domenica 18 aprile 2010
Il Papa: Chiesa ferita dai nostri peccati. Sull’aereo per Malta: nel Vangelo la forza che risana (Muolo)
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Il Papa : Chiesa ferita dai nostri peccati
Sull’aereo per Malta: nel Vangelo la forza che risana
DAL NOSTRO INVIATO A LA VALLETTA
MIMMO MUOLO
Non tutti i mali vengono per nuocere.
Se si ha fede nella Provvidenza, «i naufragi della vita » possono diventare l’occasione di «un nuovo inizio». È accaduto 1950 anni fa a san Paolo, può accadere «oggi anche a noi».
Sull’aereo che lo porta nell’isola al centro del Mediterraneo, dove l’Apostolo trasformò la sua disavventura in un’occasione di evangelizzazione, Benedetto XVI indica così uno dei motivi principali del suo 14° viaggio fuori dall’Italia.
E nelle sue parole è possibile leggere in controluce la metafora di quanto sta succedendo in queste settimane. Il Papa , nel consueto incontro 'in volo' con i giornalisti al seguito non fa un accenno esplicito alla vicenda dei preti pedofili. Ma questa notazione, unita al passaggio in cui egli accenna al Corpo della Chiesa, «ferito dai nostri peccati» e comunque «amato da Cristo» che lo risana con il suo Vangelo, può essere interpretata in tal senso.
Non è come le altre volte un vero e proprio question time il tempo che papa Ratzinger dedica alla sua conferenza stampa ad alta quota. Prima della partenza, il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, che lo saluta a nome di tutti e gli fa gli auguri per il compleanno del giorno prima e per l’anniversario dell’elezione (che ricorre domani), gli ha fatto pervenire le domande. E così Benedetto XVI rivolge ai giornalisti un breve discorso a braccio che risponde alle questioni principali.
Compresa quella del flusso di immigrati da «accogliere ignitosamente ». «Auguriamoci – esordisce il Papa in riferimento all’eruzione del vulcano islandese – un buon viaggio senza questa nuvola oscura che sta sopra parte dell’Europa ». All’altra nuvola, quella del peccato di alcuni consacrati, che grava invece sull’intera comunità ecclesiale, come detto, il Pontefice non accenna direttamente. Ma ricordando che «Malta festeggia il 1950 anniversario del naufragio di san Paolo», sottolinea che dopo l’Anno Paolino, «questa è ancora una volta l’occasione di mettere in luce la grande figura dell’Apostolo delle genti» e il suo messaggio «che si può sintetizzare con le parole che lui stesso ha scritto alla fine della lettera ai Galati: fede operante nella carità. Questa è importante anche oggi: la fede, la relazione con Dio che si trasforma in carità ». Quindi il Papa accenna al tema del naufragio dell’Apostolo. «Da quell’evento – dice – per Malta è nata la fortuna di avere la fede. Dunque possiamo pensare che i naufragi della vita possono far parte del progetto di Dio su di noi e possono anche essere utili per un nuovo inizio nella nostra vita».
Benedetto XVI si dichiara felice di incontrare una «Chiesa vivace» come quella di Malta, «che è feconda nelle vocazioni anche in un tempo pieno di sfide come il nostro». Cristo, aggiunge il Pontefice, «ama la sua Chiesa che è il suo Corpo». E la Chiesa a sua volta sa «che anche se questo Corpo è ferito dai nostri peccati, il Signore ama questa Chiesa e il suo Vangelo è la vera forza che purifica e guarisce ».
Infine il Papa fa riferimento al dramma dei profughi. Proprio a Malta, dice, essi «arrivano dall’Africa e bussano alle porte dell’Europa ». «Un grande problema del nostro tempo, che non può essere risolto» solo in chiave locale. «Tutti dobbiamo rispondere a questa sfida – afferma Benedetto XVI – impegnandoci perché la gente possa vivere un’esistenza dignitosa nella propria terra» e d’altra parte perché, «dovunque arrivino, i profughi trovino in ogni caso uno spazio di vita altrettanto dignitosa». «Questa è la sfida – conclude – . E Malta, mentre ce lo ricorda, ci dice anche che la fede è la forza che dona la carità e anche la fantasia per rispondere bene a queste sfide».
© Copyright Avvenire, 18 aprile 2010
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