venerdì 30 aprile 2010

Benedetto XVI: sento l’affetto dell’Italia. Il grazie di Napolitano per l’opera di tanti sacerdoti (Celletti)


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Benedetto XVI: sento l’affetto dell’Italia

Il grazie di Napolitano per l’opera di tanti sacerdoti

DA ROMA

VIRGILIO CELLETTI

Un omaggio congiunto del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e del mondo della musica. Ieri pomeriggio, nelle preziose risonanze dell’aula Paolo VI in Vaticano, l’Orchestra Giovanile Italiana ha eseguito un concerto per celebrare il quinto anniversario dell’elezione di Benedetto XVI. È toccato proprio al Capo dello Stato sia il compito di conferire questo incarico all’orchestra, fiore all’occhiello da un trentennio della Scuola di Fiesole, sia quello di introdurre in sala il concerto che è «un offerta di serenità nei tempi non facili che tutti viviamo». Dopo aver sottolineato i «propositi convergenti di costruttiva sollecitazione che uniscono l’Italia e la Santa Sede nei confronti dei problemi di un mondo che cambia attraverso profondi travagli e crisi irrisolte», Napolitano rivolgendosi a Benedetto XVI si è detto certo che «nella discrezione e nel rispetto con cui seguiamo il quotidiano svolgersi della sua alta missione, ella possa ben cogliere la intensa, affettuosa vicinanza nostra e del po- polo italiano». Ed ha voluto anche esprimere la gratitudine di tutta la nazione per l’opera compiuta in Italia da una moltitudine di sacerdoti.
L’orchestra era già schierata sotto la scultura di Pericle Fazzini ed ha eseguito uno dopo l’altro, sotto la direzione di Nicola Paszkowski, tre significativi momenti della produzione e dell’evoluzione del sinfonismo: dal tardo barocco di Giovanni Battista Sammartini al classicismo illuminante della «Praga» di Mozart e della «Quarta» di Beethoven. I giovani interpreti hanno confermato la fama di questa orchestra in cui hanno mosso i primi importanti passi musicisti che oggi sono occupati stabilmente nelle più grandi formazioni sinfoniche italiane stranieri. Si sono meritati fra l’altro il plauso di un intenditore come il Papa che ha assistito al concerto accanto al presidente Napolitano e alla signora Clio. Al capo dello Stato, Benedetto XVI ha espresso il ringraziamento per questo nuovo appuntamento di alto impegno culturale. In esso ha visto «un ulteriore segno dell’affetto che il popolo italiano nutre nei confronti del Papa , affetto che fu così fervido in santa Caterina da Siena, patrona d’Italia, di cui oggi ricorre la festa». Si è poi soffermato sui significati della musica. «Il suo studio – ha detto – riveste un alto valore nel processo educativo della persona, in quanto produce effetti positivi sullo sviluppo dell’individuo, favorendone l’armonica crescita umana e spirituale… Pertanto, l’esperienza ultra trentennale della Scuola di Musica di Fiesole assume una particolare rilevanza anche di fronte alla realtà quotidiana che ci dice come non sia facile educare. Nell’odierno contesto sociale, infatti, ogni opera di educazione sembra diventare sempre più ardua e problematica: spesso tra genitori ed insegnanti si parla delle difficoltà che s’incontrano nel trasmettere alle nuove generazioni i valori basilari dell’esistenza e di un retto comportamento».

© Copyright Avvenire, 30 aprile 2010

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