martedì 25 maggio 2010
Il card. Bagnasco ha notato come in tutta la vicenda dei preti pedofili sia sempre più emersa la grandezza di Benedetto XVI (Marco Doldi)
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CARD. ANGELO BAGNASCO - La ferita e la forza
La tragedia della pedofilia nelle parole del presidente della Cei
Marco Doldi
“Veniamo da una stagione particolarmente carica di sofferenza” così il card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, ha ricordato ai vescovi italiani gli ultimi mesi, fortemente segnati dal dramma della pedofilia. Tuttavia, non è lecito cedere al pessimismo: i peccati di alcuni né sminuiscono, né mettono in crisi la missione evangelizzatrice e santificante della Chiesa. Se essa portasse avanti sé stessa, in certi frangenti, potrebbe vacillare; ma, dal momento che si sforza di aprirsi alla presenza dello Spirito diviene segno della consolante vicinanza di Dio al mondo. Sperimenta la presenza del Signore Gesù, che è il testimone fedele del Padre e l’amico dell’uomo. La forza della Chiesa è di ordine soprannaturale e proviene da Colui che ha dato sé stesso per santificarla. In questo modo, essa guarda al suo interno, valutando le luci e le ombre.
Che la pedofilia sia stata un’ombra è un fatto innegabile, ma che essa non sia stata adeguatamente considerata è altrettanto vero. Questo, nonostante il tanto spazio nei giornali e nei mezzi di comunicazione.
Il presidente della Cei ha voluto quasi porre i confini corretti, entro i quali valutare la questione. Intanto, ha notato come in tutta la vicenda sia sempre più emersa la grandezza di Benedetto XVI, che con il suo stile diretto, ha affrontato il dramma in prima persona. Lo aveva fatto da Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede con opportuni provvedimenti, lo sta facendo da Papa. “Pietro si è messo avanti a noi e si è caricato, per primo lui, la croce. Il Papa ci precede e con mano ferma e paterna non cessa di indicare alla Chiesa il proprio centro − Cristo −, a richiamarla con la parola e l’esempio, verso quella santità di vita, che è vocazione di ogni battezzato e, innanzitutto, di ogni ministro di Dio”. Con coraggio ha invitato a fare penitenza per i peccati commessi, ha detto di prendere coscienza del male fatto e della necessità di ripararvi. Ma, nello stesso tempo, ha incoraggiato i colpevoli ad avere fiducia nella grazia divina.
Per il card. Bagnasco l’attenzione della Chiesa è, in primo luogo, per le vittime: a loro vanno tutto il dolore, il profondo rammarico e la cordiale vicinanza per aver subìto ciò che è peccato grave e crimine odioso. L’attenzione, poi, deve essere posta a considerare adeguatamente la persona, che ha abusato di minori: è troppo semplice colpevolizzare e basta. Occorre la giustizia, ma anche l’aiuto della terapia e della grazia. “Tutte e tre - ha detto il cardinale - sono necessarie, e senza confusioni o mistificazioni tra loro”. La pena inflitta per il delitto non guarisce automaticamente né conferisce il perdono, come – all’inverso – il perdono del peccato non guarisce automaticamente la malattia né sostituisce la giustizia, e, così, la cura non sostituisce la pena, tanto meno può rimettere il peccato. La Chiesa è giunta oggi a questa consapevolezza.
Nello stesso tempo, occorre un generale impegno per la tutela dei minori, a 360 gradi. Sembra che negli ultimi mesi ci sia dimenticati delle continue violenze, subìte da questi in ogni parte del mondo. Si pensi alla spersonalizzazione, cui è soggetta l’infanzia nella rete del web, sia nella pubblicistica corrente, sia in taluni programmi televisivi. Continua, poi, il turismo sessuale da parte di occidentali in Paesi dell’Estremo Oriente. Ancora, vivono bene le multinazionali della pornografia, che ha come oggetto i bambini. In un passato, non troppo lontano, taluni nel nord Europa avrebbero, addirittura, voluto dare dignità politica alla pratica della pedofilia. E, più in generale, oggi si assiste ad un’esasperazione della dimensione della sessualità, ostentata in maniera quasi ossessiva, con il risultato di produrre effetti indesiderati sugli atteggiamenti delle persone, in particolare su quelle psicologicamente più fragili ed esposte. Come si vede, purtroppo, il dramma della pedofilia ha contorni ben più ampi, che quelli di seppure gravi fatti isolati. Questi dati così diffusi non possono lasciare indifferenti coloro che hanno una diretta responsabilità civile e sociale. La Chiesa continua a fare la sua parte. C’è una bussola che la guida, ha ricordato il card. Bagnasco: il mistero incomprimibile insito in ogni persona, sacrario inviolabile e vocazione alla trascendenza. Consapevole della fiducia della gente, vigilerà con molta attenzione sulla funzione educativa, che esercita. Continuerà a formare con impegno i suoi preti, indicando loro la grandezza e la bellezza del ministero, cui sono chiamati. La storia ha voluto che il dramma della pedofilia affiorasse, mentre la Chiesa sta celebrando l’Anno sacerdotale. All’inizio si è avvertito uno smarrimento; con il tempo, però, le cose sono cambiate e la consapevolezza di questi delitti ha aumentato ovunque l’impegno per una maggiore coerenza ed una santità più convinta. Ferita, la Chiesa ha saputo rialzarsi e riprendere il cammino con Pietro e i vescovi sempre più uniti.
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