venerdì 28 maggio 2010
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Il Pontefice ai detenuti maltesi
Liberi anche dietro le sbarre
"Prego affinché possiate trovar conforto nel sapere che condividete la condizione dello stesso san Paolo, il quale, benché prigioniero, ebbe la libertà di rallegrarsi nel Signore".
Sono parole di carità e di speranza che confermano lo stile pastorale di Benedetto XVI. Le aveva indirizzate a un gruppo di detenuti maltesi alla vigilia del suo viaggio nel piccolo arcipelago del Mediterraneo, compiuto il 17 e 18 aprile scorsi. Il messaggio è stata la risposta a una sollecitazione giunta alla nunziatura apostolica in Malta dal Corradino correctional facility - che si trova a Paola - in cui si confidava che Benedetto XVI potesse auspicare un provvedimento di clemenza da parte del Governo.
Firmata da 330 dei 570 reclusi nella struttura, la petizione è stata resa nota dall'associazione From Darkness to Light, "Dal buio alla luce". Nella sua risposta, datata 13 aprile, Papa Ratzinger ha spiegato ai detenuti quanto desiderasse far giungere loro il più profondo apprezzamento per i sentimenti espressi e per il sostegno delle loro preghiere.
Quindi ha assicurato di voler ricordare, durante il pellegrinaggio, "quanti, in qualsiasi modo soffrono: i malati, gli anziani, coloro che sono costretti a rimanere in casa e chi è in carcere". Infine, ha invocato su detenuti e familiari l'intercessione di san Paolo, l'apostolo che proprio da prigioniero in viaggio verso Roma per essere processato, in seguito al naufragio dell'imbarcazione che lo conduceva verso la capitale dell'impero, riparò a Malta e la evangelizzò.
Nonostante la stampa internazionale abbia parlato della visita quasi esclusivamente nell'ottica dell'incontro tra il Papa e le vittime di abusi sessuali da parte del clero, il pellegrinaggio di Benedetto XVI ha avuto un enorme successo, tanto che continua ad avere spazi0 sui mezzi di comunicazione locali.
"Il vero protagonista - ci ha detto l'arcivescovo di Malta, monsignor Paul Cremona - è stata la gente. I media, che continuano a parlare della visita del Papa, hanno potuto verificare la realtà del popolo di Malta e di Gozo", cattolico per il 98 per cento. "Ora tutte le persone che erano presenti hanno la responsabilità di attirare altri verso la Chiesa - ha aggiunto il presule - e di offrire loro un'esperienza che li incoraggi a rimanere con noi. Questo compito è anzitutto di noi vescovi e dei sacerdoti - ha concluso - ma si estende all'intera comunità: ognuno può dare il proprio contributo per far sì che lo stesso clima che si respirava durante la visita papale possa essere esteso alla vita quotidiana".
Intanto a conferma dell'attenzione del Pontefice verso il mondo delle carceri, ci sarà a breve l'incontro con gli ospiti della Casa circondariale di Sulmona, nel contesto del viaggio nella cittadina abruzzese, in programma il 4 luglio.
Un'opera di misericordia, che si aggiunge alla visita al carcere minorile romano di Casal del marmo del 18 marzo 2007.
(©L'Osservatore Romano - 29 maggio 2010)
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