mercoledì 5 maggio 2010

Le vittime di Cantini (già "spretato" da Benedetto XVI) scrivono al Papa. La replica della curia fiorentina: «Mai chiesta udienza a Betori»


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Don Cantini, le vittime si appellano al Papa

MARIA CRISTINA CARRATÙ

PERCHÉ la pulizia che la Chiesa sta facendo al suo interno ha risparmiato Firenze? Perché, dall' Irlanda all' America, i vescovi che hanno coperto preti pedofili sono stati costretti a lasciare i loro incarichi, e qui, dove è ancora aperta la ferita degli abusi di don Lelio Cantini, i vertici della Diocesi considerano chiuso un caso che in realtà non lo è affatto? E perché l' arcivescovo Giuseppe Betori non ha mai sentito il bisogno di incontrare le vittime, mentre ha confermato vicario generale il vescovo ausiliare Claudio Maniago, il primo che ha saputo degli abusi, e che ha cercato di mettere tutto a tacere? Sono le domande contenute in una lettera che le vittime dell' ex parroco della Regina della pace, ridotto allo stato laicale da Benedetto XVI nell' ottobre 2008, hanno appena inviato al Papa, al prefetto della Congregazione per la dottrina della fede William Jospeh Levada e al promotore di giustizia della congregazione Charles Scicluna, confortati dal nuovo corso che la Santa Sede sembra aver imboccato in materia di preti pedofili. Le vittime sono convinte che la sola condanna di don Cantini non basti, e che "un capro espiatorio" rischi di far passare sotto silenzio "responsabilità oggettive" che "devono invece ugualmente venire alla luce e ottenere la giusta condanna". Secondo loro, infatti, di fronte agli abusi e al "dominio delle coscienze" messi in atto dal prete e da Rosanna Saveri, la veggente che stava al suo fianco, "una intera Chiesa" avrebbe "taciuto, sottovalutato, non voluto vedere". Mentre alla parrocchia della Regina della pace si formava una "chiesa parallela" destinata a "prendere sempre più campo" all' interno di quella locale, scrivono, tramite "l' occupazione di ruoli strategici" nella Diocesi. Primo fra tutti quello ricoperto da Maniago, pupillo di don Cantini. Il che spiegherebbe, a parere delle vittime, il tentativo messo in atto dal vescovo ausiliare (ex compagno di parrocchia, cui, nell' ottobre del 2004, si erano rivolte, con fiducia, per denunciare i fatti), di "ostacolare con ogni mezzo la nostra richiesta di verità", "tacendo" con l' allora arcivescovo Ennio Antonelli e "invitandoci più volte al silenzio". I memoriali con le denunce arrivarono infatti ad Antonelli soltanto l' anno dopo tramite l' ex arcivescovo Piovanelli. Anche in seguito, tuttavia, e finché, nel 2007, il caso non è esploso sui giornali, secondo le vittime "la nostra Chiesa ha cercato di farci tacere attraverso intimidazioni e minacce". Né l' arrivo di Betori sembra aver cambiato il clima: "Mai in questi due anni", sottolineano, il nuovo vescovo "ha sentito l' esigenza di incontrarci". Mentre ha "confermato Maniago vicario generale". Il tutto, quando "in altri paesi del mondo vescovi e vicari che avevano avuto gli stessi comportamenti sono stati giustamente allontanati". Le vittime chiedono quindi al Papa "che siano definitivamente appurate tutte le responsabilità".

© Copyright Repubblica (Firenze), 4 maggio 2010

Vittime di don Cantini scrivono al Papa

La Curia: «Mai chiesta udienza a Betori»

Le vittime chiedono «perchè la pulizia che la Chiesa sta facendo al suo interno sta risparmiando Firenze?». Ma la Curia: «Se lo chiedono, saranno ascoltati»
Le vittime di don Lelio Cantini, il sacerdote di 87 anni, fino al 2005 parroco della Regina della Pace a Firenze, ridotto allo stato laicale nell’ottobre del 2008 perchè ritenuto responsabile di «abuso plurimo e aggravato nei confronti di minori, del delitto di sollecitazione a rapporti sessuali compiuto nei confronti di più persone in occasione della Confessione, dell’abuso nell’esercizio della potestà ecclesiastica nella formazione delle coscienze», hanno scritto una lettera al Papa in cui chiedono «perchè la pulizia che la Chiesa sta facendo al suo interno sta risparmiando Firenze?».

LA LETTERA - Il riferimento è alla vicenda di mons.Claudio Maniago, vescovo ausiliare di Firenze e vicario generale della diocesi, «il primo - scrivono - che ha saputo degli abusi e che ha cercato di mettere tutto a tacere». Nella lettera, le vittime di don Cantini scrivono al Papa sottolineando che l’arcivescovo Giuseppe Betori non le ha mai incontrate e ha confermato vicario generale Maniago, cresciuto nella ex parrocchia di don Cantini e suo allievo prediletto. I firmatari del documento sostengono che la condanna di don Cantini non basta perchè di fronte agli abusi del sacerdote e di Rosanna Saveri, la veggente che stava al suo fianco, «una intera Chiesa avrebbe taciuto, sottovalutato, non voluto vedere». Le vittime di don Cantini ricordano che proprio a Maniago si erano rivolte nel 2004 per denunciare i fatti.

LA REPLICA DELLA CURIA - «Il doveroso e profondo rispetto per le vittime di don Cantini non può forzare la verità dei fatti. A malincuore e sorpresi da questi attacchi ingiustificati e reiterati, tramite la stampa, nei confronti della Chiesa fiorentina, si chiarisce, a prova di ogni sincera smentita, che a nessuno di coloro che hanno chiesto udienza a mons. Betori su cose importanti e per le vie ufficiali, questa è stata negata. Figuriamoci di fronte ad una vicenda così dolorosa». Così la curia fiorentina, tramite il portavoce del vescovo, replica all’iniziativa delle vittime di don Cantini che hanno scritto una lettera al Papa sottolineando di non essere mai state ricevute dall’arcivescovo Giuseppe Betori. «Lo dimostrano le agende del vescovo - ha dichiarato ancora il portavoce - e quanto apparso nei mesi sugli organi di informazione. Se le vittime o i loro portavoce vogliono incontrare l’arcivescovo non devono far altro che farne domanda alla sua segreteria. Finora non è giunta alcuna richiesta in tal senso. Il vescovo è pronto ad incontrarli per accompagnarli nella preghiera. Il resto porta a strumentalizzare, per altri fini, una vicenda dolorosa in primo luogo per loro ma anche per tutta la Chiesa fiorentina».

© Copyright Corriere Fiorentino, 4 maggio 2010

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