martedì 25 maggio 2010

Card. Bagnasco: sulla pedofilia la Chiesa italiana ha adottato, in piena sintonia con Benedetto XVI, la linea della trasparenza e del rigore


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Pedofilia, il cardinale rassicura le famiglie

Promette "attenzione e provvedimenti"

Angela Crescenti

ROMA
È tempo di pre-iscrizioni nelle scuole, comprese quelle cattoliche, e di decidere a chi affidare l'8 per mille dell'Irpef. Lo scandalo dei preti pedofili rischia di avere riflessi negativi e di turbare le coscienze. «Noi Chiesa faremo di tutto per meritare sempre, e sempre di più, la fiducia che generalmente ci viene accordata anche da genitori non credenti o non frequentanti», ha promesso il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, aprendo i lavori della 61. Assemblea generale dei vescovi italiani, con una relazione dedicata prevalentemente (sei pagine su 11) al dramma degli abusi su minori compiuti da ecclesiastici.
Il porporato ha voluto innanzitutto rassicurare le famiglie italiane. «Non risparmieremo attenzione, verifiche, provvedimenti; non sorvoleremo su segnali o dubbi; non rinunceremo a interpretare, con ogni premura e ogni scrupolo necessari, la nostra funzione educativa», ha promesso.
«Qui – ha incalzato – è la nostra missione, rispetto alla quale non possiamo distrarci né deludere. Sulla integrità dei nostri preti, del nostro personale religioso, dei nostri ambienti, noi non possiamo transigere perchè essa sta al cuore delle nostre scelte di dedizione al Signore e di servizio ai fratelli».
Casi di «indegnità», ha ammesso Bagnasco, «sono emersi» anche in Italia e «Dio non voglia, potranno ancora emergere»; tuttavia «non possono oscurare il luminoso impegno che il clero italiano nel suo complesso, da tempo immemore, svolge in ogni angolo del Paese».
Né far dimenticare il fatto che, sulla vicenda pedofilia, la Chiesa italiana ha adottato, in piena sintonia con Benedetto XVI, la linea della trasparenza e del rigore, ed ha «imparato e impara a non avere paura della verità, anche quando è dolorosa e odiosa, a non tacerla o coprirla».
I vescovi italiani – ha detto Bagnasco – non hanno mai «sottovalutato» la piaga degli abusi sui minori, ma ora ne comprendono in maniera più profonda le dimensioni e le conseguenze. La prima attenzione della Chiesa, ha spiegato il porporato, è per le vittime; quanto ai colpevoli, il perdono e le cure non possono essere mai disgiunti dalla giustizia.
Il problema pedofilia, ha tuttavia puntualizzato il presidente della Cei, riguarda l'intera società: basti pensare al turismo sessuale, alla pornografia che domina sul web e che rischia di dilagare, attraverso le frequenze del digitale terrestre, anche in televisione. L'allarme deve essere generale, ad avviso dei vescovi. Altrimenti è «ipocrisia».

© Copyright Gazzetta del sud, 25 maggio 2010

Cei, Bagnasco esorta all'impegno comune

L'auspicio di una politica per le famiglie senza la quale l'Italia andrà verso «un lento suicidio demografico»

Fausto Gasparroni
ROMA

Di fronte a una crisi economica «sorprendentemente tenace», serve un impegno comune «di ogni parte politica», e soprattutto servono «riforme che producano crescita», per affrontare efficacemente l'emergenza-lavoro, e una «politica orientata ai figli» – con provvedimenti come il quoziente familiare – senza la quale l'Italia andrà incontro a «un lento suicidio demografico».
Ha usato toni drammatici il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, aprendo in Vaticano i lavori della 61. assemblea generale dei vescovi italiani, nel suo appello per un impegno bipartisan contro gli effetti della crisi e per politiche adeguate a favore della famiglie e dell'occupazione.
Oltre il 50% delle famiglie oggi è senza figli, quelle con figli per quasi la metà ne hanno uno solo, il resto due e solo il 5,1% ne ha tre o più: è quanto fa dire a Bagnasco, nella prolusione, che «l'Italia sta andando verso un lento suicidio demografico», contro il quale «urge una politica che sia orientata ai figli, che voglia da subito farsi carico di un equilibrato ricambio generazionale». Il capo dei vescovi chiede «ai responsabili della cosa pubblica» iniziative urgenti e incisive», e anche se c'è la crisi «questo è paradossalmente il momento per farlo», perdurando «una condizione di pesante difficoltà economica» dalla quale bisogna tentare di uscire attraverso parametri sociali nuovi e coerenti». Per Bagnasco, è il quoziente familiare «l'innovazione che si attende e che può liberare l'avvenire della nostra società».
Il lavoro «è tornato ad essere una preoccupazione che angoscia e per la quale chiediamo un supplemento di sforzo e di cura all'intera classe dirigente del Paese: politici, imprenditori, banchieri e sindacalisti». Bagnasco sottolinea come i provvedimenti adottati in sede Ue «hanno da un lato – pare – arrestato lo scivolamento verso il peggio, dall'altra però stanno imponendo nuove ristrettezze a tutti i cittadini». L'appello ai «responsabili di ogni parte politica» è a «voler fare un passo in avanti» puntando al «responsabile coinvolgimento di tutti nell'opera che si presenta sempre più ardua».
E se si dice che «l'uscita dalla crisi non significherà nuova occupazione», questa è «una ragione decisiva» per procedere «senza indugi» a «riforme che producano crescita», a mettere in campo risorse per gli investimenti, a sostenere le pmi, l'artigianato, la ricerca, il turismo, l'agricoltura, il mondo cooperativistico.
«L'unità del Paese resta una conquista e un ancoraggio irrinunciabili – ha detto Bagnasco –: ogni auspicabile riforma condivisa, a partire da quella federalista, per essere un approdo giovevole, dovrà storicizzare il vincolo unitario e coerentemente farlo evolvere per il meglio di tutti».
Il capo dei vescovi ha ripetuto che la Chiesa non risparmierà «energie morali né culturali» per partecipare al «significativo anniversario» dei 150 anni dell'Unità d'Italia. «È l'interiore unità e la consistenza spirituale del Paese ciò che a noi vescovi oggi preme», ha detto Bagnasco, secondo cui i cattolici «continueranno a sentirsi, oggi come ieri, oggi come nel 1945 all'uscita dalla guerra, oggi come nel 1980, nella fase più acuta del terrorismo, tra i soci fondatori di questo Paese».
Il presidente della Cei, per il quale nella storia unitaria e anche nella «questione romana» «la Provvidenza guidò gli eventi», ha anche auspicato che «i 150 anni dall'Unità d'Italia si trasformino in una felice occasione per un nuovo innamoramento dell'essere italiani, in una Europa saggiamente unita e in un mondo equilibratamente globale».
Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha commentato: «Condivido le parole di Bagnasco, sulla centralità della famiglia. Il Comune di Roma si è già attivato in questa direzione, a partire dal quoziente familiare. La settimana scorsa, insieme a Parma, Varese e Bari, a cui si sono unite altre città, abbiamo dato vita al network di città per la famiglia».
Per il responsabile Welfare del Pd Giuseppe Fioroni: «Le parole del cardinale Bagnasco sul reale stato di sofferenza delle famiglie e dei lavoratori fanno giustizia della negazione della crisi che sin qui il governo ha portato avanti. Per queste parole non servono commenti plaudenti della maggioranza: servono risorse vere da stanziare, un fisco equo e un impegno serio del Parlamento».

© Copyright Gazzetta del sud, 25 maggio 2010

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