giovedì 4 novembre 2010

Verso Santiago de Compostela e Barcellona: la visita del Papa all’Obra Benéfico Social del Nen Déu (Radio Vaticana)

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Verso Santiago de Compostela e Barcellona: la visita del Papa all’Obra Benéfico Social del Nen Déu

Ultimi ritocchi a Santiago de Compostela e a Barcellona per la visita del Papa, rispettivamente, il 6 e 7 novembre prossimi. Particolare attesa tra i pazienti dell’Obra Benéfico Social del Nen Déu a Barcellona, dove il Papa si recherà domenica pomeriggio: si tratta di un istituto fondato nel 1892 dalla Beata Carmen del Niño Jesús Gonzáles Ramos, fondatrice delle suore francescane dei Sacri Cuori. Inizialmente nato per dare assistenza ai bambini di famiglie bisognose, oggi il centro ospita 250 pazienti, tra i 3 e i 25 anni, affetti da sindrome di Down, autistici, epilettici o con problemi di personalità. Il Papa incontrerà gli assistiti, i loro famigliari, le religiose e gli operatori della struttura, quindi benedirà la prima pietra della nuova residenza a lui intitolata. Paolo Ondarza ha intervistato Rafael Calzado, uno dei volontari dell’“Obra Nen Déu”.

R. - Noi siamo un collegio per bambini, per giovani disabili di proprietà della Chiesa. La nostra attività inizia nell’anno 1892, quindi ora abbiamo più di cento anni. Da tanti anni, il nostro personale – professori, assistenti… - è composto da 146 persone ed ospitiamo 122 ragazzi. Offriamo anche l’assistenza medica e ci siamo sempre dedicati tanto a curare la salute fisica, così come l’educazione religiosa e mentale di questi giovani. L’istituto è curato dalle Sorelle del Sacro Cuore di Barcellona.

D. - Dottor Calzado, operare in una struttura per bambini disabili significa essere un sostegno a quelle famiglie che hanno detto “sì” alla vita, nonostante la vita abbia presentato delle difficoltà. Quindi è un sostegno alla vita dal suo nascere, indipendentemente dal fatto che sia efficiente al 100 per cento o meno?

R. - Esatto! Tutti questi giovani e ragazzi che sono qui rappresentano lo strato più debole della società, anche dal punto di vista economico. Noi abbiamo la possibilità, anche tramite il governo, di aiutare queste famiglie e questi ragazzi che non hanno niente. Tutti noi, insieme anche alle famiglie che sono qui, vogliamo dimostrare al Papa il nostro apprezzamento per la sua predisposizione e per il suo amore per la famiglia. E questo, per noi, è la cosa più importante! Ciò che noi doniamo nel nostro istituto non è solo attenzione ai ragazzi, ma anche attenzione alle famiglie, che da noi si sentono comprese nei loro problemi. Molte famiglie dei ragazzi sono cattoliche, altre no, ma per noi è lo stesso, parché si tratta di famiglie che hanno voluto avere il proprio figlio e non hanno voluto perderlo!

D. - Come le famiglie e i bambini ospiti dell’“Obra Nen Déu” si sono preparati all’incontro con Benedetto XVI?

R. - Abbiamo ricevuto questa notizia nel mese di giugno, mentre tutti i ragazzi erano in vacanza. Abbiamo comunicato questa notizia, questa novità a tutte le famiglie e loro sono venute tutte qui, manifestando una grandissima allegria, una grandissima gioia. Tutti hanno chiesto: “Cosa possiamo fare?”, anche perché noi siamo un’istituzione benefica, non disponiamo di molti fondi. Quindi tutti i ragazzi si sono offerti di sistemare il giardino, altri di preparare la chiesa… hanno dimostrato una grandissima volontà e la loro grandissima gioia per aver ricevuto questa notizia!

D. - Quindi c’è molta attesa e tanta emozione per questo giorno...

R. - Sì, moltissima emozione per tutti. Quando il cardinale Bertone ha parlato con me, mi ha domandato se questi ragazzi potevano cantare ed io ho risposto che sì poteva, anche se alla loro maniera... Così abbiamo preparato una canzone che è molto cara al Papa: è una canzone tedesca, che noi abbiamo tradotto in catalano. E così tutti questi ragazzi, insieme ai professori che suoneranno la chitarra, canteranno di fronte al Papa e gli porgeranno dei piccoli doni, che hanno fatto loro personalmente nel nostro laboratorio.

D. - La visita del Papa presso il vostro istituto mette in luce un lavoro silenzioso, poco appariscente ma fondamentale che la Chiesa svolge nella città di Barcellona ...

R. - Per noi, è stato un riconoscimento! Adesso, tutto il mondo vede che la Chiesa a Barcellona fa un ottimo lavoro per tutta la società! Quello che si fa qui, lo fa la Chiesa!

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