sabato 25 settembre 2010

Tettamanzi in pensione a marzo dopo due anni di prorogatio (Bevilacqua)

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Sia solo il Papa, con l'aiuto del nuovo Prefetto dei vescovi, a decidere chi andra' a Milano ed a Torino. Altri curiali sono pregati di non intromettersi.
R.

Sul tavolo di Ratzinger c'è il dossier meneghino ma anche quello di Torino, su cui interverrà Bertone

Milano, si apre il toto-cardinale

Tettamanzi in pensione a marzo dopo due anni di prorogatio

di Andrea Bevilacqua

Il prossimo 14 marzo il cardinale arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi compirà 77 anni. In quella data termineranno anche i due anni di proroga che Papa Benedetto XVI gli ha concesso sui tempi previsti per le dimissioni. Di regola, entro e non oltre il settantacinquesimo anno di età ogni vescovo deve presentare le dimissioni al Papa e quindi lasciare l'incarico.
Per marzo 2011, dunque, Tettamanzi non sarà più arcivescovo di Milano e lascerà campo libero a qualcun altro. Per chi? La decisione è ancora completamente in itinere e fare previsioni in questa fase è assolutamente azzardato. La notizia, infatti, è semplicemente una: che Tettamanzi lascerà.
Ieri il cardinale arcivescovo di Milano ha tenuto una conferenza stampa nel palazzo arcivescovile nella quale ha presentato il VII Incontro mondiale delle famiglie – voluto da Papa Benedetto XVI – che avrà luogo proprio a Milano nella prima metà del 2012 con la presenza del Pontefice. Qualcuno ha ipotizzato che la decisione di Ratzinger di convocare l'incontro a Milano avrebbe significato la concessione a Tettamanzi di una altro anno alla guida della prestigiosa diocesi. Ma le cose sembrano non stare in questo modo. Pare che il Pontefice non abbia alcuna intenzione di concedere ulteriori allungamenti.
Non tutti in Vaticano hanno gradito la proroga di due anni che Benedetto XVI ha concesso a Tettamanzi. È vero: già c'era un precedente. Ovvero una proroga similare concessa un anno prima sempre da Benedetto XVI al cardinale arcivescovo di Torino Severino Poletto. Ma la cosa è stata mal vista oltre il Tevere perché sembra che, a conti fatti, il Papa l'abbia dovuta subire. L'allora prefetto dei vescovi, il cardinale Giovanni Battista Re, ha risposto affermativamente a una richiesta mossa dallo stesso Tettamanzi e il Papa, in qualche modo, si è dovuto adeguare.
E così aveva fatto dodici mesi prima con Poletto. Anche in questo caso la prima mossa la fece il vescovo di Torino e non il Vaticano.
Pare che diverse proteste siano arrivate nei piani alti vaticani soprattutto da vescovi e arcivescovi stranieri. La concessione data ai due arcivescovi di Torino e Milano, infatti, suona come un privilegio tutto italiano, un privilegio ritenuto molto discutibile oltre i confini.
Se a Milano la partita verso la successione è appena cominciata, qualcosa di più si sa su Torino. Qui sembra che in pole position sia l'attuale vescovo di Rimini, Francesco Lambiasi. Non è piemontese, bensì laziale, ma pare che goda dell'appoggio del nunzio in Italia Giuseppe Bertello come del segretario di stato vaticano Tarcisio Bertone. Quest'ultimo è piemontese. Ed è inevitabile che su Torino il suo parere pesi parecchio. In questa fase inoltre, più defilata sembra essere la posizione del nuovo prefetto della Congregazione dei vescovi, il cardinale franco canadese Marc Ouellet. A Roma da poche settimane, Ouellet sta ancora entrando nella macchina della curia romana e probabilmente su Torino opterà per fare un passo indietro. Il suo peso, con ogni probabilità, sarà molto più importante su Milano.

© Copyright Italia Oggi, 25 settembre 2010 consultabile online anche qui.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Prorogatio...ecco i termini per aggirare tutte le leggi!Quanto marciume in curia...e il papa esegue gli ordini del Re ...

Anonimo ha detto...

Per la Diocesi di Milano si dice che in pole position ci sia Mons. Luciano Monari attuale Vescovo di Brescia nonché Ruiniano doc.

Anonimo ha detto...

Prima il Tetta se ne va, meglio è...lui e il suo predecessore Martini hanno ridotto la Diocesi un deserto senza Fede!

Maria R. ha detto...

All'introduzione di Raffaella...rispondo con un sonoro: AMEN!

Ambrosiano, ma cattolico ha detto...

Cosa potrei dire io?
E' meglio che io taccia.
Preghiamo intanto e attendiamo la benedizione del Santo Padre.

sam ha detto...

Preghiamo, preghiamo, preghiamo.
A Milano sì che ci serve un'ermeneutica di rottura, ma con gli ultimi due episcopati, per tornare in comunione col Papa, con la Santa Chiesa, con Cristo!
Voglia il Signore raccogliere il grido di dolore e l'invocazione d'aiuto dei fedeli ambrosiani.
Ma non basta cambiare il Vescovo, qui c'è da cambiare tutta la Curia!
Altrimenti succede com'è successo tra Martini e Tettamanzi: pareva dovesse cambiare tutto e invece non è cambiato nulla, se non in peggio.
Preghiamo la Madonnina.