martedì 18 maggio 2010

Giuliano Ferrara: La soli­darietà che ha manifestato al Papa non è un atto politico o po­lemico, ha un contenuto spiri­tuale (Liut)


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Su segnalazione di Alessia ed Eufemia leggiamo:

Una piazza capace di parlare a tutti

«Originalità e silenzio: lo stile di una folla senza polemiche»

Il direttore de «Il Foglio»: «Così quelle persone hanno interrotto il brusio mediatico»

DI MATTEO LIUT

Anche se abituato a una lotta di «militanza», Giuliano Ferrara, diret­tore del Foglio si dice affascina­to dall’evento di domenica scor­sa in piazza San Pietro.

Da dove nasce questo fascino?

Sono stregato da questa idea di silenzio che il popolo cattolico ha proposto a tutti noi. La soli­darietà che ha manifestato al Papa non è un atto politico o po­lemico, ha un contenuto spiri­tuale che è il pri­mo passo della ri­conciliazione, del­la penitenza, del­la espiazione. Si è visto che quella grandissima folla, aveva un rappor­to vero, costituti­vo, con il tema del peccato, che è il tema scomparso del mondo mo­derno. Mi è pia­ciuto molto il fat­to che non fosse una manifestazio­ne ma una pre­senza. Per il mio stile di 'interlocu­zione con il mon­do' sono sinto­nizzato su un’altra lunghezza d’on­da: sono per la polemica, per la resistenza, considero ogni ele­mento di resa in modo malin­conico, sono militante: sono u­no che scrive, che ha fatto tele­visione. E poi sono uno che sta fuori dalla Chiesa e quindi non conosce i confessionali e quel­l’aura che c’è dentro la spiritua­lità cattolica seriamente intesa. Però, anche se non è la mia 'materia', mi piace, mi affasci­na. Quando vedo questo Papa, che adoro e che sa anche suo­nare tutta la tastiera della spiri­tualità, vedo il tipo di affetto che si riversa su di lui e questo tipo di solidarietà non polemica penso che questo sia già il pri­mo passo vittorioso del suo ma­gistero.

È stata usata l’immagine dei fi­gli attorno al padre. Che effet­to le fa quest’immagine?

Non è male: ricorda lo stringer­si attorno alla radice della pro­pria identità. Quindi non è ne­cessario dimostrare niente: bi­sogna solo esperire qualcosa che nel silenzio è perfino più fa­cile esperire.

Da professionista della comu­nicazione, non le pare che alle volte i media imbocchino stra­de diverse da quelle seguite dalla gente?

In un certo senso sì. È bello questo distacco dal cir­cuito mediatico, la capacità di inter­rompere il 'bru­sìo'. È un popolo che ha un pastore il quale dice 'guardiamoci dentro': gli si rac­coglie attorno, e invece di mostrar­si si guarda den­tro. Ma non è sta­ta una manifesta­zione di chiusura autoreferenziale, perché nel mo­mento in cui que­sto dovesse succe­dere il mondo perderebbe una delle sue grandi agenzie di cul­tura e di spiritualità.

Perché tanta difficoltà oggi a capire lo stile della Chiesa?

Tutto il vivere moderno è im­postato su criteri che cozzano radicalmente con tutto ciò che la Chiesa rappresenta. Dome­nica scorsa piazza San Pietro dava il segno dell’originalità e dell’unicità della Chiesa. Nes­sun altro avrebbe saputo fare u­na cosa del genere: manifesta­re un così forte riconoscimento di autorevolezza a un padre se­gnalato non dalla sottomissio­ne ma da una comunione si­lenziosa.

© Copyright Avvenire, 18 maggio 2010

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Questo il link all'articolo di Burini sul Foglio. Vedrai che "perle" il repubblicones Prosperi.
http://www.ilfoglio.it/soloqui/5179
Alessia

Anonimo ha detto...

Ferrara scrive: "Tutto il vivere moderno è im­postato su criteri che cozzano radicalmente con tutto ciò che la Chiesa rappresenta."
Una tale affermazione da una delle penne più attente e più acute del panorama giornalistico italiano, per giunta dichiarandosi ripetutamente 'non credente' anche se interessato alla fede, credo sia una dichiarazione patente che il Papa, e la Chiesa che Egli rappresenta, è sulla strada giusta. Infatti leggo nel Vangelo di Giovanni cap. 15, 19: Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia.

Anonimo ha detto...

e quel prof Prosperi lì è uno storico?
il suo ragionare a me pare il pensare conformista della sinistra-chic della intellighenzia post sessantottina: d'altronde insegna a Pisa! Davvero 'non ti curar di loro, tu guarda e passa!'
Un vecchio laureato in storia medievale Università di Bologna

Anonimo ha detto...

Dulcis in fundo il link alla terza e ultima parte dell'inchiesta di Rodari.
http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa201005/100518rodari.pdf
Alessia

laura ha detto...

Non so quanti cattolici abbiano compreso, come Ferrara, lo spiito che animava le persone presenti a San Pietro domenica. E' proprio vero che il Signore non ha bisogno dei sacramenti per salvare un'anima e che la rivelazione è per tutti. Siamo noi che ci fermiamo alla forma. L'uomo vede l'apparenza, ma il Signore guarda il cuore