giovedì 29 aprile 2010

Preti pedofili, Santa Sede e Cei: no a qualunque forma di nascondimento (Izzo)


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Il Pontefice vola più alto dei nuvoloni. E non li teme. Mass media di nuovo spiazzati (Bruno Mastroianni)

Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:

PRETI PEDOFILI: S.SEDE E CEI, NO A QUALUNQUE FORMA DI NASCONDIMENTO

(AGI) - CdV, 29 apr.

(di Salvatore Izzo)

Davanti allo scandalo degli abusi sessuali commessi da sacerdoti, da parte della Santa Sede "c'e' una grande volonta' di servire la verita'".
"Non siamo - afferma l'arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente del dicastero per le comunicazioni sociali - patrocinatori del nascondimento o del nascondere qualche cosa".
"La crisi aperta dai casi emersi nelle Chiese europee - sottolinea da parte sua il card. Levada, successore di Ratzinger all'ex S.Uffizio - non puo' essere in alcun modo minimizzata ed e' tanto piu' grave in quanto si tratta di crimini commessi da sacerdoti chiamati ad essere dei buoni pastori. Questo non toglie - pero' - che vi sia stata una certa 'faziosita'' da parte di alcuni media".
In tema di abusi sessuali compiuti da sacerdoti, fa eco il segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata, per il quale "ogni generalizzazione e' indebita, e precisamente nelle due direzioni: nel far credere che in ogni prete si celi un potenziale pedofilo o, all'opposto, nel supporre che le accuse di pedofilia siano soltanto il frutto di un complotto architettato contro la Chiesa".
Anche per Crociata, "il fatto che qualche giornale o gruppo di pressione abbia intentato una campagna denigratoria, prendendo spunto da alcune notizie, non puo' far concludere che si tratti soltanto di una montatura mediatica". "D'altra parte - rileva il presule - l'emergere di casi puntuali non puo' dare adito a giudizi sommari, di per se' sempre superficiali. E' necessario, invece, attenersi il piu' possibile ai fatti, senza lasciarsi sopraffare dal clamore delle notizie ad effetto ne' da un acritico garantismo, profondamente ingiusto rispetto alle vittime, che sono nostri fratelli e sorelle nella fede e nella Chiesa".
Secondo il segretario della Cei, la pedofilia deve essere affrontata dalla Chiesa come un reato da reprimere e prevenire, una malattia da curare e un peccato da assolvere davanti al pentimento: chi e' responsabile "ha bisogno di sottoporsi alla giustizia, alla cura, alla grazia".
E la Chiesa stessa e' chiamata a un rinovamento soprattutto su tre aspetti: "una particolare diligenza nel discernimento vocazionale dei ministri e delle persone consacrate e nella loro preparazione e formazione al ministero e alla consacrazione"; "l'esercizio dell'autorita' nella Chiesa" che "assicuri permanentemente una elevata qualita' umana, spirituale, intellettuale e pastorale in chi esercita un ministero e, nello stesso tempo, vigili con senso di carita' e di responsabilita'"; la lotta a una sorta di omerta' diffusa nell'ambiente ecclesiastico, cioe' "alla tentazione dell'individualismo e della chiusura nel privato", che va superata impegnadosi a "vivere la fraternita' ministeriale, religiosa ed ecclesiale, in modo da sviluppare l'evangelica correzione fraterna" che "sostiene potentemente in quel cammino di santita', che e' il senso dell'esistenza cristiana in ogni stato di vita".
Proprio in questi giorni due importanti firme del giornalismo cattolico americano, John Allen e D. Thompson, hanno sostenuto che la Santa Sede non dice tutta la verita' su quanto ha fatto Joseph Ratzinger per tentare di sradicare il male della pedofilia perche' non vuole offuscare la reputazione di Giovanni Paolo II, il quale invece - secondo loro - non avrebbe fatto abbastanza. E questo lo proverebbe la lettera del card. Dario Castrillon Hoyos, che nel 2001 scrisse a un vescovo francese congratulandosi con lui per la mancata segnalazione di un prete pedofilo alla polizia.
Per padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede, invece la lettera rappresenta "un'altra conferma di quanto opportuna fosse l'unificazione del trattamento dei casi di abuso sessuale sui minori passando dai membri della Congregazione del Clero alla Congregazione per la dottrina della fede". E in effetti se Papa Wojtyla avesse davvero sposato la linea omertosa di Castrillon non avrebbe emanato nello stesso 2001 le norme concordate con Ratzinger.
Per Thompson quello di Lombardi sarebbe invece un modo educato per dire che Castrillon era parte del problema contro il quale l'allora cardinale Joseph Ratzinger, ora Papa Benedetto XVI, ha dovuto lottare per snellire le procedure Vaticane per trattare i casi di abuso sessuale. E questo chiarisce che Benedetto, era parte della soluzione, non del problema. Tuttavia, lo stesso ragionamento vale anche per Wojtyla, con il quale le nuove norme furono concordate e che in prima persona le ha firmate, consentendo un salto di qualita' nella lotta alla pedofilia che sta dando i suoi frutti, come tutti i dati recenti riconoscono. Nessuna legge statale persegue i rapporti sessuali con i minorenni - anche maggiori di 16 anni - con la stessa severita', nessuna fa decorrere i termini di prescrizione - 10 anni,
cioe' il doppio che in Italia - al raggiungimento del 18esimo anno della vittima. E questo sarebbe stato un Papa lassista?
Infine, alcuni organi di stampa hanno affermato in questi giorni che il card. Hans Groer si sarebbe dimesso per ragioni di eta' e non avrebbe mai perso il cardinalato, sempre perche' protetto da Papa Wojtyla. La verita' e' che Giovanni Paolo II aveva chiesto e ottenuto nel 1998 che Groer rinunciasse alle prerogative cardinalizie. L'ex arcivescovo di Vienna e presidente della Conferenza episcopale austriaca, rassegno' le sue dimissioni nell'aprile del 1995, dopo che gia' da un anno la guida della diocesi era stata affidata dal Papa a Schoenborn in qualita' di coadiutore con diritto di successione. Dopo una dichiarazione della Conferenza Episcopale Austriaca che dichiarava in modo certo la responsabilitaa' del porporato, il Papa mando' il card. Joachim Meisner, arcivescovo di Colonia, a parlare con Groer perche' firmasse le dimissioni dal cardinalato. E subito dopo attraverso la Nunziatura apostolica di Vienna, Groer pubblica un breve comunicato: "Nei tre anni passati vi sono
state numerose asserzioni spesso non corrette sulla mia persona. Io prego Dio e gli uomini di perdonarmi, se in qualche modo mi sono reso colpevole.
Naturalmente sono pronto ad acconsentire alla richiesta del Santo Padre di rinunciare all'insieme delle attivita' da me finora svolte". Groer si ritiro' poi in un convento di suore a Dresda (Germania) dove mori' nell'aprile 2003.

© Copyright (AGI)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Se i giornali non parlano di casi di pedofilia all'interno della Chiesa cattolica, ci pensano i servizi stampa vaticana, cei ecc. a rinfrescarci la memoria.
Se questo non è masochismo!

jacu

Anonimo ha detto...

Caro Jacu,
anche a me pare di condividere in pieno il tuo giudizio. Sembrava che oramai l'onda nera si fosse attenuata, ma i "neo-montanisti" all'interno del santuario (coloro che vogliono una chiesa esclusivamente di puri, come Tertulliano) continuano a rigirare il dito nella piaga. Solo il PAPA, in maniera delicata e paterna, sta aiutando tutto il clero a ravvedersi e a purificarsi. Chiaro chi non lo farà accetterà le conseguenze del suo rifiuto.
Ma si sono accorti questi puristi di come le televisioni ieri sera ed i giornali di oggi evitano assolutamente il termine "pedofilo" nei confronti del noto gallerista arrestato, che era disposto a pagare anche rapporti "con minori di 10 anni"!!!!
Poi, se non ricordo male,[sono passati 27 anni da quando feci un corso di Diritto Canonico] la legge della chiesa non è retroattiva, ed i dieci anni di prescrizione si devono intendere solamente per i delitti commessi dopo il 2001 (dopo la pubblicazione del documento della CDF) e non per i delitti commessi sino a quel momento, per i quali erano previsti solo 5 anni dal giorno in cui fu commesso l'esecrando delitto con un minore di anni 16.
Se sono nell'errata interpretazione un canonista potrebbe illuminarmi. Anzi chiedo al gestore del blog che dia opportuni consigli, anche canonici, a coloro che visitano il blog per essere correttamente informati. Altrimennti si cadrà nella generilizzazione assoluta. Grazie.
Antonio Ridolfi, un cristiano impegnato di 57 anni.