sabato 29 maggio 2010

Il Papa: esprimo profonda stima al nobile popolo cinese. Matteo Ricci ricordato in Cina come Marco Polo (Izzo)


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Il Papa: "La storia delle missioni cattoliche comprende figure di grande statura per lo zelo e il coraggio di portare Cristo in terre nuove e lontane, ma P. Ricci è un caso singolare di felice sintesi fra l’annuncio del Vangelo e il dialogo con la cultura del popolo a cui lo si porta, un esempio di equilibrio tra chiarezza dottrinale e prudente azione pastorale" (Discorso)

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PAPA: ESPRIMO PROFONDA STIMA AL NOBILE POPOLO CINESE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 29 mag.

"Anch'io, come P. Matteo Ricci, esprimo oggi la mia profonda stima al nobile popolo cinese e alla sua cultura millenaria, convinto che un loro rinnovato incontro con il Cristianesimo apportera' frutti abbondanti di bene, come allora favori' una pacifica convivenza tra i popoli".
Lo ha detto il Papa ricordando a 400 anni dalla morte la figura del grande gesuita di Macerata che fu il primo evangelizzatore della Cina.
"La storia delle missioni cattoliche comprende figure di grande statura per lo zelo e il coraggio di portare Cristo in terre nuove e lontane, ma padre Ricci - ha osservato Papa Ratzinger rivolto agli ottomila fedeli presenti oggi nell'Aula Nervi - e' un caso singolare di felice sintesi fra l'annuncio del Vangelo e il dialogo con la cultura del popolo a cui lo si porta, un esempio di equilibrio tra chiarezza dottrinale e prudente azione pastorale".
Caratterizzo' infatti il suo ministero "l'assunzione dello stile di vita e degli usi delle classi colte cinesi, frutto di studio e di esercizio paziente e lungimirante" che ne fece "il Maestro del grande Occidente". Secondo il Pontefice, "l'ammirazione verso padre Ricci non deve, pero', far dimenticare il ruolo e l'influsso dei suoi interlocutori cinesi. Le scelte da lui compiute non dipendevano da una strategia astratta di inculturazione della fede, ma dall'insieme degli eventi, degli incontri e delle esperienze che andava facendo, per cui cio' che ha potuto realizzare e' stato grazie anche all'incontro con i cinesi; un incontro vissuto in molti modi, ma approfonditosi attraverso il rapporto con alcuni amici e discepoli, specie i quattro celebri convertiti, che furono i pilastri della nascente Chiesa cinese". Tra questi il Papa teologo oggi ha voluto ricordare in particolare il piu' famoso che e' Xu Guangqi, nativo di Shangai, letterato e scienziato, matematico, astronomo, studioso di agricoltura, giunto ai piu' alti gradi della burocrazia imperiale, uomo integro, di grande fede e vita cristiana, dedito al servizio del suo Paese, e Li Zhizao che pote' aiutare padre Ricci nella realizzazione delle ultime e piu' sviluppate edizioni del mappamondo, che avrebbe dato ai cinesi una nuova immagine del mondo.
"E' giusto - ha spiegato - associare a padre Matteo Ricci anche i suoi grandi amici cinesi, che con lui condivisero l'esperienza di fede". "Il ricordo di questi uomini di Dio dediti al Vangelo e alla Chiesa, il loro esempio di fedelta' a Cristo, il profondo amore verso il popolo cinese, l'impegno di intelligenza e di studio, la loro vita virtuosa, siano - ha auspicato - occasione di preghiera per la Chiesa in Cina e per l'intero popolo cinese, come facciamo ogni anno, il 24 maggio, rivolgendoci a Maria Santissima, venerata nel celebre Santuario di Sheshan a Shangai; e siano anche di stimolo ed incoraggiamento a vivere con intensita' la fede cristiana, nel dialogo con le diverse culture, ma nella certezza che in Cristo si realizza il vero umanesimo, aperto a Dio, ricco di valori morali e spirituali e capace di rispondere ai desideri piu' profondi dell'animo umano". Il Pontefice ha anche pronunciato un breve saluto in lingua cinese. Con il vescovo di Macerata Claudio Giuliodori che ha accolto erano presenti gli altri presuli delle Marche e il preposito generale dei gesuiti, padre Adolfo Nicolas.

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PAPA: MATTEO RICCI RICORDATO IN CINA COME MARCO POLO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 29 mag.

"Solo due personaggi stranieri sono ricordati in Cina: Marco Polo e padre Matteo Ricci". Lo ha detto il Papa parlando in occasione del quarto centenario della morte del missionario gesuita di Macerata, che e' stato il primo evangelizzatore della Cina.
"Di quale stima fosse circondato nella capitale cinese e nella stessa corte imperiale" del XVI secolo questo straordinario missionario "ne e' segno - ha ricordato Papa Ratzinger - il privilegio straordinario che gli fu concesso, impensabile per uno straniero, di essere sepolto in terra cinese". Ed anche oggi e' possibile venerare la sua tomba a Pechino, opportunamente restaurata dalle Autorita' locali", mentre nel "Museo del Millennio" di Pechino "solo due stranieri sono ricordati fra i grandi della storia della Cina: Marco Polo e padre Matteo Ricci". In questi giorni, inoltre, padre Ricci e' "testimonial" dell'Italia all'expo di Shangai.
"Le molteplici iniziative promosse in Europa e in Cina per onorare padre Ricci - ha commentato il Pontefice - mostrano il vivo interesse che la sua opera continua a riscuotere nella Chiesa e in ambienti culturali diversi".
Per il Papa teologo, "l'opera di questo missionario presenta due versanti che non devono essere separati: l'inculturazione cinese dell'annuncio evangelico e la presentazione alla Cina della cultura e della scienza occidentali".
"Spesso - ha osservato - gli aspetti scientifici hanno riscosso maggiore interesse, ma non bisogna dimenticare la prospettiva con cui padre Ricci e' entrato in rapporto con il mondo e la cultura cinesi: un umanesimo che considera la persona inserita nel suo contesto, ne coltiva i valori morali e spirituali, cogliendo tutto cio' che di positivo si trova nella tradizione cinese e offrendo di arricchirlo con il contributo della cultura occidentale ma, soprattutto, con la sapienza e la verita' di Cristo". "Nel pensiero e nell'insegnamento di padre Ricci scienza, ragione e fede trovano una naturale sintesi: 'Chi conosce il cielo e la terra - ha aggiunto il Pontefice - citando la prefazione alla terza edizione del mappamondo - puo' provare che Colui che governa il cielo e la terra e' assolutamente buono, assolutamente grande e assolutamente uno. Gli ignoranti rigettano il Cielo, ma la scienza che non risale all'Imperatore del Cielo come alla prima causa, non e' per niente scienza".

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