sabato 27 novembre 2010

Nasce la «Fondazione vaticana» intitolata a Joseph Ratzinger sul modello di quella tedesca per promuovere pensiero e spiritualità del Papa (Mazza)

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«Un Nobel per la teologia»

Una «Fondazione vaticana» intitolata a Ratzinger sul modello di quella tedesca per promuovere pensiero e spiritualità del Papa: presentata ieri da Ruini, Scotti e Horn

DA ROMA

SALVATORE MAZZA

Si chiama «Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger – Benedetto XVI» e il Papa ne ha approvato la nascita la scorsa primavera.
Lo scopo: promuovere la teologia e la spiritualità di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, orga nizzare convegni di alto valore scientifico e, fin dal 2011, uno speciale «Premio Ratzinger» per gli studiosi di Sacra Scrittura, Pa tristica e Teologia fondamentale, premio «che, con una battuta, po tremmo definire il Nobel per la teologia».
La 'battuta' è del cardinale Camillo Ruini, presidente del Comitato scientifico della nuova Fondazione – di cui tra gli altri fanno parte i cardinali Tarcisio Bertone e Angelo Amato e gli arcivescovi Jean-Louis Bruguès e Luis Francisco Ladaria – che l’ha presentata ieri in Sala Stampa vaticana assieme al presidente del la Fondazione monsignor Giusep pe Antonio Scotti e a padre Stephan Otto Horn, presidente del «Ratzinger Schülerkreis» e della «Joseph Ratzinger Papst Benedict XVI – Stiftung» di Monaco di Baviera, fondazione 'sorella' nata dall’iniziativa di ex allievi del pro fessor Ratzinger e già da qualche anno all’opera con fini analoghi.
Ruini, definitosi «fruitore» della teologia di Joseph Ratzinger «fin dal 1969», l’ha definita come «una teologia che si muove in avanti, guarda al presente e al futuro, a partire da una straordinaria cono scenza delle origini e della storia delle fede cristiana». Per il porpo rato, «la capacità, e vorrei dire il gu sto, di tenere insieme questi due aspetti, facendo scaturire l’inno vazione all’interno della fedeltà, accomuna Joseph Ratzinger ai grandi maestri delle diverse epo che cristiane». Altro aspetto carat­teristico delle opere del Ratzinger teologo, ha osservato ancora Ruini, è la «comprensibilità» delle sue opere, scritte «non in 'ecclesiale se', e nemmeno in 'teologhese'», e dunque una teologia che «viene compresa e gustata anche da chi non è teologo».
Una comprensibilità, ha aggiunto, «che viene anche dalla sua concretezza, dal suo sen so della storia e delle realtà del no stro tempo». Per questo, ha ag giunto ancora, «il processo di ri evangelizzazione dell’Europa non può che essere favorito dalle atti vità di questa Fondazione».
In questo senso, come ha fatto os servare Scotti, lo scopo della Fon dazione è di «affrontare insieme la scommessa d’aiutare l’umanità a vivere». Ecco perché, ha spiegato, «il nostro tempo ha bisogno di pensatori e studiosi capaci di porre Dio al cuore della riflessione». Per questo «la Fondazione vuole invitare gli studiosi, i teologi, i ricercatori a essere capaci di dire che 'Dio ci riguarda e che ci risponde', perché, come ha detto lo stesso Benedetto XVI, 'l’università, l’uma nità ha bisogno di domande'.
E poi 'la dove non vengono più poste domande, fino a quelle che toccano l’essenziale e vanno oltre o gni specializzazione, non riceviamo più nemmeno delle risposte'». Tra le iniziative del «Ratzinger Schulerkreis» e della «Joseph Ratzinger Papst Benedikt XVI-Stiftung », Horn ha parlato in partico lare dell’«Accademia Benedetto» per giovani scienziati e di una rac colta di memorie di più di 40 ex-al lievi di Ratzinger da mettere a di sposizione degli studiosi, per «non perdere questa fonte singolare del la vita del nostro maestro».
A Roma, ha inoltre annunciato, «vo gliamo creare un centro-studi del la sua teologia e spiritualità».
Quanto all’operatività della nuova Fondazione, «siamo già al lavoro – ha detto Ruini – ma non c’è ancora nulla di deciso e quindi di ufficiale. Comunque, non prevediamo tempi biblici: entro il 2011 ci saranno le prime iniziative».

© Copyright Avvenire, 27 novembre 2010

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