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Su segnalazione di Alessia leggiamo:
Vian: “Non riusciamo a far comprendere la nostra battaglia”
di Giacomo Galeazzi
«E’ in atto un’imponente campagna mediatica mentre ci sono problemi a far conoscere all’opinione pubblica tutto ciò che la Chiesa fa contro gli abusi del clero».
Il direttore dell’Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian è finito ieri per un’ora e mezza sotto il fuoco di fila dei giornalisti stranieri, mentre all’ultimo istante quelli italiani sono stati lasciati fuori con una decisione senza precedenti nell’informazione vaticana.
Sullo sfondo, la denuncia della «campagna orchestrata dai mass media contro il pontificato e la Santa Sede facendo leva sull’ostilità anticattolica e su vicende legate al sesso».
Negli ultimi tempi proprio l’Osservatore Romano è finito nella bufera per il risalto con cui ha pubblicato l’omelia del venerdì santo del predicatore pontificio padre Raniero Cantalamessa (contestatissima dalle associazioni ebraiche mondiali) e per l’altrettanto discussa intervista nella quale il cardinale Angelo Sodano, decano del Sacro Collegio, paragonava le attuali critiche a Benedetto XVI sugli abusi del clero agli attacchi subiti da Pacelli per il silenzio sull’Olocausto.
La Curia «è con il Papa e non ci sono servi infedeli», assicura Vian. Quanto al segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone «non si può dire che non sappia governare». Pur con uno stile personale «molto diverso da quello del suo predecessore Karol Wojtyla», Benedetto XVI «è un grande comunicatore e la sua gestione dell’emergenza-pedofilia è esemplare», sostiene Vian, secondo cui «la Chiesa è la sola istituzione che aggredisce in maniera seria una piaga che riguarda l’intera società». Di fronte agli scandali in Europa e negli Stati Uniti, Joseph Ratzinger «ha condannato inequivocabilmente le colpe dei responsabili e l’inadeguatezza e impreparazione delle gerarchie
ecclesiastiche».
Grazie alle norme introdotte all’inizio degli anni Duemila, puntualizza il direttore del giornale della Santa Sede, «il fenomeno era praticamente scomparso e nel 2009 negli Stati Uniti i casi erano scesi ad una dozzina». Poi racconta: «Ho visto il Santo Padre venerdì a Castel Gandolfo ed era tranquillissimo e in piena forma».
Vian ha risposto con una battuta («ma pensate che io sia stupido?») a chi gli chiedeva conto delle ipotesi che lo vedrebbe come «mandante» dell’aggressione giornalistica che ha portato alle dimissioni del direttore di «Avvenire» Boffo.
Poche ore dopo, don Fortunato Di Noto, presidente dell’associazione Meter contro la pedofilia rilancia la tesi di Vian della cospirazione dei mass media. «Da un mese non si fa altro che parlare di sacerdoti pedofili mentre la lotta delle associazioni contro gli abusi minori passa del tutto inosservata», protesta don Di Noto. E aggiunge:«Nell’ultima settimana abbiamo denunciato 500 siti pedo-pornografici ma abbiamo anche fatto segnalazioni dettagliate su situazioni delicatissime giunte al numero verde nazionale». La disattenzione generale sull’azione ecclesiale è «la conferma dell’azione strumentale contro la Chiesa nei riguardi della pedofilia». Infatti, «la Chiesa sta reagendo in maniera molto chiara, trasparente ed evidente, mentre non si spende una parola per gli «abusatori a viso aperto che stuprano i bambini, anche neonati e si fanno riprendere in video e in foto, visibili a tutti».
© Copyright La Stampa, 13 aprile 2010 consultabile online anche qui.
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