venerdì 12 febbraio 2010

Il Papa: i sofferenti persone da accogliere (Santamaria)


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Il Papa : i sofferenti persone da accogliere

Giornata mondiale del malato: «Pastorale della salute, bene prezioso per la Chiesa»

DA ROMA

GIANNI SANTAMARIA

«Promuovere un mondo più capace di accogliere e curare i malati come persone». Per contribuire a questo obiettivo la Santa Sede ha istituito un Pontificio Consiglio dedicato alla pastorale della salute. Lo ha ricordato Benedetto XVI nell’omelia pronunciata ieri nel corso della Messa celebrata nella Basilica di San Pietro in occasione dalla XVIII Giornata mondiale del malato. Che quest’anno cade nel venticinquesimo anniversario dall’istituzione dell’organismo vati- cano creato l’11 febbraio del 1985 allo scopo di valorizzare l’interesse della Chiesa per l’uomo che soffre, i grandi progressi realizzati dalla medicina e la necessità di coordinare tutti gli organismi dediti al mondo della salute. Il Papa ha ringraziato quanti in questo quarto di secolo si sono spesi in tale compito. A partire dai presidenti del dicastero: l’attuale, monsignor Zygmunt Zimowski e i predecessori, i cardinali Javier Lozano Barragan e Fiorenzo Angelini, primo a ricoprire l’incarico. Alla liturgia hanno partecipato, in particolare, operatori sanitari, volontari, aderenti ai sodalizi che organizzano pellegrinaggi ai santuari mariani – come l’Unitalsi e l’Opera romana pellegrinaggi –, persone sofferenti, molte delle quali in carrozzella, insieme con i familiari. Al rito era presente anche il ministro della Salute, Ferruccio Fazio. Prima della Messa, una piccola processione, formata soprattutto da pellegrini e malati dell’Unitalsi, ha percorso via della Conciliazione ed ha raggiunto la Basilica vaticana. A risaltare nella liturgia di ieri – memoria della Vergine di Lourdes – il Magnificat, ha sottolineato il Pontefice. Preghiera che «non è il cantico di coloro ai quali arride la fortuna, che hanno sempre il 'vento in poppa'». Piuttosto è «il ringraziamento di chi conosce i drammi della vita, ma confida nell’opera redentrice di Dio». Drammi sui quali si sono chinati molti santi: da Camillo de Lellis e Giovanni di Dio, a Damiano de Veuster, l’apostolo dei lebbrosi e Benedetto Menni. Malati e sofferenti – ha proseguito Ratzinger – nella Chiesa non sono solo « destinatari di attenzione e di cura, ma prima ancora e soprattutto protagonisti del pellegrinaggio della fede e della speranza, testimoni dei prodigi dell’amore, della gioia pasquale che fiorisce dalla croce dalla risurrezione di Cristo » . Un discorso di speranza che in conclusione il Papa ha esteso alla società, citando la Spe Salvi : «La misura dell’umanità si determina essenzialmente nel rapporto con la sofferenza e il sofferente. Questo vale per il singolo come per la società».

© Copyright Avvenire, 12 febbraio 2010

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