martedì 26 ottobre 2010

La preghiera dei cristiani di Gerusalemme per l’unità (Bernardelli)

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La preghiera dei cristiani di Gerusalemme per l’unità

DI GIORGIO BERNARDELLI

Se il Sinodo si è appena concluso, in calendario c’è già un’altra occasione significativa per volgere lo sguardo ai cristiani del Medio Oriente.
Proprio ad alcune delle Chiese che sono state al centro dell’Assemblea tenutasi a Roma in questi giorni è stato infatti affidato il compito di preparare i testi che scandiranno la riflessione nel l’edizione 2011 della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, che si terrà come ogni danno dal 18 al 25 gennaio.
Ogni anno il Consiglio ecumenico delle Chiese e il Pontificio Con siglio per l’unità dei cristiani af fidano ai leader cristiani di un’area del mondo il compito di pre parare questo appuntamento cruciale del calendario ecumenico.
E quest’anno la scelta è ca­duta sui capi delle Chiese di Gerusalemme.
La citazione biblica di riferi mento per la Settimana 2011 è la descrizione che gli Atti degli Apostoli offrono della prima comunità riunita nella Città Santa: «Erano perseveranti nell’in segnamento degli apostoli e nel la comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere». Una commissione di nove persone tra le quali il patriarca latino e merito Michel Sabbah e il vescovo luterano Munib Younan ha lavorato all’elaborazione del sussidio: si sono riuniti presso il Monastero di San Cristoforo a Saydnaya, in Siria e hanno steso degli schemi liturgici che insi stono su temi come il legame tra ogni comunità cristiana e Geru salemme, l’unità nella diversità, il ministero della pace e della ri­conciliazione.
I testi sono già on line in quattro lingue nella sezione del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani sul sito www.vatican.va. «Nella terra che Tu hai reso santa – recita ad e sempio una di queste preghiere – liberaci tutti dal peccato dell’o dio e della violenza.
Libera la mente e i cuori degli israeliani e dei palestinesi da questo pecca to. E libera la popolazione di Gaza che vive un’infinita catena di prove e di minacce».
Al di là di questa coincidenza, a legare la prossima Settimana di preghiera per l’unità dei cristia ni al Sinodo è anche il fatto che l’ecumenismo è stato un tema trattato più volte durante que ste due settimane di lavori. La sfida dell’incontro tra cristiani di confessioni diverse non è in fatti semplice in Medio Oriente: tutti ricordano le immagini non certo edificanti delle risse tra monaci al Santo Sepolcro. Ma ci sono anche altre tensioni che pur essendo più simboliche non sono meno gravi. Per questo la Proposizione 28 consegnata dai Padri sinodali al Papa al termi ne dei lavori contiene l’invito a «sostenere il Consiglio delle Chiese del Medio Oriente», che vive un momento di difficoltà non solo finanziaria, come han no ricordato nei loro interventi a Roma anche i delegati fraterni giunti dalle Chiese ortodosse ed evangeliche della regione. Di qui l’invito a ripartire «dal basso» promuovendo «incontri tra fe deli e pastori per la preghiera, la meditazione della Parola di Dio e la collaborazione in tutti gli ambiti».
Ma anche l’indicazione di due obiettivi ambiziosi: «a dottare una traduzione araba comune del Padre Nostro e del Simbolo niceno-costantinopo litano – scrivono i Padri sinoda li – e operare per l’unificazione della data di Natale e di Pasqua». Due gesti concreti che, anche da soli, offrirebbero a tutto il Me dio Oriente una testimonianza preziosa di unità.

© Copyright Avvenire, 26 ottobre 2010

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