sabato 6 febbraio 2010

Ripensare il modello di sviluppo basato su profitto e individualismo: così il Papa nell'udienza all'Acea


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Il Papa: "Anche a Roma, come in ogni grande Città, si avvertono gli effetti di una cultura che esaspera il concetto di individuo: spesso si vive chiusi in se stessi, ripiegati sui propri problemi, distratti dalle tante preoccupazioni che affollano la mente e rendono l’uomo incapace di cogliere le semplici gioie presenti nella vita di ciascuno. La custodia della creazione, compito affidato dal Creatore all’umanità, implica anche la custodia di quei sentimenti di bontà, generosità, correttezza e onestà che Dio ha posto nel cuore di ogni essere umano, creato a sua "immagine e somiglianza"" (Discorso all'ACEA)

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Ripensare il modello di sviluppo basato su profitto e individualismo: così il Papa nell'udienza all'Acea

Ripensare il modello di sviluppo, basato soprattutto sul profitto e su una cultura individualista, per rimettere al centro la persona e il bene comune: è l’invito rivolto dal Papa, durante l’incontro, in Vaticano, con i dirigenti e il personale dell'Acea, l’Azienda comunale energia e ambiente, che da poco ha concluso le celebrazioni per i cento anni di fondazione. Benedetto XVI ha espresso la propria gratitudine al presidente dell'Acea, Giancarlo Cremonesi, per il dono di un volume dedicato all’applicazione al mondo dell’impresa dei principi della Caritas in veritate, edito dalla Libreria Editrice Vaticana in collaborazione con l’Ucid, l’Unione cristiana imprenditori dirigenti, nella collana “Imprenditori per il bene comune”. Presente all'incontro anche l’arcivescovo emerito di Palermo, cardinale Salvatore De Giorgi, consulente ecclesiastico nazionale dell'Ucid. Il servizio di Sergio Centofanti.

Il Papa rievoca il referendum del 20 settembre 1909, allorché i cittadini romani scelsero che l’illuminazione pubblica e i trasporti collettivi fossero municipalizzati. Da quel giorno – ha detto – l’Acea è cresciuta insieme a Roma per “garantire i servizi essenziali a fasce sempre più estese di cittadini, in quartieri nuovi, spesso cresciuti in maniera caotica e abusiva, in una città che cambiava e si espandeva a dismisura”. La celebrazione del centenario – ha proseguito – “giunge al termine di un periodo denso di difficoltà, caratterizzato da una grave crisi internazionale che ha portato il mondo a ripensare un modello di sviluppo basato soprattutto sulla finanza e sul profitto, per orientarsi a rimettere al centro dell’azione dell’uomo la sua capacità di produrre, di innovare, di pensare e costruire il futuro”:

“Come sottolineavo nell’Enciclica Caritas in veritate, è importante che cresca la consapevolezza circa la necessità di una più ampia ‘responsabilità sociale’ dell’impresa, che spinga a tenere nella giusta considerazione le attese e i bisogni dei lavoratori, dei clienti, dei fornitori e dell’intera comunità, e ad avere una particolare attenzione verso l’ambiente (cfr n. 40). In questo modo la produzione di beni e servizi non sarà legata esclusivamente alla ricerca del profitto economico, ma anche alla promozione del bene di tutti”.

Il Papa ha poi espresso il proprio apprezzamento per l’impegno dell’Azienda nel tutelare l’ambiente attraverso la gestione sostenibile delle risorse naturali, la riduzione dell’impatto ambientale e il rispetto del creato:

“E’ però ugualmente importante favorire un’ecologia umana, che sia in grado di rendere gli ambienti di lavoro e le relazioni interpersonali degne dell’uomo. Vorrei, a questo proposito, ribadire quanto ho affermato nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace di quest’anno, auspicando ‘l’adozione di un modello di sviluppo fondato sulla centralità dell’essere umano, sulla promozione e condivisione del bene comune, sulla responsabilità, sulla consapevolezza del necessario cambiamento degli stili di vita’ (n. 9)”.

“Anche a Roma, come in ogni grande Città – ha aggiunto Benedetto XVI - si avvertono gli effetti di una cultura che esaspera il concetto di individuo”:

“Spesso si vive chiusi in se stessi, ripiegati sui propri problemi, distratti dalle tante preoccupazioni che affollano la mente e rendono l’uomo incapace di cogliere le semplici gioie presenti nella vita di ciascuno. La custodia della creazione, compito affidato dal Creatore all’umanità (cfr Gen 2,15), implica anche la custodia di quei sentimenti di bontà, generosità, correttezza e onestà che Dio ha posto nel cuore di ogni essere umano, creato a sua ‘immagine e somiglianza’ (cfr Gen 1,26)”.

Il Papa invita a guardare a “Cristo, l’uomo perfetto, a prendere sempre come esempio il suo agire, per poter crescere in umanità, e così realizzare una Città dal volto sempre più umano, nella quale ognuno è considerato persona, essere spirituale in relazione con gli altri”.

Infine, Benedetto XVI ha manifestato due apprezzamenti all’Acea: per il progetto di collaborazione con la Fondazione Giovanni Paolo II per il Sahel, che si propone l’obiettivo di rispondere all’urgenza di acqua e di energia in alcuni Paesi in via di sviluppo; e per l’illuminazione dei monumenti che rendono Roma unica al mondo. In particolare ha ricordato per quanto fatto per l’80.mo anniversario della fondazione dello Stato della Città del Vaticano:

“Anche numerose Chiese, ad iniziare dalla Basilica di San Pietro, sono valorizzate da sapienti giochi di luce che mettono in risalto quanto l’uomo ha saputo realizzare per manifestare la propria fede in Cristo, ‘la luce vera, quella che illumina ogni uomo’ (Gv 1, 9)”.

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