla "sicurezza"?” Ma noi abbiamo una terza scelta.

Tutela dei minori, comunità, centri, operatori specializzati, tutori ed altre figure professionali preparate che abbiano i mezzi per scalfire il muro che tante volte si crea intorno ad una comunità e piano piano aiutarli (che, ben inteso, non si traduce letteralmente nel “drastico” “AVERE IL CORAGGIO DI OBBLIGARE CERTI CAMBIAMENTI CULTURALI SBAGLIATI”).
[prima parte]

Stefano ha detto...

[seconda parte]
In quanto società del mondo occidentale, non ricca ma certo con una disponibilità economica notevole, abbiamo le risorse e le conoscenze scientifiche per poter fare qualcosa per loro, per i loro bambini.
Certo, occorrono sacrifici. Certo, sono risorse, almeno nel breve termine, a “fondo perduto”. Tanto che la “furba” Francia, piuttosto che impiegarle preferisce “sbatterli” altrove. Ed è questo un comportamento cristianamente accettabile? A leggere qui parrebbe di sì visto che chi, come Mons. Marchetto, prova a biasimarli viene sommerso da una pioggia di critiche. D’altronde, (mi permetto di citare) “se uno straniero (non solo rom!), rispetta quelli che sono anche i "doveri" di ogni essere umano che vive in un territorio ospitante [...] nulla in contrario a che venga aiutato ad integrarsi, trovando il supporto socio-economico ed anche quello "umano"”. In caso contrario? Se uno persiste nell’infrangere le regole, i doveri, non può aspettarsi pure i diritti, l’aiuto. Cristianamente parlando?
Infine io non riesco a capire quale sia la posizione di Caterina: sbaglia il Mons. a criticare il comportamento della Francia perché parla di situazione che in realtà non conosce. Sbaglia la Francia. Bisogna come prima cosa capire che la maggior parte di loro non vuole essere “aiutata” (che è la parte che condivido, ma che vale anche per moltissime altre situazioni di difficoltà o sofferenza, vedi la mafia). E poi? È quindi d’accordo che, piuttosto che spedirli in altri paesi, bisognerebbe avere il coraggio di investire ingenti risorse per un processo di aiuto di lunga durata, oppure no?
Ste

gemma ha detto...

qui non si criticava mi pare il dovere dello Stato di intervenire per tutelare la sicurezza dei cittadini, ma i metodi con cui questo potrebbe essere fatto, accettabili o meno per la mentalità di un cristiano. Per esempio, è chiaro che non possiamo accogliere tutti i barconi che arrivano dall'Africa, che in mezzo alle masse che arrivano ci sono delinquenti e sfruttatori che devono essere bloccati, ma da cristiana non posso non chiedermi che fine fanno i puiù deboli, i padri di famiglia e i loro bambini, le donne soprattutto, nelle mani dei controllori libici. Cosa sappiamo di cosa accade in Libia? E visto che si parla sempre tanto di persecuzioni dei cristiani, non posso nemmeno ignorare che fra loro ci sono anche tanti cristiani che fuggono dalla persecuzione religiosa
Il cristianesimo è fatto in gran parte di principi, sulla base dei quali chi si impegna a crederci dovrebbe cambiare il mondo. Non possiamo prendere solo quelli che ci piacciono, secondo l'ideologia, e scartare gli altri. Secondo il punto di vista di altri, pure i gravi portatori di handicap rappresentano un problema in una società sempre meno accogliente per il bisognoso non produttivo. E rappresentano un peso per la vita serena e spensierata di molte famiglie, una complicazione, per cui meglio sarebbe non farli nascere o autorizzarne l'eutanasia. E che dire dei malati psichiatrici, che sarebbe molto più semplice rinchiudere nuovamente tutti nei manicomi. Il Papa ricorda costantemente che dobbiamo riconoscere a ciascuno dignità di persona, anche se per noi fonte di complicazioni e preoccupazione. E di queste posizioni della Chiesa mi pare paradossale stupirsi
Forse è lo Stato che ormai incapace di isolare e punire efficacemente il singolo che delinque, fa prima col gruppo. Peccato che i delinquenti siano spesso quelli che per primi trovano la via di fuga, e quasi mai ci restano nel gruppo

sam ha detto...

Io eviterei, caro Stefano, di porre la questione in termini di aut aut.
La politica deve certamente impegnarsi in azioni di educazione e di integrazione (che non vuol dire insegnare l'Arabo agli Italiani, ma l'Italiano agli Arabi e ciò vale per tutto, non soltanto in senso linguistico) E deve impegnarsi anche in ambito di tutela della legalità, sicurezza, difesa dei nostri costumi, della nostra religione e delle nostre tradizioni valoriali, talora se necessario anche mediante espulsioni. Tuttavia è molto meglio prevenire che espellere, mediante un controllo rigoroso delle migrazioni e cercando di selezionare i flussi dai paesi e dalle culture maggiormente integrabili come ebbe illuminantemente a suggerire il Card.Biffi anni fa, rimanendo tuttavia una 'vox in deserto clamans'.
E' auspicabile avere istituzioni giuste e rigorose e cittadini generosi, accoglienti e caritatevoli. Male invece la mollezza e inerzia ammantata di buonismo delle istituzioni, cui segue l'esasperazione della gente che crea via via il terreno fertile a svolte politiche di tipo autoritario.
Dalla Chiesa territoriale ci si aspetterebbe una più forte trasmissione del Vangelo ai fedeli mediante l'esempio, perchè è molto più facile dire "Lo Stato deve...." (con che soldi? tagliando che cosa? facendo pagare a chi?), piuttosto che prendersi in carico direttamente un immigrato (che poi diventano 2, 3, 4....).
Facile dire "Lo Stato deve accogliere, integrare, trovar lavoro etc." e poi chiamare la polizia di quello Stato cattivo ed egoista, perchè ti tenga lontani gli immigrati dal sagrato.....

sam ha detto...

Sai, Gemma, cosa mi fa venire da piangere?
Se un Cristiano è perseguitato e gravemente minacciato fa una fatica terribile per ottenere l'asilo politico, se lo ottiene, e anche se lo ottiene resta solo e abbandonato, non riceve nulla, si deve arrangiare.
C'è gente che dall'Iraq ha dovuto fuggire dalla sera alla mattina lasciando là ogni bene e passare da una situazione benestante alla totale indigenza, trovando qui, nel Paese del Cattolicesimo, soltanto indifferenza e umiliazioni.
Alla fine quasi tutti abbandonano l'Italia per la Germania o la Svezia dove ci sono alcune comunità di esuli cristiani organizzate.
In compenso le strade qui sono spianate agli islamici che ricevono forti finanziamenti dalla penisola araba per la loro lenta e inesorabile occupazione della nostra terra.
Perchè la Diocesi di Milano invece di preoccuparsi di avere una moschea in ogni quartiere, non si preoccupa di mettere insieme un solo misero centro di raccolta e assistenza materiale e spirituale dei Cristiani in fuga dall'Oriente????

Maria R. ha detto...

Stefano, rispondo alla tua domanda, in cui hai citato un passo del mio intervento.

Il sistema sociale, innegabilmente, si fonda su delle regole.
Se la persona non vuole (non vuole!) integrarsi, rispettare la legge, è ovvio che lo Stato debba adottare delle misure.
Ripeto, è lo stesso meccanismo di fondo per cui, chi delinque, viene punito con il carcere.


Ma io ho parlato di gente che arrivi in un Paese straniero e viva a modo suo, senza rispetto delle regole, non di chi arrivi sul barcone, senza aver ammazzato nessuno, rubato niente, etc etc.

Il discorso delle "misure" o della "terza strada" ricade in primo luogo sullo Stato, che dovrebbe pensare ad adottare misure per evitare le "spedizioni di massa", in questo sono d'accordo con gemma.

Ma Caterina (e anche la sottoscritta) parlava di quanti non vogliono integrarsi, non del padre di famiglia che non ha torto un capello a nessuno!

Ma è anche vero che si pone un problema (oggettivo) di incapacità (anche proprio "materiale) ad un'accoglienza a tutto campo, una sorta di "selezione", anche se è brutto dirlo, va fatta, perché,come dicono Sam e Gemma, indubbiamente è impossibile che uno stato possa accogliere tutti, visto l'elevato numero di persone che sbarcano (anche da noi), di giorno in giorno.

gemma ha detto...

non vivo a Milano cara sam quindi so della chiesa Milano ciò che di ridondante sento riportare dai giornali, sempre molto attenti nell'enfatizzare le parole del suo arcivescovo. Purtroppo, a volte tra noi fedeli c'è la sensazione che per i nostri pastori il Dio trinitario sia solo un optional, un accessorio in più che gli edifici di culto chiese venerano rispetto agli equivalenti edifici di culto moschee. Cosa pensiamo noi dal basso quando i pastori cattolici, preposti alla salvaguardia del gregge cattolico, sponsorizzano luoghi di culto dove nessuno battezza? Non è un insegnamento del Vangelo anche quello che dice: andate e battezzate, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo? Qualche cattolico adulto sorriderà forse della mia ingenuità, ma se si prova a "scendere", queste sono le domande di gran parte del popolo. Troppo spesso ci lasciano soli per volgersi altrove, laddove imam motivati e ben appoggiati dall'interno e dall'esterno predicano che Cristo era solo un profeta come gli altri. E quelli di noi che ancora non credono che le religioni sono tutte uguali, faticano a capire
Qualcuno dice: bando ai principi predicati e non attuati, accolgano rom e immigrati nei locali ecclesiastici. Ne sento anche altri che allo stesso modo cominciano a sussurrare: diano le chiese inutilazzate agli islamici per farne moschee. Quando predichi, devi prepararti a razzolare