sabato 2 gennaio 2010

Il Papa: L'uomo si riscatti dal degrado (Conte)


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Il Papa: "La pace incomincia da uno sguardo rispettoso, che riconosce nel volto dell’altro una persona, qualunque sia il colore della sua pelle, la sua nazionalità, la sua lingua, la sua religione. Ma chi, se non Dio, può garantire, per così dire, la “profondità” del volto dell’uomo? In realtà, solo se abbiamo Dio nel cuore, siamo in grado di cogliere nel volto dell’altro un fratello in umanità, non un mezzo ma un fine, non un rivale o un nemico, ma un altro me stesso, una sfaccettatura dell’infinito mistero dell’essere umano" (Monumentale omelia sul "Volto di Dio")

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L'uomo si riscatti dal degrado

Opporsi alla violenza, tutelare l'ambiente: urge un "rinascimento" globale

Domitilla Conte

Roma

La violenza e il degrado ambientale che contaminano il mondo di oggi hanno una sola origine: il degrado dell'uomo, ed è da qui che occorre partire per avviare un riscatto sempre possibile.
È questo l'augurio rivolto ieri da Papa Benedetto XVI ai «popoli del mondo» per questo 2010 appena iniziato, un augurio accompagnato dall'esortazione a deporre «le armi di ogni tipo» e ad «abbandonare la via della violenza», rivolta ai governi e, per la prima volta, direttamente ai «gruppi armati» che seminano conflitti in tante parti del mondo.
È dall'inizio delle feste natalizie che Ratzinger invoca il contrasto di ogni violenza, tra Stati, tra persone, contro l'ambiente. Auspici culminati negli appelli di ieri – giorno di Capodanno che la Chiesa dedica a Maria madre di Dio – ricordando la responsabilità di ognuno nell'accogliere il richiamo divino alla salvezza, e alla Giornata mondiale della pace. Argomenti che il Papa ha sintetizzato, prima nell'omelia della messa d'inizio d'anno a San Pietro, poi ancora all'Angelus, nel concetto di «ecologia umana», raccogliendo gli applausi della folla e la condivisione del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e del ministro degli Esteri, Franco Frattini. «Il suo costante appello alla dimensione etica delle decisioni umane, già posto con forza nell'Enciclica "Caritas in Veritate", ci esorta – ha scritto Napolitano nel messaggio a Ratzinger per la "Giornata della Pace 2010" – a un approccio morale, che non posso che condividere, verso le questioni che riguardano l'ambiente e lo sviluppo, affinché prevalgano atteggiamenti lungimiranti, ma soprattutto responsabili, nell'interesse delle generazioni future. Il suo richiamo agli obbiettivi della pace, dello sviluppo sociale, della solidarietà – ha spiegato Napolitano – offre una straordinaria testimonianza dei valori universali ai quali ispirarsi».
E «profonda e sentita adesione» al messaggio del Papa per la giornata della pace è arrivata anche dal ministro degli Esteri Franco Frattini in un messaggio al cardinal Tarcisio Bertone.
Della pace nel mondo Benedetto XVI ha offerto una «chiave di lettura» basata su una riflessione sul volto di Dio e i volti degli uomini, visi che – svelati e riconosciuti – costituiscono «l'espressione per eccellenza della persona». «La pace – ha detto – inizia da uno sguardo rispettoso, che riconosce nel volto dell'altro una persona, qualunque sia il colore della sua pelle, la sua nazionalità, la sua lingua, la sua religione». Un riconoscimento di fratellanza che fa considerare l'altro «non un mezzo ma un fine, non un rivale o un nemico ma un altro me stesso», che per darsi ha bisogno anche del volto di un «Padre comune, che tutti ci ama, malgrado i nostri limiti e i nostri errori». Una pace, insomma, che nasce dal rispetto per l'altro, «anche quando è differente da noi», che va incoraggiata «fin da piccoli» – ha insistito – e che dobbiamo imparare proprio dai bambini delle società ormai multietniche. «Un riflesso della visione di Dio sul mondo» li ha definiti Papa Ratzinger, che trova il suo «tragico contrario nelle dolorose immagini di tanti bambini e delle loro madri in balia di guerre e violenze: profughi, rifugiati, migranti forzati». «Un appello silenzioso alla nostra responsabilità» – ammonisce il Papa – di fronte al quale «dobbiamo semplicemente convertirci a progetti di pace, deporre le armi di ogni tipo e impegnarci tutti insieme a costruire un mondo più degno dell'uomo.
«Vi è un nesso strettissimo tra il rispetto dell'uomo e la salvaguardia del Creato» – ha concluso il Papa – perché «se l'uomo si degrada, si degrada anche l'ambiente in cui vive. Se la cultura tende verso un nichilismo – se non teorico, pratico – la natura non potrà non pagarne le conseguenze». È questo il senso dell'«ecologia umana» al centro anche dell'enciclica "Caritas in veritate".

© Copyright Gazzetta del sud, 2 gennaio 2010

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