sabato 13 febbraio 2010

La guerra del cardinale per il controllo diretto dei vescovi italiani (Benny Lai)


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Su segnalazione di Eufemia leggiamo:

Clicca qui per leggere la prima parte dell'editoriale di Lai.

Ecco la seconda parte:

La guerra del cardinale per il controllo diretto dei vescovi italiani

il caso

Benny Lai

E certo la lettera di riconferma nell'incarico del cardinale Bertone, vistosamente pubblicata dall'Osservatore Romano, non poteva essere più affettuosa di quella inviatagli da Ratzinger nell'ultima decade dello scorso gennaio, dove si rilevava il suo "sensus fidei", la preparazione dottrinale e canonistica e "l'humanitas", tali da non volersi privare per il futuro di tale "preziosa collaborazione".
Un documento, in sostanza, piuttosto raro per un pontefice che, prima di cingere la tiara, aveva parlato pubblicamente di "sporcizia nella Chiesa" e che nei giorni scorsi ha parlato dei "mali del carrierismo e della ricerca del potere personale" anche tra gli uomini di Chiesa.
Di qui un'atmosfera resa più acuta dal contrasto relativo a un problema che aveva reso esitante persino Pio XII quando, a metà degli anni '50, i cardinali Ernesto Ruffini e Giuseppe Siri gli avevano proposto di creare una struttura nazionale dell'episcopato italiano.
Fino ad allora papa Pacelli aveva ritenuto che l'episcopato italiano, del quale era primate in quanto pontefice, non avesse bisogno di un particolare coordinamento, come accadeva per i vescovi di altri Paesi. Non ci aveva sempre pensato il Vaticano? Che bisogno c'era di creare in Italia un'organizzazione simile a quelle sorte in Germania, Inghilterra ecc?
Ma l'insistenza di Ruffini e Siri fu tale che, pur con molta cautela, Pio XII cominciò a dar vita alle adunanze dapprima dei presidenti delle regioni conciliari, in cui era suddivisa l'Italia sotto il profilo ecclesiastico, e poi ad altre riunioni fino a che non si giunse alla creazione dell'odierna Cei, la Conferenza episcopale italiana. Una struttura che da allora ha sempre trattato con il governo di Roma, d'intesa con la Segreteria di Stato. Ma ora tutto ciòè rimesso in discussione, e le discussioni talvolta danno luogo a dispetti e mugugni. Tutto qui.

© Copyright Il Secolo XIX, 12 febbraio 2010

I dispetti ed i mugugni devono cessare! Quanto appaiono piccoli questi dispettucci di fronte alla grandezza di Papa Benedetto.
R.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Anche gli Eccellentissimi Vescovi, se vogliono essere veramente discepoli di Cristo, debbono mettersi alla Sua scuola di mortificazione, di penitenza, di rinuncia, accettando sempre le avversità della vita, ed operare con impegno per compiere la propria parte nel sacrificio.
Siano fedeli ed obbedienti al Santo Padre e quindi alla Chiesa.
L'obbedienza, oltre a significare fedeltà é anche sottomissione.
E poi vorrei ricordare a Loro che come diceva San Francesco di Sales: " è meglio una goccia di olio che una goccia di aceto"

Anonimo ha detto...

I vescovi, quali consacrati a Nostro Signore, si ricordino della loro misisione: Portare Gesù Cristo agli uomini,abbandonando quindi il proposito di cercare potere e prestigio, che non fa parte del Regno di Dio.
Un invito ai Signori Vescovi: siate più presenti tra la gente.