giovedì 31 dicembre 2009

Camillo (Ruini) superstar. Scriverà i testi della Via Crucis, custodirà l’opera di Ratzinger e deciderà su Medjugorje. Melloni pro Bertone vs Ruini


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Su segnalazione di Alessia leggiamo:

Camillo (Ruini) superstar. Scriverà i testi della Via Crucis, custodirà l’opera di Ratzinger e deciderà su Medjugorje

Nel periodo prenatalizio si decidono in Vaticano i nomi dell’ecclesiastico che terrà gli esercizi spirituali alla curia romana nella Quaresima successiva e di chi invece scriverà le meditazioni della solenne Via Crucis guidata dal Papa il Venerdì Santo al Colosseo.
Martedì Avvenire ha diffuso la notizia che per il primo incarico è stato scelto un salesiano, don Enrico dal Covolo, conosciuto e stimato nel Palazzo Apostolico: e non solo nella prima loggia abitata dal suo confratello, il cardinale segretario di stato Tarcisio Bertone, ma anche più su, nella terza loggia, dove si trova l’appartamento pontificio. Per la cronaca un figlio di don Bosco fu scelto a predicare gli esercizi spirituali già nel 1973 con Paolo VI e nel 1986 con Giovanni Paolo II (quando la Curia romana contava già due cardinali – Castillo Lara e Stickler – e un arcivescovo – il futuro porporato Javierre Ortas – salesiani). Non è ancora stata resa nota invece l’identità di chi scriverà le meditazioni per la prossima Via Crucis che cadrà il 2 aprile 2010, quinto anniversario della scomparsa di Giovanni Paolo II.
Nei Sacri Palazzi comunque si sa che al prestigioso incarico – nel 2005 Giovanni Paolo II lo affidò all’allora cardinale Joseph Ratzinger – è stato chiamato il cardinale Camillo Ruini, infaticabile presidente del Comitato per il progetto culturale della Conferenza episcopale italiana, di cui è stato segretario generale e quindi presidente per buona parte del pontificato wojtyliano e per il primo biennio di quello ratzingeriano. Ma non è questa l’unica piacevole sorpresa che il porporato emiliano ha trovato sotto l’albero di Natale.
Dai Sacri Palazzi gli sono arrivati infatti due altri incarichi importanti e delicati.
Intanto Ruini è stato messo a capo della Commissione vaticana che dovrà cercare di dire una parola finale sul controverso “fenomeno Medjugorje”, cioè sulle apparizioni mariane cominciate nel 1981 nell’Erzegovina che hanno un notevole seguito nel mondo dei semplici fedeli ma che sono ritenute false dal vescovo locale di Mostar e che nel 1991 l’allora Conferenza episcopale jugoslava giudicò negativamente anche se non in modo definitivo (“non constat de supernaturalitate”).
Sempre a Ruini infine è stato dato l’incarico di guidare una fondazione vaticana deputata a custodire gli scritti di Papa Ratzinger.
Insomma, chi immaginava un “don Camillo” ridotto a gestire grandi convegni culturali ma sempre a debita distanza dei palazzi apostolici, ha almeno tre motivi per doversi ricredere.

MELLONI PRO BERTONE VS RUINI

Lo storico del cristianesimo e continuatore dell’officina conciliare bolognese di Giuseppe Alberigo, Alberto Melloni, ama i giochi politici in generale, quelli episcopali e vaticani in particolare.
Il suo maestro era un uomo di passione, pregò a lungo per la salita in cielo di Pio XII, come lui stesso confessò in uno scritto occasionale, quando si trattava, negli anni Cinquanta, di soddisfare l’esigenza del rinnovamento ecclesiale.
La fortuna di Melloni è che il rinnovamento da lui auspicato, con parole sempre più esoteriche e bisognose di disambiguazione, affidate a brevi scritti teopolitici pubblicati nel Corriere della Sera, è già arrivato, per così dire, senza spargimento di sangue e di lacrime.
Da un’intervista molto più ingenua del solito (Melloni è di rara intelligenza e spregiudicatezza, come studioso e come persona) si evince che i vescovi italiani sono stati liberati dalla dittatura odiosa di Camillo Ruini, il cardinale che fu pregato nel 1985 di prendere in mano la scabrosa situazione della chiesa italiana, su mandato esplicito e diretto di Giovanni Paolo II e del suo staff di cui faceva parte autorevolmente il cardinale Ratzinger. Reggiano come il prodiano Melloni, e come Prodi con cui ebbe antica familiarità, Ruini sarebbe stato sostituito con Angelo Bagnasco per attestare un cambiamento “voluto e costruito dal Papa” allo scopo di cancellare una stagione negativa della chiesa italiana, quella della politica attiva e del distacco dal territorio, dalle parrocchie e dalle diocesi. Il professore aggiunge che l’autore di questo rinnovamento ecclesiale è, in origine, non tanto Bagnasco, che però ha il merito di lasciare liberi i vescovi laddove con Ruini parlava solo lui, quanto il segretario di stato Tarcisio Bertone, che ha avocato a sé la politica italiana in toto.
“Questo ha avuto un effetto oggettivamente positivo”, spiega Melloni, “ha liberato i vescovi dal problema di decidere se facevano parte della maggioranza o dell’opposizione.
La cura Bertone dunque è stata positiva: si è dimostrata una pratica riabilitativa dell’episcopato italiano, che ha restituito ai vescovi la possibilità di intervenire nel dibattito pubblico, a partire dai problemi che emergono nel territorio”. Il resto dell’intervista è dedicato al rinfocolamento del dissidio, appunto territoriale, tra la Lega Nord e la chiesa milanese, che finalmente è anch’essa territorio liberato della chiesa italiana. Dopo questa intervista all’Espresso, famosa cattedra per le devozioni laiche, si capiscono meglio tante cose.
Quella più importante è che, cercando di impadronirsi con qualche sveltezza delle scelte di governo ecclesiale del Papa e del suo segretario di Stato, le componenti dossettiane, cattolico-democratiche e militanti della chiesa italiana alimentano la querelle ai vertici della Cei e della Santa Sede e spingono, ormai senza più dissimulare nelle buone maniere i loro intendimenti, per uno showdown finale che non ci sarà.

Il Foglio 31 dic. 2009

© Copyright Il Foglio, 31 dicembre 2009 consultabile online anche qui.

Articolo perfetto e molto istruttivo :-))
Grazie ad Alessia ed Eufemia per la segnalazione dell'intervista a Melloni.
R.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Sti ratzingeriani hanno definitivamente rotto i melloni!
Deo Gratias!
Matteo Dellancoe

Anonimo ha detto...

ahahahah

grande Matteo!!

Luigi

Michele ha detto...

Melloni sta con Bertone solo perché non può vedere Ruini. Non mi meraviglierei se un giorno leggessimo un titolo del tipo: "Melloni pro Fellay vs Ruini".

mariateresa ha detto...

è proprio vero che gli scritti di Melloni hanno bisogno di "disambiguazione". Li leggo e mi guardo intorno con occhio bovino per cercare di capire.
Non so mai se devo arrabbiarmi molto o arrabbiarmi soltanto.

Parati semper ha detto...

Ciò che meriterebbe una bella riflessione è che tutto il "cattolicesimo democratico" (dossettiani e dintorni) accusa continuamente CL o Opus Dei o Legionari di Cristo o semplicementi i ratzigneriani, di essere "conservative" nell'accezione più becera del termine. Per contro però anche la loro è una posizione assolutamente politica nel senso di "partitica". Un frate anziano una volta mi disse: "Se vuoi scoprire se chi si dice aperto e moderno lo è veramente, comincia a parlargli del suo contrario e vedi come reagisce". Meditare.

Anonimo ha detto...

Perché si parla di componenti dossettiane cattolico-democratiche?
E' bene essere precisi nelle parole e
nei concetti. I fatti vanno classificati con gli attributi che si meritano: cattolici catto-comunisti. Così il discorso è più chiaro e non si presta ad equivoci.

massimo ha detto...

bello questo articolo e contiene la barzelletta dell'anno 2009,conservataci fino all'ultimo per una sonora e concupiscente risata che seppellirà finalmente quest'anno:"Melloni è di rara intelligenza e spregiudicatezza, come studioso e come persona"
ad maiora..........

Anonimo ha detto...

Senza Camillo Ruini la maggioranza sarebbe ancora silenziosa. E questo non gli sarà mai perdonato. Ma io sono stata a un paio di eventi del convegno su Dio da lui organizzato e mi è sembrato alquanto accademico. Auguri a tutti, Eufemia