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GIACOMO GALEAZZI
CITTÀ DEL VATICANO
Mai più coperture per i preti pedofili. Oggi il Papa, con un messaggio in piazza San Pietro, si unirà alla battaglia delle associazioni cattoliche contro gli abusi sessuali sui minori, mentre il suo portavoce, Padre Federico Lombardi, fa piazza pulita delle teorie del complotto anti-Chiesa: «Questo è tempo di verità, di trasparenza e di credibilità. Il segreto e la riservatezza, anche nei loro aspetti positivi, non sono valori coltivati nella cultura di oggi. Bisogna essere in grado di non avere nulla da nascondere».
Lo scandalo pedofilia sta scuotendo la Chiesa mondiale e «i prezzi che stiamo pagando dimostrano che la nostra testimonianza deve andare decisamente nella linea del rigore, della coerenza fra ciò che diciamo e ciò che siamo, del rifiuto di ogni ipocrisia e doppiezza», ha detto padre Lombardi al convegno Cei «Testimoni digitali».
I media devono «portare la gioia della verità e della lealtà» e «essere testimoni credibili per ciò che diciamo e facciamo: la situazione che viviamo è estremamente esigente e ci chiede di essere assolutamente veritieri e credibili». «Chi ama la Chiesa sia molto responsabile di fronte agli altri e alla comunità in un tessuto di rapporti di rispetto e carità, di attenzione al magistero e all’autorità legittima della Chiesa», precisa Lombardi, che in una fase di crisi nella «governance» vaticana ha ormai assunto un ruolo centrale nella lotta del Pontefice contro gli insabbiamenti di settori della Curia e degli episcopati nazionali.
Adesso bisogna «mettersi nel punto di vista dell’altro, capirne le domande e la mentalità, per fare un cammino insieme». In questi mesi difficili «bisogna capire da quanto lontano viene la domanda che ci viene rivolta» perché «quelle che per noi sono risposte evidenti, chiare e semplici, non lo sono per chi viene da premesse e attese così differenti». È necessario, avverte Lombardi, «incontrare e dialogare sinceramente con tutti gli uomini di buona volontà che ancora non conoscono Cristo e che magari sono alla ricerca».
Ieri il Papa ha messo in guardia dall’«inquinamento dello spirito».
La «barca della Chiesa», assicura Benedetto XVI, è pronta a «prendere il largo nel mare digitale», nuovo confine del mondo conosciuto, ma senza alcuna «fiducia acritica» nei nuovi media, e stando ben attenta a contrastare i rischi che può comportare un mezzo «senza volto». I vertici della Cei, Bagnasco e Crociata gli hanno assicurato l’impegno della Chiesa (messa a dura prova dalla «oscurità di Dio» e dallo «svuotamento delle anime») nel «mostrare agli uomini del nostro tempo, e all’umanità smarrita di oggi che Dio è vicino, e che in Cristo tutti ci apparteniamo a vicenda». Il direttore di «Avvenire», Tarquinio, stigmatizza gli «attacchi ingiustificati» che hanno costretto alle dimissioni il suo predecessore Boffo: «Per 15 anni ha dato nuova fisionomia ai media cattolici e davanti a un chiaro esempio di manipolazione si è fatto da parte per non esporre il giornale e la Chiesa».
© Copyright La Stampa, 25 aprile 2010
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