giovedì 24 dicembre 2009

Natale, tempo di Rinascita. Intervista al card. Tettamanzi (Radio Vaticana)


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Il Papa: "In quel Bambino si manifesta Dio-Amore: Dio viene senza armi, senza la forza, perché non intende conquistare, per così dire, dall’esterno, ma intende piuttosto essere accolto dall’uomo nella libertà; Dio si fa Bambino inerme per vincere la superbia, la violenza, la brama di possesso dell’uomo. In Gesù Dio ha assunto questa condizione povera e disarmante per vincerci con l’amore e condurci alla nostra vera identità" (Catechesi)

Il Papa: Chi non ha capito il mistero del Natale, non ha capito l’elemento decisivo dell’esistenza cristiana

Il Papa: Dio si fa Bambino inerme per vincere la superbia, la violenza, la brama di possesso dell’uomo

Il Papa: Grazie a san Francesco il popolo cristiano ha potuto percepire che a Natale Dio è davvero diventato il Dio-con-noi (Sir)

Il Papa: Il desiderio,che tutti portiamo nel cuore,è che il Natale ci doni serena e profonda gioia per farci toccare con mano la bontà del nostro Dio

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Riceviamo e con piacere pubblichiamo:

One-O-Five Live

Radio Vaticana in diretta

Città del Vaticano, 24 – 12 – 09

Alla vigilia del Natale del Signore il card. Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, è intervenuto in diretta questa mattina sulle frequenze di One-O-Five Live, la Radio Vaticana in diretta, per fare gli auguri agli ascoltatori.
L’intervista è andata in onda in diretta alle 9.30 ed è disponibile sul sito: www.radiovaticana.org/105live

In un momento in cui l’Italia ha bisogno di ‘rinascita’ e ‘riconciliazione’ il Porporato ha ricordato che “il Natale ha un significato essenziale e decisivo, perché il nostro ‘rinascere’ come persone, come famiglie, come comunità e come popolo, è legato a una ‘nascita’, quella del Figlio di Dio che ha voluto farsi vicino a noi nella forma più radicale possibile, facendosi uno di noi, come noi e per noi”. “E’ la sua umanità che entra nella storia del mondo come qualcosa di assolutamente nuovo, bello, buono e perfetto”. “E’ questa nascita – ha spiegato il cardinale - la radice da cui deriva la possibilità, la forza, l’urgenza e il dinamismo della rinascita morale, sociale dell’uomo, in rapporto a tutti i valori dell’uomo e alle sue istanze più radicali e irrinunciabili”.

Commentando l’aumento della disoccupazione e l’emergenza lavoro in Italia l’arcivescovo di Milano ha ricordato che “la solidarietà di Dio con noi deve diventare il principio e l’energia per una solidarietà che deve essere vissuta tra di noi nel rapporto con le persone che sono le più bisognose, le più colpite dalle diverse forme di privazione: la perdita del lavoro, con il rischio della conseguente perdita della dignità, è un’occasione particolare per risvegliare con più decisione e magnanimità la virtù della solidarietà”. Il cardinale ha voluto rivolgere un pensiero anche “ai tanti malati psichici, una categoria invisibile quanto mai estesa, motivo di sofferenza per gli interessati e per i familiari” e poi ai detenuti. “Ho avuto la grazia e la gioia – ha detto - di portare la benedizione natalizia in alcune celle di San Vittore e sono rimasto davvero sconvolto dalle condizioni abitative davvero squallide. La giustizia deve fare il suo corso ma non si può strappare la dignità a queste persone”.

“Le pagine del Vangelo della Natività – ha aggiunto il card. Tettamanzi - diventano per noi un principio di responsabilizzazione molto forte anche per quanto riguarda l’accoglienza degli immigrati. Il Signore Gesù è nato per tutti, nessuno escluso, il suo amore non ha confini. Lui ha voluto fare dell’intera famiglia umana un unico grande popolo. Il popolo di coloro che sono amati da Dio e sono chiamati per tanto ad amarsi tra di loro, al di là di tutte le differenze storiche, etniche, culturali e geografiche”.

“Di fronte a chi accusa gli uomini Chiesa di ingerenza nella politica – ha ricordato infine l’arcivescovo di Milano - dobbiamo ricordare che il Vangelo è sì qualcosa che appartiene alla Chiesa, ma interpreta in maniera profonda e originale le esigenze della persona umana, della civiltà, della giustizia e dell’amore. Della politica perciò noi possiamo e dobbiamo avere un concetto molto alto e nobile: considerarla cioè una forma di carità. E perciò tutti sono chiamati ad interessarsene. Chi si pone al servizio degli altri, nel rispetto delle specifiche competenze, fa politica senza invadere campi altrui, ma vivendo in pienezza la politica come crescita dell’uomo”.

Radio Vaticana

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